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IL CANALE LEB RINASCE, COMPLETATO A TEMPO DI RECORD IL RIFACIMENTO DEL TRATTO A CIELO APERTO TRA BELFIORE E COLOGNA VENETA

Il canale LEB rinasce dopo un intervento – in tempi record – che ha comportato il completo rifacimento del tratto a cielo aperto. 120 milioni di metri cubi d’acqua recuperati all’anno, a favore dell’agricoltura e dell’ambiente di una vasta area tra l’Adige e l’Adriatico.

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Con un anno di anticipo rispetto al cronoprogramma, è stato completato a fine febbraio 2025 il rifacimento del canale LEB, principale opera irrigua del Veneto.

Un intervento radicale, progettato e realizzato dall’omonimo consorzio di bonifica di 2° grado Lessinio Euganeo Berico (LEB, appunto) avente sede a Cologna Veneta (VR) che ha interessato 12,6 km di infrastruttura, nella provincia di Verona, per un costo complessivo di circa 60 milioni di euro, stanziati dal PNRR.

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IL CONSORZIO DI BONIFICA BACCHIGLIONE HA PRESENTATO LE LINEE D’AZIONE PER IL 2025

Lavori in corso e progetti che attendono “solo” i finanziamenti per andare a cantiere. Il consorzio di bonifica Bacchiglione (sede a Padova) ha presentato alla stampa e ai rappresentanti istituzionali, riuniti lunedì 24 febbraio a Codevigo (PD), presso l’idrovora di Santa Margherita, le linee d’azione 2025 per fronteggiare i cambiamenti climatici nel territorio di competenza: circa 60mila ettari tra le province di Padova e Venezia, 39 comuni serviti.  

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“Cambiamenti climatici è un’espressione che è entrata nel nostro vocabolario quotidiano, e ci impone di trovare soluzioni tempestive ed efficaci per far fronte alle nuove dinamiche ambientali – ha spiegato Silvano Bugno, presidente del consorzio di bonifica Bacchiglione – . La direzione verso la quale ci impegniamo a lavorare è quella di infrastrutturare il territorio perché la realizzazione di interventi e opere sono necessarie e non più rinviabili, se vogliamo gestire un territorio in grado di essere recettivo e adattabile agli eventi meteo straordinari che si verificano sempre più frequentemente. Sono molto soddisfatto della sinergia che stiamo portando avanti con gli altri soggetti che operano nel territorio, ciò ci permette di rafforzare il nostro impegno per risolvere le criticità presenti nei vari territori e di ottenere maggiori risultati in tempi brevi“.
27 i progetti pronti, in fase di realizzazione o in attesa di finanziamento, che sono stati illustrati dal Direttore del Consorzio Bacchiglione Ing. Nazzareno Paganizza, per infrastrutturare il territorio rendendolo più efficiente per far fronte alle nuove sfide dettate dai cambiamenti climatici.
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Le linee d’azione

Dai Colli Euganei ai territori più a ridosso della Laguna Veneta, ma anche nell’ambito urbano della città di Padova, il Consorzio di Bonifica Bacchiglione sta operando in tutto il comprensorio di riferimento al fine di efficientare la distribuzione della risorsa e accrescere la sicurezza idraulica di campagne e centri abitati, con progetti ad alto valore ambientale.

Lo fa attraverso 27 interventi, non più procrastinabili in epoca di cambiamenti climatici:  8 sono in fase di realizzazione, 5 in fase di approvazione o appalto, mentre gli altri sono in attesa di finanziamenti.

La stima del valore complessivo del piano ammonta a 186.751.452,00 euro, una cifra significativa per la quale il Consorzio sta svolgendo un grande lavoro di recupero delle risorse operando in sinergia con le amministrazioni comunali. Una collaborazione tra enti che prevede anche il coinvolgimento di associazioni agricole e dell’Università degli Studi di Padova in un rapporto strategico per la ricerca e l’innovazione.   

