Irrigazione

Allarme siccità in Riviera, arriva l’acqua dell’Adige

Brenta e Naviglio in secca e raccolti dei territori posti a sud della Riviera del Brenta in seria difficoltà idrica. Arriva in soccorso l’acqua dall’Adige. «Altri cinque giorni come questi e i raccolti della Riviera del Brenta saranno compromessi»: il grido d’allarme arriva dalla Coldiretti di Venezia. Se non piove, l’unica risorsa disponibile è quella di pompare l’acqua dei fiumi negli scoli consorziali. Se Brenta e Naviglio sono in secca, ecco la soluzione: far giungere nei due fiumi l’acqua dell’Adige. A risolvere il problema ci hanno pensato il Consorzio di bonifica Bacchiglione e il Consorzio L.E.B. (Lessinio Euganeo Berico). Tramite un percorso di 70 chilometri, realizzato in parte con condotte interrate, vengono pompati nel Bacchiglione 6.500 litri d’acqua “veronesi” al secondo. Tramite un complesso sistema di chiuse, l’acqua viene successivamente immessa nel Brenta e in Naviglio. Le acque dell’Adige vengono convogliate a Belfiore (Vr) e immesse nel Bacchiglione a Montegaldella (Vi), per poi raggiungere il nodo idraulico di Stra tramite i canali regionali di San Gregorio e Piovego. Nel nodo idraulico di Stra l’acqua è poi prelevata per essere pompata negli scoli consorziali Galta e Cornio. A causa di lavori in corso ad opera della Regione, l’acqua ha un basso livello di pescaggio. Per ovviare all’inconveniente, il Consorzio di Bonifica Bacchiglione ha installato una pompa elettrica e giovedì scorso in aggiunta anche una motopompa, con grande soddisfazione delle aziende agricole di Stra, Vigonovo, Galta, Fossò, Sandon, Premaore e Campagna Lupia, che ora possono attingere dagli scoli consorziali tutta l’acqua che serve per i raccolti.

 

Gazzettino

345 AZIENDE PER 11.000 ETTARI DI TERRITORIO RISPARMIANO IL 20-30% DI ACQUA IRRIGUA GRAZIE AD IRRIFRAME

Irriframe è una piattaforma informatica ANBI (Associazione Nazionale Gestione e tutela del territorio e risorse idriche), che funge da sistema esperto di consiglio irriguo, in grado quindi di indicare, direttamente su smartphone, pc e tablet, agli agricoltori quando irrigare e in che quantità, sulla base delle caratteristiche del terreno, della coltura e della disponibilità idrica del Consorzio di bonifica. E’ un progetto già attivo in una decina di Regioni, tra cui il Veneto che ha visto un adesione sempre maggiore e che conta 345 aziende aderenti, per una superficie interessata di 11.000 ettari (8.000 ha mais, 3.000 ha tabacco; il sistema è ora esteso anche a barbabietola e soia, il che prevede nel 2016 un raddoppio delle aziende e degli ettari che beneficeranno di Irriframe). Proprio quest’anno, in occasione di EXPO Milano 2015, è stata presentata anche l’APP di IRRIFRAME, che permetterà un consiglio irriguo anche in versione vocale (‘Irrivoice’) il tutto in modo gratuito.

Secondo il Presidente di Unione Veneta Bonifiche, Giuseppe Romano, va comunque sfatato un luogo comune, ovvero che l’agricoltura consuma acqua: “l’acqua impiegata nell’uso irriguo non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale. L’irrigazione a scorrimento che avviene a monte, infatti, non si può considerare solo una tecnica irrigua, bensì una pratica ambientale che contribuisce alla ricarica della falda acquifera e delle risorgive a valle. In questo modo viene sostenuta anche la rete di fiumi di pianura, che servirà a sua volta per l’irrigazione di queste aree, in un ciclo dell’acqua continuo e senza sprechi.”

“Inoltre – conclude Romano-, grazie all’opera di modernizzazione e trasformazione degli impianti irrigui in pluvirrigui e al progetto Irriframe, la cui Unione Europea guarda con attenzione per la sua carica innovativa, si permetterà un uso ancora più efficiente e controllato della risorsa, che consentirà un risparmio d’acqua del 20-30%.”

