Lavorare in sinergia quando gli obiettivi sono unitari. Questo il messaggio ampiamente condiviso dalle Regioni, Consorzi di bonifica, Sindaci, Regioni, Stato, articolazioni della Repubblica, ma anche società civile e privati nel corso dei recenti lavori sugli Stati generali contro il dissesto idrogeologico, andati in scena martedì a Roma. Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche: “Un messaggio che ben si sposa con il significato che assumono i Contratti di Fiume per il nostro territorio, in quanto strumento di pianificazione partecipata del territorio, costituenti un’occasione di innovazione “dal basso”  per rispondere al preoccupante diffondersi del dissesto idrogeologico e della precarietà in un territorio reso drammaticamente vulnerabile dalla crescente cementificazione.”

A tal proposito la Comunità dei contratti di fiume torna ad incontrarsi dopo un anno di crescita esponenziale in occasione del IX Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume, che si terrà a Venezia il 18 ed il 19 novembre.

I contratti di fiume intendono, innanzi tutto, contribuire a superare la logica dell’emergenza mettendo in campo una politica integrata e pattizia che coinvolga tutti i soggetti interessati, verso una prevenzione attiva ed in grado di produrre indubitabili conseguenze positive anche sul piano economico. L’emergenza alluvioni, sempre più drammatiche in termini dei danni alle persone ed alle cose, ha un forte impatto, poiché costa all’Italia lo 0,7% del PIL all’anno, soltanto negli ultimi 40 giorni, le alluvioni della Liguria, Toscana ed Emilia hanno provocato danni per circa 700 ml di euro. I contratti di fiume mettono insieme partner privati e pubblici per siglare accordi ed impegni per la manutenzione del territorio, implementazione del ruolo ambientale dell’agricoltura (micro laminazione), aree produttive ecologiche, corretto uso del suolo. Il fattore moltiplicatore degli investimenti attivati da un CdF è di uno a tre ed arriva ad uno a sei se si considerano gli eventuali danni evitati a cose e persone che la tutela del territorio produce. Cioè, 1 euro di investimenti pubblici nei CdF ne sviluppa 6.

Grandi passi in avanti si sono fatti anche sul piano istituzionale e del riconoscimento di questo strumento sia a livello nazionale che regionale.

 

“In attuazione di direttive europee – sottolinea l’assessore regionale alla difesa del suolo Maurizio Conte – i contratti di fiume sono accordi, sottoscritti su base volontaria, che individuano una serie di atti e attività operative utili alla salvaguardia e corretta gestione dei  fiumi e delle attività economiche e sociali ad essi connesse

Si tratta, in sostanza, di promuovere un moderno approccio che veda il coinvolgimento e la responsabilizzazione di tutti i portatori di interesse nella definizione delle politiche in materia di acque, dando vita ad un modello operativo che punta al miglioramento dello stato di qualità ambientale dei corpi idrici. In Veneto, d’intesa con l’Unione Veneta Bonifica, abbiamo istituito un Tavolo Regionale con compiti di coordinamento, di indirizzo e di supporto per l’attuazione dei diversi contratti di fiume”.

 

Nel corso del 2014 il Tavolo dei CdF ha inteso fornire un sempre maggiore supporto ai processi in atto, attraverso la creazione di quattro gruppi di lavoro tematici: Riconoscimento dei CdF a scala nazionale e regionale, definizione di criteri di qualità; sostegno ai Contratti di Fiume (risorse ed opportunità); Strategie di attuazione dei CdF; Informazione, Promozione, Disseminazione ed internazionalizzazione dei Contratti di Fiume.

La giornata del 18 novembre che si terrà presso lo IUAV sarà dedicata all’apertura del Tavolo ed alla presentazione e premiazione delle esperienze e ricerche più significative per il 2014. Il 19 novembre, presso l’Hotel Laguna Palace di Venezia Mestre, i contratti di fiume presenteranno i risultati raggiunti e le loro attività sul territorio in un confronto con le Regioni, i Ministeri di Ambiente, Agricoltura, Sviluppo Economico e con L’unità di missione di Palazzo Chigi «Italia sicura».