Campagne allagate per salvare centri abitati e zone industriali: un sacrificio che nel territorio tra Vicenza e Verona, con gli eventi estremi di maggio-giugno 2024, ha comportato un crollo del fatturato agricolo di oltre il 40%. Una situazione che non può essere prassi; se n’è parlato in un convegno promosso dal Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta.
Il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta (sede a San Bonifacio, VR) ha riunito a Santo Stefano di Zimella (VR), il 3 ottobre, sindaci del comprensorio, rappresentanti del comparto agricolo e rappresentanti delle istituzioni regionali in un confronto pubblico dal titolo “Bonifica sotto le Stelle: Agricoltura e sicurezza idraulica: La sostenibilità dei territori”.
L’iniziativa è stata occasione per fare il punto su un 2024 ad oggi fortemente condizionato dai cambiamenti climatici, in particolare dalle forti piogge che soprattutto tra maggio e inizio giugno hanno comportato allagamenti alle campagne con danni alle coltivazioni. Tra i territori maggiormente colpiti, figura il Veneto centrale, tra le province di Vicenza e Verona, area nevralgica per la presenza di importanti infrastrutture viarie, zone industriali e campagne.
Proprio l’agricoltura del comprensorio Alta Pianura Veneta è stata posta al centro della riflessione; in più occasioni, infatti, le aree agricole si sono “sacrificate” per accogliere le piene di fiumi e canali ed evitare allagamenti ai centri abitati e alle aree industriali.
Il sacrificio ha permesso di contenere i danni e preservare l’incolumità delle persone ma è stato tutt’altro che indolore per un comparto, quello agricolo, che più di ogni altro subisce il cambiamento climatico. Risale ad appena due anni fa, infatti, la più grave siccità riscontrata in Veneto a memoria d’uomo.
Un dato emerso nel convegno è, in particolar modo, emblematico: le province di Verona e Vicenza, negli allagamenti di maggio e giugno, hanno riportato danni all’agricoltura per 4.050.000 di euro su un potenziale di produzione vendibile lorda di 9.319.000 euro, in altre parole gli agricoltori colpiti dal maltempo in questa parte di Veneto hanno perso il 43,5% del proprio fatturato.
Ciò che è emerso nell’incontro, mettendo d’accordo Consorzio, comparto agricolo e istituzioni (inclusa AVEPA), è la necessità, da un lato, di ampliare la tipologia di strumenti economici a tutela del reddito dell’agricoltura, dall’altro di infrastrutturare il territorio con opere di adattamento al cambiamento climatico, a partire da invasi in grado di trattenere l’acqua in eccesso e, ove possibile, conservarla per riutilizzarla nei periodi siccitosi.