CALDO AFRICANO, CAMPI ASSETATI, AGRICOLTURA IN TRINCEA

Il Consorzio sta erogando il massimo dell’acqua che può, situazione critica nella Bassa Veronese

Caldo africano, i campi sono assetati. Il fabbisogno idrico è elevato anche per quelle colture che tradizionalmente non hanno necessità di quantitativi d’acqua importanti, come soia e altri seminativi.

“Stiamo facendo tutto il possibile per portare acqua anche nelle Valli Grandi e nella Bassa Veronese – afferma il presidente del Consorzio di Bonifica Veronese – dove non esiste un sistema di irrigazione strutturato dato che per i seminativi, in condizioni meteorologiche normali, è quasi sufficiente l’acqua dei temporali estivi. Purtroppo il clima non è per niente normale e le aziende agricole della zona sono tutte impegnate nell’irrigazione di soccorso, pompando acqua dalla rete di canali naturali creata dalle risorgive: Tregnon, Sanuga, Tartaro, Tione, Bussè e gli altri corsi d’acqua minori. IL Consorzio ha organizzato i turni di irrigazione strutturata nella parte a nord della provincia in modo da poter raccogliere acqua e deviarla a sud attraverso il canale raccoglitore che taglia la pianura da Valeggio sul Mincio a Pontoncello di San Giovanni Lupatoto, ma il fabbisogno d’acqua è molto”. (altro…)

Acqua sufficiente per l’irrigazione

In pieno svolgimento da parte del Consorzio di bonifica Brenta presieduto da Enzo Sonza, l’attività di irrigazione del territorio. Sono coinvolti 54 comuni, da Bassano alle porte di Padova. L’irrigazione si svolge su circa 30mila ettari di territorio (di questi 9 mila a pioggia), a favore di oltre 20mila aziende agricole. Le portate fluenti nel fiume Brenta sono per ora sufficienti a garantire le derivazioni d’acqua nei canali consortili. Non è stato ancora necessario intaccare la riserva idrica accumulata nei bacini Enel del Corlo e del Senaiga, ubicati nel bellunese sul torrente Cismon, principale affluente del Brenta, emetà dei cui volumi è a disposizione del Consorzio. Tutto questo ha permesso di tenere finora alto i livelli di tali laghi, con beneficio anche per i rivieraschi e per le relative attività turistiche e sportive. Tre le nuove centrali di pompaggio realizzate dal Consorzio a Romano d’Ezzelino e a Bassano del Grappa con finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole. «La nostra fortuna è avere in dotazione una serie di opere che il Consorzio è riuscito a potenziare e valorizzare in tanti anni di attività – afferma il presidente Sonza – L’epoca moderna ha portato grandi progressi e non so come potremmo fare oggi senza gli impianti a pioggia o senza il lago del Corlo, che se per ora non è stato ancora utilizzato, molto probabilmente sarà prezioso anche quest’anno: l’estate è ancora lunga»

INIZIERA’ DAL PIEMONTE LA DUE GIORNI ANBI “IL CIBO E’ IRRIGUO”

Si inizierà il pomeriggio di mercoledì 22 Luglio, ore 17.00, all’Hotel Dino a Baveno in provincia di Verbania, con la sessione  dedicata a presentare i nuovi compiti, cui sono chiamati i Consorzi di bonifica (“I Consorzi protagonisti di cANBIamento. La PAC 2014-2020, un’opportunità da cogliere“) e di cui il restyling comunicativo dell’ANBI, presentato nell’occasione, sarà il necessario complemento.

Il giorno dopo, giovedì 23 Luglio, in sede Expo Milano, alla presenza del Ministro dell’Ambiente e di un parterre di assoluto rilievo politico e tecnico, si terranno le sessioni dedicate al nuovo modello di sviluppo per l’Italia, avente la valorizzazione del territorio come elemento centrale (“ANBIzioni di un territorio protagonista“) ed alle ecocompatibilità (“ANBIenti d’acqua: le scelte per un futuro sostenibile“).