Interventi strutturali in attesa di finanziamento

Sono 12 le idee progettuali e i progetti in attesa di finanziamento che il Consorzio di bonifica Bacchiglione intende realizzare per far fronte alle nuove esigenze del territorio dettate dai cambiamenti climatici. Si tratta principalmente di invasi multi-obiettivo, interventi di riqualificazione idraulico–ambientale degli scoli, adeguamento e realizzazione di nuovi canali, interventi per l’ottimizzazione della gestione delle acque, interventi di trasformazione irrigua. Per la realizzazione di queste opere è stata stimata una spesa complessiva di circa 153.820.000,00 di euro che comprende sia le operazioni di progettazione, sia l’esecuzione delle opere stesse.

Opere non più procrastinabili perché il cambiamento climatico non aspetta: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, ha ricordato Paolo Tarolli, professore del dipartimento TESAF dell’Università degli Studi di Padova che ha evidenziato il ruolo fondamentale dei consorzi di bonifica nella corsa all’adattamento.
Alla conferenza è intervenuto anche il direttore di ANBI Veneto Silvio Parizzi che ha sottolineato l’importanza di un’efficiente gestione della risorsa idrica nel territorio, di comunicare a tutti i livelli e di trovare finanziamenti per realizzare le opere necessarie e non più rinviabili; Parizzi ha anche espresso una considerazione sull’importanza di un’Europa in grado di tracciare normative che tengano conto delle effettive esigenze dei singoli territori.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche Luca Trivellato presidente di CIA Padova.

Codevigo (PD), 24 febbraio 2025

“IL MIO AMICO CANALE”: AL VIA I LABORATORI NELLE CLASSI DELLE SCUOLA PARTECIPANTI AL PROGETTO DIDATTICO

Studenti protagonisti con il progetto scuola di ANBI Veneto entrato in questi giorni nel vivo con il “Il mio amico canale”. Il format quest’anno, oltre alle primarie, si allarga anche alle secondarie di primo grado del Veneto.

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Al via le attività con le classi aderenti a “Il mio amico canale“, il progetto didattico inserito nel quadro di ampio del progetto scuola “Acqua, ambiente, territorio. Bonifica è sostenibilità” promosso da ANBI Veneto con i suoi 11 Consorzi di Bonifica nel quadro del protocollo d’intesa triennale (2024-2027) con Regione del Veneto – Direzione Formazione e Istruzione e Ufficio scolastico Regionale del Veneto.

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DELTA DEL PO: AL VIA LE ATTIVITÀ PROPEDEUTICHE PER GLI INTERVENTI DI VIVIFICAZIONE LAGUNARE

Il Consorzio di Bonifica Delta del Po è stato indicato dalla Regione del Veneto come soggetto attuatore per i lavori di vivificazione delle lagune del Delta. In epoca di cambiamenti climatici, questi interventi sono fondamentali per preservare le funzionalità idrauliche, a beneficio di ambiente e attività produttive, a partire dalla pesca. La fase di raccolta dati e progettazione entra nel vivo in questi giorni.

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Con la firma del Disciplinare tra Regione del Veneto e Consorzio di Bonifica Delta del Po, avvenuta il 17 febbraio 2025 presso la sede del Consorzio di Taglio di Po, prende il via la fase propedeutica agli “Interventi per la vivificazione degli ambiti lagunari del Delta del Po” che vedono il Consorzio protagonista come soggetto attuatore secondo la D.G.R. n. 1478 del 12 dicembre 2024.
Tali interventi, finalizzati al recupero e alla valorizzazione ambientale delle lagune del Delta anche in ottica di sviluppare le attività economiche a partire dalla pesca, saranno finanziati con €14.000.000 stanziati tramite l’accordo per la coesione Regione del Veneto 2021-2027.

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“ACQUA, AMBIENTE, TERRITORIO”: DOCENTI A SCUOLA DI BONIFICA

Giornata di formazione per i docenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado partecipanti al Progetto Scuola di ANBI Veneto e dei consorzi di bonifica. Insegnanti per un giorno, i tecnici di ANBI Veneto. 

