OPERE, RISORSE FINANZIARIE, ITALIA SICURA, EXPO:

I PROSSIMI 5 ANNI DELLA NUOVA SQUADRA

DEI CONSORZI DI BONIFICA DEL VENETO

 

Il quinquennio appena trascorso si è caratterizzato per i frequenti fenomeni meteorologici estremi che (dalla grande alluvione del 2010 e poi ancora nel 2012, 2013, 2014) hanno messo a dura prova tutta la rete idraulica sia principale che minore in un territorio fortemente antropizzato e messo sotto pressione dagli evidenti cambiamenti climatici degli ultimi anni.

I LAVORI IN CANTIERE

Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche: “I Consorzi di bonifica del Veneto stanno affrontando queste criticità idrauliche e oggi rispondono alle esigenze del territorio con 130 cantieri aperti ed operativi per un investimento complessivo di 230 milioni di euro, che si traduce in lavoro certo e risorse per le imprese venete che collaborano con noi.”

 Si tratta, ad esempio, di cantieri come la realizzazione dello scolmatore di piena Limenella Fossetta a Padova Nord (importo lavori 18 milioni di euro), il riassetto idraulico e rinaturalizzazione dell’asta principale del bacino Pionca (importo lavori 6,5 milioni di euro), la sistemazione idraulica del Cavo Maestro del Bacino Superiore in provincia di Rovigo (importo lavori 12 milioni di euro) e molti altri ancora. 

PROGETTO #ITALIASICURA

 Il progetto “ItaliaSicura” della Struttura di Missione contro il Dissesto Idrogeologico prevede un Piano Nazionale per la difesa del suolo 2014-2020, cui i Consorzi di bonifica del Veneto partecipano con 105 progetti definitivi/esecutivi, ovvero appaltabili in tempi brevi per un importo stimato di circa 217 milioni di euro. Si tratta di 7 progetti per l’adeguamento di impianti idrovori, 4 scolmatori di piena, 8 sistemazioni idrauliche a scala di bacino, 11 casse di laminazione, 75 interventi di manutenzione straordinaria della rete minore.

PIANO PLURIENNALE DI RIDUZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO

Romano: “Forti dell’autorevolezza raggiunta, anche grazie al coinvolgimento nel progetto ItaliaSicura, siamo pronti a guardare al futuro con una grande progettualità inserita nel più vasto Piano Pluriennale contro il Rischio Idrogeologico redatto dall’ANBI.”

Per il 2015, il Piano Pluriennale dei Consorzi di bonifica del Veneto ha individuato 684 progetti per un importo stimato di oltre 1 miliardo e 700 milioni.

Rispetto al Piano nazionale, il fabbisogno veneto di interventi e risorse rappresenta il 21% del totale a dimostrazione che il nostro territorio è particolarmente fragile e necessita di opere di mitigazione anche a causa dell’urbanizzazione “non correttamente governata” (ricordiamo i circa 4.500 ettari di superficie agricola mediamente consumata ogni anno in Veneto a partire dal 1970).

Si tratta in particolare di 47 progetti cantierabili, 235 progetti preliminari, 402 idee progettuali.

Nello specifico della tipologia di opere, il 3% riguarda scolmatori di piena, il 6% realizzazione/manutenzione impianti idrovori, il 10% casse di espansione e bacini di accumulo, il 20% sistemazioni e riordino idraulico-ambientale a scala di bacino, il 60%  manutenzioni straordinarie necessarie al mantenimento in efficienza della rete idraulica minore. 

A fronte di questa grande progettualità, nel 2014, anche la Regione del Veneto ha stanziato 36 milioni di euro a favore dei Consorzi di bonifica.

 CRITICITA’

  1. RISORSE FINANZIARIE

 Il fabbisogno di risorse, indispensabili ai Consorzi di bonifica per poter continuare a operare in maniera efficiente e per poter realizzare le opere in concessione, risulta però fortemente penalizzato dalle previsioni del bilancio pluriennale 2015-2017, che taglia drasticamente il capitolo relativo alla gestione e manutenzione ordinaria delle reti e degli impianti di bonifica, azzera addirittura quelli relativi agli investimenti infrastrutturali e agli interventi per contrastare il fenomeno della subsidenza nella provincia di Rovigo. 

A ciò si aggiunge che i Consorzi di bonifica vantano ingenti crediti nei confronti della Regione per lavori in concessione già eseguiti e rendicontati con imprese già pagate e che, ad oggi, sfiorano i 60 milioni di euro.

“La situazione paradossale che stiamo vivendo è questa!” sottolinea Romano.

Se poi consideriamo anche gli attuali cantieri di opere in concessione, per i quali risultano ancora da rendicontare/aggiornare gli stati di avanzamento, nonchè la parte di progettazione ed infrastrutturazione irrigua, finanziata dal Piano Irriguo Nazionale, i crediti dei Consorzi di bonifica in Veneto salgono a circa 100 milioni di euro.

 

È evidente, quindi, che un’esposizione finanziaria talmente elevata che rappresenta circa l’80% della contribuenza totale, in assenza di adeguate misure urgenti di risoluzione della problematica, rischia veramente di compromettere, non soltanto la stabilità economico-finanziaria dei Consorzi, ma anche gli investimenti sulla sicurezza e sulla tutela del territorio e dei cittadini.

Tutto ciò è imputabile al fatto che i Consorzi non hanno potuto beneficiare della procedura di pagamento dei debiti scaduti della Pubblica Amministrazione, in quanto la Regione ha ritenuto di saldare solo i cosiddetti “debiti commerciali”, oltre alle misure stringenti legate al Patto di Stabilità.

 

  1. COSTI ENERGIA

 Un’altra problematica riguarda i costi per l’energia elettrica. I Consorzi sono grandi consumatori di energia elettrica, necessaria al funzionamento degli impianti idrovori ed irrigui per un consumo totale di circa 82.000.000 di kilowattora, che si traducono in una spesa pari 16,5 milioni di euro.

 A fronte di questo forte consumo, data la loro particolare natura giuridica ed il servizio di sicurezza idraulica che svolgono sul territorio, i Consorzi dovrebbero essere annoverati tra i grandi utilizzatori ed usufruire degli stessi benefici previsti per le imprese a forte consumo energetico con conseguente riduzione delle accise.

 

  1. SUBSIDENZA

La problematica del grande consumo energetico si accompagna strettamente al fenomeno della subsidenza che penalizza fortemente i territori della provincia di Rovigo (Delta del Po in particolare).

Romano: “Prima di tutto occorre difendere questi territori da chi nuovamente intende ricercare idrocarburi nel sottosuolo del Polesine, compromesso irreversibilmente dalle estrazioni di metano a causa delle quali si stanno pagando costi altissimi per garantire la sicurezza idraulica. Occorre pertanto riconoscere e normare la specificità del territorio polesano, investendo risorse per garantire la continuità dell’operato dei locali Consorzi di bonifica.”

Romano conclude: “Il nostro Veneto ha tanti punti di forza e di eccellenza, ma vive anche molte difficoltà che siamo certi supereremo insieme alla Regione come abbiamo sempre fatto; la nostra esperienza siamo pronti a metterla a disposizione dell’ANBI per il grande evento EXPO 2015 a Milano, contribuendo a far vedere al mondo il grande ruolo, che hanno i Consorzi di bonifica in Italia.”