“La vicenda di Vicenza, dove le compagnie assicurative negano, al Comune, la stipula di polizze contro i danni da alluvione, perché ritengono troppo alto il rischio, testimonia come non ci siano alternative ad un Piano Straordinario di Manutenzione del Territorio affiancato ad un radicale cambio di mentalità nello sviluppo urbanistico Veneto.”
A sottolinearlo è Giuseppe Romano, Presidente dell’Unione Veneta Bonifiche.
“Come sostenuto dal Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, Massimo Gargano, invitiamo la Regione– prosegue Romano – ad intervenire al governo per avviare una strategia operativa per la salvaguardia idrogeologica del Paese, accelerando procedure, che rallentano la realizzazione di interventi indispensabili quali i bacini di espansione a difesa dei grandi centri abitati, come Vicenza. E non solo. Accanto al grande piano di interventi della Regione, Unione Veneta Bonifiche ha presentato un piano pluriennale di mitigazione del rischio idrogeologico da 557 progetti per un valore di 1 milione 400 mila euro, per la realizzazione di casse di espansione, il potenziamento e l’ammordenamento degli impianti idrovori, il riassetto idraulico del territorio pedemontano, la realizzazione di nuovi canali scolmatori, il consolidamento degli argini e la riprofilatura dei corsi d’acqua.
Ricordo che in Veneto, su un territorio di 1.128.000 ettari, in ben 455.000 ettari , l’acqua defluisce a mare solo grazie alla costante azione di pompaggio delle 389 idrovore sul territorio. 240.000 ettari, invece, pari al 20% del territorio ricadente nei comprensori consortili, è rappresentato da aree al di sotto del livello medio del mare. Come se non bastasse, in queste aree, circa 70.000 ettari di superficie sono urbanizzati (un dato pari al 32% della superficie urbana totale dei comprensori). In un territorio idraulicamente fragile come il nostro, flagellato ad ogni precipitazione intensa, le grandi opere, a fronte dello stanziamento di importanti, adeguate e pluriennali risorse, darebbero sicuramente una forte mano, ma, se a questo importante piano, non verrà affiancato un piano di piccoli interventi, che vede ognuno di noi protagonista nella risoluzione di quelle criticità idrauliche cause di allagamento di cui siamo responsabili, allora potrebbero essere vanificati i grandi sforzi e gli investimenti fatti sul territorio.