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In epoca di cambiamenti climatici molti aspetti della quotidianità che davamo per certi ora non lo sono più. Questo riguarda anche la risorsa idrica in una regione storicamente ricca d’acqua come il Veneto; a fronte di un maggior numero di eventi meteorologici catastrofici  stiamo sempre più sperimentando periodi siccitosi di lunga durata che oltre a minacciare l’agricoltura, mettono a rischio l’ambiente e il paesaggio ai quali siamo abituati. E’ pertanto fondamentale cogliere e creare occasioni per informare i cittadini sin dalla più tenera età sulle peculiarità del nostro territorio, sui rischi legati al cambiamento climatico e sul percorso di adattamento che dobbiamo intraprendere.” Con queste parole Silvio Parizzi, direttore di ANBI Veneto, ha aperto la giornata di formazione online promossa nell’ambito del progetto “ACQUA, AMBIENTE, TERRITORIO. BONIFICA È SOSTENIBILITÀ” , giovedì 13 febbraio 2025. “Un’iniziativa come questa, guardata con interesse anche da fuori regione – ha spiegato Parizzi -,  è resa possibile grazie un grande lavoro di coordinamento tra ANBI Veneto e i consorzi di bonifica operativi nei rispettivi territori, ma grazie anche al supporto fondamentale dell’Ufficio Scolastico Regionale e della Regione del Veneto che contribuisce attivamente grazie all’Assessorato all’Istruzione – Direzione Formazione e Istruzione.”

La giornata, alla quale hanno presenziato anche i referenti del progetto dei consorzi di Bonifica, si è articolata in due momenti: il primo rivolto agli insegnanti delle scuole Secondarie di Primo e Secondo grado e agli insegnati delle Scuole professionali  selezionate per il format “Parole d’acqua”, il second0 rivolto agli insegnanti delle scuole Primarie e Secondarie di Primo Grado impegnati nell’iniziativa “Il mio amico canale”.  Dopo i saluti del direttore di ANBI Veneto, gli insegnati collegati hanno partecipato alla lezione tenuta da Filippo Moretto, responsabile del Centro Studi di ANBI Veneto, e da Tommaso Ferronato, referente per i progetti didattici: una conversazione nella quale si è parlato del territorio veneto dal punto di vista idrografico, del lavoro di bonifica svolto nei secoli per renderlo fertile e salubre, del ruolo che i consorzi di bonifica rivestono nella gestione della risorsa irrigua, nella sicurezza idraulica e nella tutela dell’ambiente e del paesaggio.

“Acqua, ambiente, territorio” rientra nel Protocollo d’intesa triennale (2024-2027) sottoscritto da ANBI Veneto, Regione del Veneto (Assessorato Istruzione e Formazione), USR per il Veneto, per la promozione e l’implementazione di azioni di formazione e di PCTO rivolte ad alunne, alunni, studentesse, studenti e insegnanti sui temi della salvaguardia dell’ambiente e del territorio (DGR n. 1219 del 22/10/2024).

Venezia, 13 febbraio 2025

 

L’APPORTO DELLE NEVICATE INVERNALI ALLA STAGIONE IRRIGUA SARÁ ESIGUO

Temperature sopra la media, nevicate tardive, scarsa densità dei depositi nivali. La stagione irrigua che inizierà in aprile non potrà far grande affidamento sulle nevicate invernali. Il cambiamento climatico ha ridotto l’inverno a pochi giorni.

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Ad oggi, le riserve nivali sono al di sotto delle medie del periodo e di recente formazione, pertanto, poco utili a garantire uno scioglimento graduale nel corso dell’estate.” Ad affermarlo è Silvio Parizzi, direttore di ANBI Veneto commentando i dati raccolti dal Centro Studi di ANBI Veneto nel Bollettino sulla disponibilità di risorsa relativo al mese di gennaio.

