Emergenza nutrie, argini fragili e a rischio Tomezzoli: «C’è una paralisi normativa , ma in caso di alluvione chi sarà chiamato a risponderne?»

Emergenza nutrie: nessuno sa più cosa fare.

Dopo che i roditori sono stati oggetto di un provvedimento normativo voluto dal Governo, che ha eliminato le norme che ne rendevano più facile l’uccisione, ora si è allo stallo.

Le iniziative che erano state adottate per combattere la proliferazione di questi animali, ritenuti un pericolo per la sicurezza idraulica e fonte di perdite economiche per gli agricoltori, sono state bloccate.Anche i sindaci che avevano promosso a colpi di ordinanze la realizzazione di battute di caccia si sono dovuti fermare. E se da una parte gli animalisti esultano, dall’ altra chi gestisce i corsi d’acqua pone una questione di responsabilità.

“Se domani si verificasse un’alluvione a causa delle tane fatte da qualche nutria in un argine chi sarà chiamato a risponderne?”, chiede il presidente del Consorzio di bonifica Veronese, che opera in quasi tutta la parte a Sud della provincia, Antonio Tomezzoli. Per spiegare le ragioni della situazione attuale bisogna partire da quanto è accaduto, fra Verona e Roma, la scorsa estate. Allora dalle nostre parti, anche a causa di alcuni crolli di argini dovuti ai cunicoli scavati dai roditori, la questione nutrie è esplosa; tanto che si sono susseguiti incontri e iniziative e i sindaci, per primi quelli della Bassa poi seguiti da primi cittadini di altre aree della provincia, hanno iniziato ad adottare, con il sostegno delle Ulss, provvedimenti con i quali incaricavano i cacciatori di uccidere il maggior numero di animali possibile. D’altronde una modifica normativa che era stata adottata un anno prima a Roma aveva reso più facile attuare piani di eradicazione. Ad agosto, però, la Giunta regionale ha preso un provvedimento con cui ha stabilito che le nutrie non possono essere cacciate: vanno catturate con gabbie e poi eliminate con metodi non cruenti. Da allora, di fatto, la caccia alla nutria è cessata.Con il collegato ambientale alla legge di stabilità che è stata approvata a dicembre, e pubblicata in Gazzetta Ufficiale a fine anno, il Governo ha cambiato le regole.Le nutrie adesso rientrano fra le specie regolate dall’articolo 19 della legge sulla caccia e, quindi, i piani di eradicazione non sono più di competenza dei Comuni ma di Regioni e Province.

Secondo la Lega per l’abolizione della caccia “il controllo delle popolazioni va esercitato selettivamente e praticato mediante l’utilizzo di metodi ecologici su parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra); soltanto qualora l’Istituto verifichi l’inefficacia di tali metodi, le Regioni possono autorizzare gli abbattimenti”. Secondo gli animalisti ­ che sostengono che è possibile adottare misure alternative, come l’utilizzo di filo elettrificato a 15 centimetri di altezza sul terreno a tutela delle aree da proteggere ­ l’esecutivo guidato da Matteo Renzi ha disarmato le doppiette. Questo in effetti è al momento vero, visto che a Venezia come a Verona non è ancora stata presa nessuna decisione. Una situazione ben diversa da quanto accade in Lombardia, dove la Regione sta predisponendo un piano di eradicazione per il quale ha chiesto parere all’Ispra ed ha annunciato che metterà in bilancio 150mila euro per queste iniziative.

“Intanto”, dice Tomezzoli, “i problemi non spariscono. Anche in queste settimane il consorzio è dovuto intervenire lungo i canali per chiudere una decina di buchi che, con l’innalzamento del livello dell’acqua, avrebbero potuto creare pericoli”. Per il presidente del consorzio Veronese la lotta alle nutrie è fondamentale. “Far sì che le nutrie non ci siano significa tutelare gli argini», continua, «purtroppo piani di eradicazione a largo raggio non ne sono stati sinora attuati. Il consorzio continua a fare interventi straordinari ma non è detto che bastino ad evitare  allagamenti. Il problema è serio, quindi, e per questo mi domando se i sindaci non possano adottare misure urgenti, anche superando i contenuti della normativa, per affrontare la questione in maniera efficace una volta per tutte”.