Saranno presenti i Consorzi di bonifica del Veneto che faranno il punto sullo stato irriguo regionale e sul PSR. Presente all’incontro il neo Assessore all’Agricoltura, caccia  e pesca della Regione Veneto Giuseppe Pan.

I PROGRAMMI DELLE GIORNATE

22 luglio – I Consorzi protagonisti di cANBIamento. La PAC 2014-2020, un’opportunità da cogliere

invitoprogramma 22 luglio

23 luglio – ANBIzioni di un territorio protagonista. ANBIenti d’acqua: le scelte per un futuro sostenibile.

invitoprogramma 23 luglio

 

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TORNA IL CALDO AFRICANO – MEZZO MILIARDO DI METRI CUBI D’ACQUA PER FRONTEGGIARE IL PERIODO SICCITOSO

A tanto ammonta il quantitativo di risorsa idrica che i Consorzi di bonifica hanno fornito all’agricoltura veneta negli ultimi 15 giorni

 Mentre è in dirittura d’arrivo la seconda ondata di caldo africano, i Consorzi di bonifica sono al lavoro per garantire l’acqua irrigua ai 600 mila ettari di campagne venete.

Giuseppe Romano, presidente Unione Veneta Bonifiche: “Negli ultimi 15 giorni abbiamo garantito alle nostre campagne mezzo miliardo di metri cubi d’acqua, necessari alla produzione del “Made in Italy” agroalimentare della nostra regione. E’ proprio in periodi siccitosi come questo che viene valorizzato il valore ambientale che l’acqua offre non solo all’agricoltura ma anche al territorio e al paesaggio. La pratica irrigua nell’alta pianura veneta infatti, contribuisce fortemente a ricaricare la falda acquifera e a tenere in vita le risorgive a valle”.

I consorzi di bonifica del Veneto provvedono a distribuire annualmente all’agricoltura veneta 5 miliardi di metri cubi d’acqua, necessari all’irrigazione di 600 mila ettari di cui 200 mila strutturati e 400 mila di soccorso.

Tutto ciò è possibile grazie ad una quotidiana gestione di una rete di canali ad uso esclusivamente irriguo da 8.425 km, oltre a circa 10.000 km di rete promiscua (scolo e irrigazione).

Il 67% della superficie irrigabile è servito da irrigazione da rete promiscua, il 26% da irrigazione attrezzata a gravità e il 7% da irrigazione attrezzata in pressione. La stagione estiva – conclude Romano – ha vissuto alternate condizioni di piovosità, per cui stiamo fronteggiando in maniera ottimale la stagione estiva particolarmente calda e non possiamo ancora parlare di siccità.”

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TORNA IL CALDO AFRICANO – MEZZO MILIARDO DI METRI CUBI D’ACQUA PER FRONTEGGIARE IL PERIODO SICCITOSO

A tanto ammonta il quantitativo di risorsa idrica che i Consorzi di bonifica hanno fornito all’agricoltura veneta negli ultimi 15 giorni

 Mentre è in dirittura d’arrivo la seconda ondata di caldo africano, i Consorzi di bonifica sono al lavoro per garantire l’acqua irrigua ai 600 mila ettari di campagne venete.

Giuseppe Romano, presidente Unione Veneta Bonifiche: “Negli ultimi 15 giorni abbiamo garantito alle nostre campagne mezzo miliardo di metri cubi d’acqua, necessari alla produzione del “Made in Italy” agroalimentare della nostra regione. E’ proprio in periodi siccitosi come questo che viene valorizzato il valore ambientale che l’acqua offre non solo all’agricoltura ma anche al territorio e al paesaggio. La pratica irrigua nell’alta pianura veneta infatti, contribuisce fortemente a ricaricare la falda acquifera e a tenere in vita le risorgive a valle”.

I consorzi di bonifica del Veneto provvedono a distribuire annualmente all’agricoltura veneta 5 miliardi di metri cubi d’acqua, necessari all’irrigazione di 600 mila ettari di cui 200 mila strutturati e 400 mila di soccorso.