Nessuno allarme ma le avvisaglie per il futuro non sono particolarmente floride”, continua Parizzi, “i depositi nivali languono, le temperature ancora sopra la media confermano il trend di surriscaldamento generale dopo il caldo record del 2024. Non destano preoccupazione le portate dei fiumi, in genere, tutte superiori alla media del periodo. Tuttavia, non ci stanchiamo di ricordarlo, senza opere d’invaso tutta questa risorsa è destinata ad andare a mare e potremmo rimpiangerla in primavera.

In un contesto caratterizzato da temperature più alte rispetto alla media del periodo (+1°C a dicembre, +1,9°C a gennaio), ciò che desta attenzione dal punto di vista della risorsa è, dunque, la neve in montagna: Arpav parla di un deficit di precipitazioni nevose tra ottobre e gennaio pari al 34% nelle Dolomiti (-100 cm di neve fresca) e al 43% nelle Prealpi (-77cm). Sempre a gennaio, la copertura nevosa si è ampliata rispetto a dicembre, dal 20% al 45% della superficie montana; a 1.700 m la copertura è addirittura del 90%.  Purtroppo, la densità del manto nevoso in quota formatosi nell’ultimo mese si presenta leggera per il periodo; nel bacino del Piave, sottoforma di ghiaccio e neve sono immagazzinati 130 milioni di metri cubi di acqua, un valore che è tra i più bassi rilevati dal 2000 ad oggi.

Sul fronte delle precipitazioni, a gennaio si è interrotto la piccola tendenza negativa registrata a novembre (-93%) e dicembre (-28%). Al 31 gennaio, infatti, sono scesi sul territorio regionale 75 mm di pioggia, un +27%, che è però media tra le significative precipitazioni in montagna – dove è piovuto anche l’80% in più rispetto al periodo – e la pianura, dove le precipitazioni sono state inferiori anche del 40% nella vasta zona a sud dei Colli Euganei e su gran parte del territorio veneziano.

Superiori alla media del periodo le portate di Adige (+27%) e Brenta (+14%), appena sotto la media il Po (-1%), tutta risorsa che finirà a mare in mancanza di invasi.

>> Bollettino ANBI Veneto sulla disponibilità di risorsa idrica relativo a gennaio 2025 <<

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Venezia, 10 febbraio 2025

Mauro Poletto | ufficio stampa ANBI Veneto | t. 041 716533 | [email protected]

 

ZONE UMIDE: PREZIOSE PER L’AMBIENTE, PER LA SICUREZZA IDRAULICA … E PER IL BILANCIO PUBBLICO

La Giornata Mondiale delle Zone Umide è occasione per ricordare l’importanza di questi territori d’acqua che arricchiscono l’ambiente e garantiscono la sicurezza idraulica. Uno studio ANBI Veneto, Regione, Etifor ha stimato il valore economico dei bacini di fitodepurazione dei consorzi di Bonifica del Veneto. Il risultato è sorprendente.

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Sono 52 le zone umide con finalità di fitodepurazione realizzate, gestite, tenute in efficienza dai consorzi di bonifica del Veneto, un totale di 433 ettari di superficie regionale a servizio dei cittadini, della fauna e della vegetazione in stretta simbiosi con l’acqua.

Svolgono funzioni di fitodepurazione (disinquinamento delle acque tramite piante), costituiscono habitat ideale per specie animali e vegetali, sono preziose per la sicurezza idraulica di campagne e centri abitati, talvolta rappresentano invasi per l’agricoltura.

Le dimensioni sono le più disparate: molte non arrivano all’ettaro e fungono spesso da compensazione idraulica e ambientale a importanti infrastrutture viarie; altre, estese decine di ettari, sono veri e propri parchi.

