E’ la celebre Villa Contarini, a Piazzola sul Brenta, la sede scelta dal Consorzio di bonifica Brenta, nell’ambito della Settimana Regionale dell’Ambiente, per proporre un convegno sul tema “I Consorzi di bonifica e la produzione di energia idroelettrica nella rete idraulica minore”. Ovvero: come evidenziare e incentivare le attività svolte dai Consorzi di bonifica per la produzione di energia elettrica da una fonte pulita e rinnovabile come l’acqua, consentendo un introito che viene reinvestito in opere idrauliche e irrigue a favore del territorio. Dopo alcuni anni di parziale oblio, il tema della produzione idroelettrica – considerato per lungo tempo un settore saturo – vede infatti oggi nuovi margini di sviluppo, grazie anche alle nuove tecnologie disponibili, applicate ai piccoli corsi d’acqua. Un recente incontro organizzato a Roma dal Ministero delle Politiche Agricole, come riferito dai relatori, ha dato nuovo impulso alle iniziative idroelettriche dei Consorzi, che hanno ottenuto delle norme di favore in termini di procedure ambientali. “Lo ritengo un tema molto importante per i suoi riflessi positivi – afferma il presidente del Consorzio Brenta, Danilo Cuman -. In termini ambientali, per l’utilizzo di fonti pulite e rinnovabili e in termini economici, per le maggiori entrate che possono aiutare i bilanci dei Consorzi di bonifica, nonché quelli dello Stato, visto che sulla produzione di pagano tasse di una certa percentuale. Ciò è particolarmente utile in questi momenti di crisi, visto che si offrirebbero opportunità di lavoro; vorrei dire anche in termini politici, perché si contribuisce all’autonomia energetica del Paese. Si sa cosa vuole dire dipendere dall’estero su aspetti strategici come l’energia, e si sa quale sia l’effetto inflattivo legato agli aumenti dei costi dei prodotti energetici.”
Il Consorzio di bonifica Brenta, come illustrato dal direttore dell’ente ing. Umberto Niceforo, gestisce attualmente quattro impianti idroelettrici: sul primo salto del canale Medoaco, a San Lazzaro di Bassano del Grappa (per una produzione media energetica di circa 8 milioni di kWh-kilowattora all’anno); alla centrale di secondo salto sempre a San Lazzaro (4 milioni kWh all’anno); sulla roggia Rosà ancora a San Lazzaro (150mila kWh all’anno) e sul fiume Ceresone ad Arlesega di Mestrino in provincia di Padova (500mila kWh all’anno).
Le quattro centrali idroelettriche rientrano nel programma di potenziamento dell’autoproduzione dell’energia attuato dal Consorzio per far fronte agli elevati consumi dei propri impianti di sollevamento, sia per l’irrigazione (pluvirrigui) che per la bonifica idraulica (idrovore). Sono inoltre in progetto una decina di nuovi impianti, in attesa di autorizzazione da parte della Regione, con possibilità di ulteriore produzione di circa 16 milioni di kWh all’anno: si tratta di progetti di utilizzo energetico su salti d’acqua già esistenti presso i nodi idraulici che comunque il Consorzio deve gestire.
I Consorzi di bonifica del Veneto, del resto, si stanno muovendo sempre più su tale filone innovativo, cercando di realizzare impianti di questo tipo.
“Il punto più significativo – rileva ancora il direttore, ing. Niceforo – è che si dovrebbe trovare un modo di valorizzare l’attività dei Consorzi, che possono consentire alla collettività un vantaggio almeno duplice: garantire che la produzione energetica non alteri il regime idraulico dei corsi d’acqua, e far sì che gli introiti vadano ad essere investiti nel territorio.