I Consorzi di bonifica affondano le radici nella storia, ma hanno saputo adeguarsi all’evolversi dei tempi ed oggi sono deputati a compiti di salvaguardia idrogeologica, gestione delle acque di superficie (irrigazione), protezione ambientale e tutela della salubrità alimentare; in anni recenti hanno incrementato la presenza nel campo delle energie rinnovabili e dell’innovazione tecnologica.
Sono enti democratici di autogoverno del territorio: hanno capacità impositiva (il contributo di bonifica) e, ogni cinque anni, i consorziati (proprietari di immobili urbani ed extraurbani, che ricevono un beneficio dimostrabile dall’attività del Consorzio di bonifica) sono chiamati a votare per l’elezione degli organi amministrativi; sono esempio, studiato internazionalmente, di federalismo fiscale applicato, perché investono sul territorio le risorse, che da questo ricevono.
In Italia, i Consorzi di bonifica, rappresentati dall’ANBI, sono 145, cui aggiungerne 4 di secondo grado; hanno competenza su 16.327.247 ettari pari al 54,19% della superficie italiana.
Nel Veneto sono 10 più uno di secondo grado (Consorzio L.E.B. – Lessino Euganeo Berico); fanno riferimento all’Unione Veneta Bonifiche ed hanno competenza su 1.182.858 ettari pari al 64,40% del territorio regionale.