In ogni caso impreziosiscono un territorio e caratterizzano il paesaggio. I servizi che generano per la collettività sono concretamente stimabili dal punto di vista economico. Uno studio pubblicato nel 2024 da ANBI Veneto, Regione del Veneto ed Etifor, spinoff dell’Università degli Studi di Padova, sul valore dei servizi ecosistemici derivanti dalla risorsa che scorre nei canali e nei fiumi gestiti dai Consorzi di Bonifica, ha stimato in 13.854.667 euro l’anno il valore delle attività di fitodepurazione svolte da queste zone, mentre ammonta a 143.504.299 euro l’anno il valore ecologico delle zone come habitat di biodiversità.

La Giornata Mondiale delle Zone Umide che si celebra il 2 febbraio è dunque occasione per ANBI Veneto, l’associazione che rappresenta gli 11 Consorzi di Bonifica regionali, di richiamare l’attenzione su questo patrimonio di ambienti d’acqua, distribuiti a macchia di leopardo sul tutto il territorio regionale, che nel concreto testimoniano le competenze ambientali che il sistema dei consorzi sta sviluppando a fianco delle storiche missioni legate alla sicurezza idraulica e alla gestione della risorsa irrigua.

Nella corsa all’adattamento e alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico la realizzazione e gestione di aree umide è fondamentale per la sicurezza idraulica, la tutela della biodiversità e la salvaguardia della qualità delle acque – spiega il presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro – è tuttavia un’azione che richiede adeguate dotazioni finanziare. Molte di queste aree, per esempio, sono state realizzate dalla Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna che riteniamo vada rifinanziata con risorse adeguate”.

È proprio tra le province di Venezia, Padova e Treviso, territorio solcato da fiumi che si versano nella laguna Veneta, che è stata realizzata gran parte di queste zone umide. La connessa attività di fitodepurazione, infatti, va a supporto del fragile habitat lagunare e molte di queste zone umide non esisterebbero senza la Legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e della sua Laguna.

In occasione della Giornata Mondiale delle Zone Umide, visite a zone umide sono organizzate dal Consorzio di Bonifica Bacchiglione, dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive e dal Consorzio Adige Euganeo, info nei siti e canali social dei consorzi.

FUNZIONI, CORSI D’ACQUA, FAUNA E ALTRE CURIOSITÀ

Sono ben 32 le zone umide realizzate o manutentate dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive, avente sede a Mestre, e ricadente tra le province di Venezia, Padova e, in piccola parte, nel trevigiano. In una zona realizzata a Peseggia di Scorzè i monitoraggi ambientali hanno rilevato fino a 17 specie di farfalle, frutto della scelta di non effettuare sfalci e favorire la fioritura della vegetazione spontanea. Tra queste, figura anche la rara Vanessa del Cardo, lepidottero migratore la cui esistenza è dedicata al viaggio multigenerazionale di migliaia di chilometri tra l’Africa e l’Europa. Sempre a una farfalla si lega una delle più grandi aree umide realizzate da Acque Risorgive, l’Oasi protetta Lycaena, che prede nome dall’omonima farfalla che in questi 64 ettari di acqua e terra a Salzano (VE) trova il suo habitat naturale. L’oasi è inserita nella Rete Natura 2000 come Sito di Importanza Comunitaria, l’area umida vera e propria si estende al suo interno su 20 ettari, nelle  ex cave di Villetta, tra il fiume Marzenego e il rio Roviego. Il Consorzio gestisce idraulicamente l’area, cura la manutenzione dei corsi d’acqua e del percorso di fruizione perimetrale, sostiene le attività di apicoltura. Sempre nel comprensorio Acque Risorgive le ex cave di Noale sono state riconvertite in oasi di 43 mq con un’area umida alimentata dal rio Draganziolo. L’area – la cui gestione idraulica e in mano al consorzio mentre la gestione ambientale spetta al WWF – ha funzione di sicurezza idraulica e fitodepurativa. All’interno delle ex cave di Gaggio Nord, 62 ettari a ridosso del fiume Zero nel territorio comunale di Marcon il Consorzio ha realizzato 5 ettari di bosco igrofilo (bosco che sorge sulle sponde di un corso d’acqua) di cui cura la manutenzione di sponde e del fiume. Tra Tombolo e Cittadella, la palude di Onara estesa su 148 ettari, alimenta con le sue risorgive diversi rii e dà origine al fiume Tergola, corsi d’acqua la cui manutenzione spetta al Consorzio Acque Risorgive.

