I Consorzi di bonifica del Veneto chiedono quindi nuove politiche atte al contenimento del consumo del suolo ed interventi di mitigazione del rischio idraulico a fronte di adeguati finanziamenti che permettano ai Consorzi di continuare e migliorare il presidio sul territorio, anche attraverso l’attribuzione di nuove funzioni atte a contenere il dissesto idrogeologico.

Questo il messaggio lanciato da Unione Veneta Bonifiche alla terza Audizione Pubblica sull’Acqua, a Verona.

Il consumo di suolo agricolo che, in concomitanza con i cambiamenti climatici degli ultimi anni (piogge intense e prolungati periodi di siccità), si è tradotto in fenomeni sempre più frequenti di allagamento ed alluvione.

Andrea Crestani, Direttore Unione Veneta Bonifiche: “Le cause di tali eventi non possono essere responsabilità dei Consorzi di bonifica ma si devono primariamente imputare ad errate e reiterate politiche espansionistiche che hanno condotto ad una eccessiva urbanizzazione del territorio veneto, all’accentuarsi del fenomeno dello sprawl urbano (penetrazione degli abitati nelle campagne tramite costruzioni diffuse, spesso disordinate), oltreché all’inadeguatezza dei servizi fognari a fronte di un aumento della popolazione. Gli allagamenti urbani sono la diretta conseguenza del sottodimensionamento delle reti bianche e miste che scaricano negli scoli consortile i quali svolgono, in questo circuito, esclusivamente la funzione di recettori finali delle acque meteoriche provenienti dai centri urbani e dai depuratori. Gli eventi meteorici estremi a cui abbiamo assistito negli ultimi anni (vd. Alluvione del 2010), caratterizzati da precipitazioni anche brevi ma di grande intensità, hanno conclamato i problemi di impermeabilizzazione dei suoli derivanti dall’eccessivo consumo/trasformazione di superficie agricola.”

Dal 1970 al 2010, si sono consumati in Veneto ben 179.825 ettari di SAU con una media di trasformazione pari a 4.495 ettari/anno con punte addirittura di 7.700 ettari/anno nel decennio 1970-80Le provincie che hanno subito le maggiori trasformazioni nel periodo 1970-2010, sono state Vicenza con -18.1% di SAU e Treviso (-14,35 di SAU). Significativo il dato su Vicenza che nel 2010 ha subito i fenomeni alluvionali che tutti ricordiamo.

ANNO CENSIMENTO

SUPERFICIE TERRITORIALE

(senz’acqua)

(Ha)

SAU

(Ha)

%

SAU/ST

SAU Trasformata

(Ha)

1970

1.821.302

991.264

54

n.d.

1982

914.017

50

77.247

1990

881.267

48

32.750

2000

852.744

47

28.524

2010

811.440

44

41.305

1970/2010

179.825

 “Se si considera poi che circa 70.000 ettari di superficie artificiale, pari al 32% dell’area urbana totale dei comprensori, ricadono in aree a scolo meccanico o alternato – continua Crestani -, appare evidente che, senza l’azione di pompaggio degli impianti idrovori ed il costante presidio territoriale svolto dai Consorzi di bonifica, i danni conseguenti agli eventi meteorici estremi risulterebbero ancora più ingenti sia in termini di beni materiali che di vite umane.”