Basta inseguire le emergenze
Ospiti illustri e celebrazioni in Rotonda per la 53esima Festa di San Benedetto, patrono dei bonificatori

“Va fatto di più per evitare tragedie come l’alluvione del ’51, il primo esodo italiano del Dopoguerra”. A lanciare il monito è Erasmo De Angelis direttore de L’Unità e autore del libro “Un paese nel fango. Frane, alluvioni e altri disastri annunciati: i fatti, i colpevoli e i rimedi”. Era presente anche lui ieri in sala “Amos Bernini” per la 53esima ricorrenza di San Benedetto, il santo patrono delle bonifiche. “In Italia bisogna smettere di inseguire sempre le emergenze a cominciare a fare prevenzione, pianificando opere e interventi – dichiara – Il tema delle manutenzioni straordinarie è centrale per questo Paese, già di per sè a rischio dissesto per la sua conformazione naturale e su cui pesa una cementificazione a dir poco selvaggia. I consorzi sono il braccio operativo dello Stato nella difesa del suolo”.

All’evento ha preso la parola anche Mauro Grassi, responsabile di “Italiasicura”, struttura di missione sotto la gestione diretta della Presidenza del Consiglio dei Ministri. “Nel primo biennio di vita di questo organismo – spiega – sono stati avviati 1.240 cantieri, per un investimento di circa 1,6 miliardi. Entro la fine dell’anno contiamo di avviarne altri 649, per un costo di 1 miliardo circa. Inoltre stiamo pensando ad un piano per le città metropolitane da 1,3 miliardi”. Dal direttore generale di Anbi (Asssociazione nazionale bonifiche italiane) Massimo Gargano è giunto invece un plauso Polesine e Veneto: “Sono territorio di primati ed eccellenze in campo agricolo e di difesa del suolo che devono puntare su rapporti sempre più stretti con la Regione, il cui ruolo è centrale per la destinazione delle risorse.

Il modello Prosecco vince ad esempio su quello Taranto, dove si scommette sulle acciaierie: il rispetto dell’ambiente come risorsa dev’essere avvertito come priorità anche al di là delle differenze di colore politico e delle singole posizioni”.

Richiamo locale, poi, nelle parole di Giuseppe Romano, numero uno di Anbi Veneto: “I consorzi di bonifica sanno far bene il loro lavoro ma ora bisogna guardare avanti e mi rivolgo alle istituzioni perché non si tratta solo di onorare quanto dovuto ma investire con decisione sul territorio specie quello polesano dove i danni e i rischi della subsidenza sono noti e da tempo a tutti”. Soddisfazione da parte del residente dell’Adige Po Mauro Visentin che ha elogiato “l’opera quotidiana degli angeli custodi, cioè le decine di dipendenti dei due consorzi polesani” ricordando l’importanza di proseguire la battaglia a favore delle bonifiche: “Lottiamo per il futuro di questa porzione d’Italia, non chiamateci enti strumentali”. A chiudere la mattinata, prima del consueto pranzo sociale, quest’anno di scena al Petrarca di Boara Pisani, la Santa Messa nel vicino Tempio della Rotonda celebrata per la prima volta dal nuovo vescovo di Adria-Rovigo, monsignor Pierantonio Pavanello, presente anche in sala “Bernini” per una delle sue primissime uscite istituzionali da pastore della diocesi di Adria-Rovigo. Numerose le autorità civili, militari ed istituzionali – tra gli altri anche l’onorevole Diego Crivellari (PD) e i consiglieri regionali Graziano Azzalin (PD) e Patrizia Bartelle (M5S) – che non hanno voluto mancare alle celebrazioni di quest’anno che, come più volte ricordato nell’arco della mattinata, precedono di alcune settimane l’importante appuntamento con il referendum sulle trivelle atteso per il prossimo 17 aprile.