Il Consorzio di Bonifica Bacchiglione (sede a Padova) ha realizzato e gestisce, in provincia di Venezia, tre aree umide per complessivi 13 ettari con finalità multipla – sicurezza idraulica, stoccaggio di risorsa irriguo e valenza ambientale – . La più recente è l’area umida di Dolo, a confine con Camponogara, sull’ex sedime dell’idrovia Padova Venezia, si estende su 4 ettari e si articola in diversi piccoli invasi. Qui l’acqua, in uno scorrimento lento tra canne palustri “phragmites australis” subisce un processo di fitodepurazione da azoti e fosfati, l’area è anche frequentata da una colonia di ibis; il consorzio ha ricevuto dalla Regione del Veneto il via libera per un cospicuo ampliamento di 10 ettari l’area, costo 3,8 milioni di euro finanziati tramite legge Speciale per la Salvaguardia di Venezia e Laguna, i lavori sono in procinto di partire. Il consorzio ha inoltre realizzato e ha in capo la manutenzione dell’aree umida di Lova, 2,15 ettari tra Campagnalupia e Campolongo Maggiore, e l’area umida di Trezze, a Valli di Chioggia, sette ettari su tre vasche, utili per trattenere l’acqua e in chiave fitodepurativa.

Esempio di resilienza di un territorio a forte rischio idraulico sono i due bacini realizzati dal Consorzio di Bonifica Piave (sede a Montebelluna) a Castelfranco Veneto (TV) nelle località Salvarosa (3 ettari) e Salvatronda (2 ettari), alimentati dai corsi d’acqua omonimi; entrambe le aree, progettate, realizzate e gestite dal consorzio in chiave anti allagamento rappresentano habitat ideale per l’avifauna con il ritorno di uccelli che in passato avevano abbandonato il territorio. Motivo d’orgoglio è la recente nidificazione di una famiglia di cigni che qui, nei mesi scorsi, ha dato alla luce sette pulcini. Trovano casa anche altre specie, tra le quali: il tuffetto (Tachybaptus ruficollis), specie protetta, il più piccolo degli uccelli acquatici piscivori, spesso scambiato per pulcino d’anatra; la marzaiola (Spatula querquedula), è una specie classificata, in Italia, come vulnerabile, si stima che nella pianura Padana la popolazione nidificata si attesti sulle 200-300 copie; il tarabusino (Ixobrychus minutus) è il più piccolo airone europeo; ma anche la schiribilla (Zapornia parva) e il martin pescatore (Alcedo  atthis).

Tra Codevigo e Chioggia, è situato uno dei più grandi bacini di fitodepurazione del Veneto: l’Oasi di Ca’ di Mezzo, nel comprensorio di bonifica Adige Euganeo (sede a Este) realizzata nel 2.000 dall’allora Consorzio di Bonifica Adige Bacchiglione con l’Università di Padova grazie a finanziamenti della Regione del Veneto. Posta a ridosso della Laguna Veneta, tra il Bacchiglione e il Canal Morto, alimentata dal Canale Altipiano, si estende su 30 ettari ed è in grado di invasare fino a 500.000 mc d’acqua.

Tra le principali zona umida del Polesine ricadenti nel comprensorio di bonifica Adige Po (sede a Rovigo) è il bacino della Buora a Badia Polesine, oggi gestito dal WWF ma realizzato nel 2004 dall’allora Consorzio di Bonifica Polesine Adige Canal Bianco. Ma significativi, perché esempi di microbacini a plurima funzionalità, sono anche gli invasi che il consorzio di bonifica Adige Po ha realizzato a Villadose e Rovigo-Busosarzano e il progetto attualmente in corso d’opera di quattro micro-bacini realizzati da privati tra Rovigo, Villadose (2) e Adria nell’ambito del progetto GCA – CSR 2023-2027 per il quale il consorzio svolge ruolo di coordinamento.

