Il percorso intrapreso dalle APRA si conclude con l’ultimo appuntamento di Verona che ha lo scopo di analizzare le problematiche relative alla risorsa acqua a livello regionale. Nel proporre le linee di azione regionale, è necessario considerare che la gestione o governance della risorsa è strettamente correlata a due fondamentali macrofattori di pressione, quali il consumo di suolo agricolo che, in concomitanza con i cambiamenti climatici degli ultimi anni (piogge intense e prolungati periodi di siccità), si è tradotto in fenomeni sempre più frequenti di allagamento ed alluvione e gli elevati consumi nei diversi settori finalizzati alla crescita economica, allo sviluppo industriale e alle accresciute esigenze civili legate alla diffusione del benessere collettivo.
Andrea Crestani, Direttore Unione Veneta Bonifiche: “Poste tali premesse ed analizzate le possibili “Linee di orizzonte 2027 per una politica regionale veneta” proposte all’interno del terzo Dossier strategico che accompagna l’APRA conclusiva di Verona, i Consorzi di bonifica propongono il perseguimento di obiettivi come la richiesta di nuove politiche atte al contenimento del consumo del suolo ed interventi di mitigazione del rischio idraulico a fronte di adeguati finanziamenti che permettano ai Consorzi di bonifica di continuare e migliorare il presidio sul territorio, anche attraverso l’attribuzione di nuove funzioni atte a contenere il dissesto idrogeologico. C’è poi la necessità di una migliore integrazione delle competenze tra i diversi attori dell’acqua, superando i conflitti di interesse attraverso forme partecipate di gestione come possono essere i Contratti di Fiume, Foce e Falda che meriterebbero un riconoscimento legislativo nazionale (8 novembre, evento nazionale sui Contratti di fiume: principi ed esperienze, ndr). Infine, nel realizzare interventi di riconversione irrigua e di ammodernamento delle reti di distribuzione per il risparmio della risorsa idrica oltreché la realizzazione di nuove reti nelle aree non servite dall’irrigazione consortile. In aggiunta, interventi per l’accumulo della risorsa idrica (bacini di accumulo interaziendale, riuso delle cave) e per la laminazione delle piene, senza dimenticare la realizzazione di barriere antisale e interventi per il contrasto alla salinizzazione delle falde e dei suoli e gli interventi di ricarica della falda e tesaurizzazione della risorsa idrica.”