Zona di sperimentazioni sulla ricarica della falda è, soprattutto, l’alto vicentino sul quale insistono il consorzio di Bonifica Brenta (sede a Cittadella) attivo nella valorizzazione del paesaggio di rogge realizzate dalla Serenissima e nella realizzazione di aree forestali di ricarica, e il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta (sede a San Bonifacio). Proprio il consorzio Alta Pianura Veneta ha realizzato su impulso della Regione del Veneto la cassa di espansione di Trissino, ora gestita da Veneto Agricoltura; al suo interno, grazie alla presenza di un rio, si è sviluppato un habitat ideale per lo stanziamento di uccelli. Sempre il consorzio Alta Pianura Veneta è impegnato nella manutenzione delle Risorgive del Bacchiglione a Dueville (VI), gestite da Viacqua. Il consorzio si occupa della rete demaniale di deflusso, della sistemazione dei guadi e degli interventi in situazioni di emergenza. Vi trovano casa circa 40 specie di uccelli ed è sito di inanellamento ai fini di monitoraggio della Cannaiola verdognola (acrocephalus palustris).

Il Consorzio di Bonifica Veronese (sede nel capoluogo scaligero) ha in gestione il territorio delimitato a ovest dal Lago di Garda e dal confine con la Lombardia e a est dal fiume Adige; ha collaborato alla realizzazione di diversi boschi e parchi che sorgono a ridosso di corsi d’acqua: il parco Le Vallette di Cerea, riqualificazione del vecchio paleo alveo del fiume Menago; il bosco del Tartaro a Torretta di Legnago; l’area di Bussé a Vangadizza. Nel 2010 il Consorzio ha collaborato, su incarico del Comune di Legnago, alla realizzazione e alla progettazione della riqualificazione delle zone ripariali delle golene dell’Adige a nord e a sud del centro abitato di Legnago.

NELLE ZONE COSTIERE

Realizzata dal Consorzio di Bonifica Delta del Po (sede a Taglio di Po, Rovigo) in collaborazione con Veneto Agricoltura, l’oasi di Ca’ Mello, 40 ettari nel comune di Porto Tolle (RO) a ridosso della sacca di Scardovari, è la dimostrazione di come sia possibile recuperare un canale abbandonato e realizzare un oasi naturalistica con funzioni ambientali e irrigue per i territori adiacenti. L’area è alimentata dal canale consortile Ca’ Mello – Ca’ Dolfin. La gestione ambientale è in capo a Veneto Agricoltura.

Il consorzio di Bonifica Veneto Orientale (sede a San Donà di Piave) è intervenuto, nel 2010, nel ripristino e nella creazione di nuove barene su 21,73 ettari della Laguna di Caorle. tra i comuni veneziani di Caorle e San Michele al Tagliamento, grazie al finanziamento dei Piani integrati mediterranei (CEE 2088/2025). L’area è diventata un importante sito di nidificazione di uccelli, popolata da almeno 15 specie. Trovano qui casa anche quattro specie che nella classificazione IUCN risultano “in pericolo”:  il Fraticello (Sternula albifrons), la Pittima reale (limosa limosa), il Moriglione (aythya ferina) e la Calandrella (Calandrella brachydactyla). Una prima importante area umida nell’entroterra è in fasi di realizzazione a Gruaro, in un’area di 10,12 ettari, alimentata dalla roggia Versiola.

Venezia, 31 gennaio 2025

 

ADDIO AL PROFESSOR MAURIZIO BORIN, UNA VITA DEDICATA ALLO STUDIO DELLE TECNICHE IRRIGUE, DELLA SOSTANZA ORGANICA E DEI SERVIZI ECOSISTEMICI DERIVANTI DALL’IRRIGAZIONE

I consorzi di bonifica del Veneto piangono la scomparsa del professor Maurizio Borin, grande esperto di irrigazione, servizi ecosistemici, sostanza organica e fitodepurazione.

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Con la scomparsa del professor Maurizio Borin i consorzi di bonifica perdono uno studioso appassionato, un grande esperto di irrigazione, di fertilità dei suoli, di fitodepurazione e di servizi ecosistemici derivanti dalla pratica irrigua, ma perdono anche un grande amico e un efficace divulgatore; un uomo in grado di fare rete tra mondo accademico, istituzioni e società civile con una visione generale che abbracciava le ragioni della scienza, dell’agricoltura, dell’ambientalismo e di tutti quei soggetti che operano a vario titolo per la salvaguardia del territorio.”

Francesco Cazzaro, presidente di ANBI Veneto, commenta così la triste notizia dell’improvvisa scomparsa, la notte tra sabato 25 e domenica 26 gennaio, di Maurizio Borin, docente di agronomia, direttore fino a pochi anni fa del DAFNAE Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, risorse naturali e Ambiente, dell’Università degli Studi di Padova. 

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“6 FIUMI PER 70 MULINI”, UN LIBRO CHE FOTOGRAFA UN PAESAGGIO, L’AMBIENTE E I SUOI ANTICHI MESTIERI

Un importante progetto editoriale sostenuto dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive e realizzato dalla cooperativa sociale “La Città del Sole”: una ricognizione sui mulini tra Padova, Venezia e Treviso che è anche il racconto di un territorio.

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Un patrimonio architettonico diffuso, silenziosa testimonianza di un’antica civiltà che operava a stretto contatto con la natura e che proprio dalla natura traeva cibo ed energia.

Dove ci sono fiumi, canali e torrenti, dove la spinta dell’acqua lo consente, i mulini erano il motore dello sviluppo di attività economiche essenziali per l’uomo: la macinazione del grano, la pilatura del riso, il taglio del legname, la fusione dei metalli, la produzione di tessuti e carta. Sono mulini le segherie, le fucine, le concerie, le cartiere, ma anche forni e frantoi; discendono dai mulini le centrali idroelettriche con le loro turbine e coclee (viti d’Archimede) attivate dall’acqua. Sebbene proprio l’energia elettrica abbia messo in crisi questi antichi centri produttivi, molte di queste strutture, pur dismesse, sono ancora presenti e perfettamente integrate nei territori, come elementi essenziali del paesaggio.

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PIANO PROTEZIONE CIVILE, LE OSSERVAZIONI DEI CONSORZI DI BONIFICA DEL VENETO IN SEDE DI COMMISSIONE INTEGRATA REGIONALE

ANBI Veneto è intervenuta, per conto degli 11 Consorzi di Bonifica associati, alla prima riunione della Commissione Integrata della Protezione Civile regionale di recente nomina. Sul tavolo, il Piano regionale di Protezione Civile.  

 

In rappresentanza degli 11 Consorzi di Bonifica associati, ANBI Veneto è intervenuta alla Commissione Integrata della Protezione Civile regionale riunitasi nel pomeriggio di ieri, 22 gennaio, presso Palazzo Balbi, sede della Regione del Veneto, per discutere le integrazioni al Piano regionale di Protezione Civile.

Proposte e osservazioni sono state esposte su entrambi i punti dell’ordine del giorno: la costituzione degli ambiti territoriali e organizzativi ottimali (ATOO), con i relativi criteri organizzativi, e il programma nazionale di soccorso sismico.

I temi esposti rappresentano il contributo dei Consorzi di Bonifica alle analisi della Regione del Veneto; confermiamo la validità e la correttezza dell’impianto generale dei due piani stralcio del Piano regionale di Protezione Civile oggetto dell’ordine del giorno”, ha affermato il presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro.

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