Tutto ciò è possibile grazie ad una quotidiana gestione di una rete di canali ad uso esclusivamente irriguo da 8.425 km, oltre a circa 10.000 km di rete promiscua (scolo e irrigazione).

Il 67% della superficie irrigabile è servito da irrigazione da rete promiscua, il 26% da irrigazione attrezzata a gravità e il 7% da irrigazione attrezzata in pressione. La stagione estiva – conclude Romano – ha vissuto alternate condizioni di piovosità, per cui stiamo fronteggiando in maniera ottimale la stagione estiva particolarmente calda e non possiamo ancora parlare di siccità.”

DRONI PER IL MONITORAGGIO DEL TERRITORIO Domani mattina incontro a Venezia

L’impiego dei droni per il rilievo ambientale e topografico. Questo il titolo dell’evento che si terrà domani mattina, dalle ore 9.00, presso la sede di Unione Veneta Bonifiche. Il simposio è organizzato da Unione Veneta Bonifiche, in collaborazione con EUROPEAN PROJECT CONSULTING e MENCI SOFTWARE COMPUTER/TECNOLOGIA.

In Italia le imprese collegate al mondo dei droni sono circa una settantina. Si tratta di un settore ancora agli esordi ma che permette moltissime applicazioni, tra cui quelle nel mondo green, della bonifica.
Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche commenta: “I droni nel monitoraggio ambientale sono un utile strumento che permette un costante aggiornamento della topografia dei nostri territori, la sorveglianza degli stessi, fino all’impiego nell’agricoltura di precisione. In Veneto abbiamo già dei casi studio, come l’utilizzo di questa tecnologia per il rilievo aerofotogrammetrico della cassa di laminazione per la mitigazione del rischio idraulico del rio Rio Dolzetta nel comune di Romano d’Ezzelino, effettuato dal Consorzio di bonifica Brenta, oppure droni a supporto della realizzazione degli interventi di somma urgenza lungo l’asta del Torrente Stizzon nei comuni di Seren del Grappa e Feltre (BL).”
Parteciperanno all’incontro Consorzi di bonifica, Geni Civili della Regione del Veneto e tecnici specializzati.

la locandina

Invito_droni_UVB

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IL 18% DI SUPERFICI AGRICOLE IRRIGATE PRODUCE IL 45% DEL FABBISOGNO ALIMENTARE MONDIALE

“In Italia, ogni anno, si movimentano per le esigenze primarie, da una regione all’altra, 800 milioni di metri cubi d’acqua”: lo afferma Vera Corbelli, Segretario Generale Autorità di Bacino Liri-Garigliano-Volturno, in relazione al convegno sull’uso delle risorse idriche dei bacini acquiferi della regione, organizzato a Milano dall’Unione Regionale Bonifiche Molise, che ricopre un ruolo fondamentale nella gestione dell’acqua in agricoltura.

Il cibo è irriguo ed è questo il senso della nostra presenza ad Expo Milano con il sistema esperto d’irrigazione Irriframe – chiosa Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI) – Basti pensare che, a livello mondiale, il 18% delle superfici agricole, irrigate, produce il 45% del fabbisogno alimentare del Pianeta. In Italia, purtroppo, si investono nel Piano Irriguo Nazionale solo 300 milioni di euro secondo una programmazione pluriennale; nella sola regione australiana di Victoria, l’investimento nell’irrigazione è pari quasi ad 1 miliardo all’anno! Occorre pertanto una rinnovata consapevolezza della politica verso il fondamentale ruolo economico del servizio irriguo, perché non è pensabile pensare ad un futuro agricolo per l’Italia senza un’adeguata irrigazione. L’esperienza di autogoverno e sussidiarietà dei Consorzi di bonifica è un esempio di gestione collettiva dell’acqua, studiato nel mondo. Come ANBI, siamo al fianco di chi crede in un modello Paese, che abbia il territorio e le sue attività al centro, dicendo stop allo sfrenato consumo di suolo e candidando i Consorzi di bonifica a ricoprire, per le loro competenze, quel ruolo intermedio, che l’abolizione delle Province lascia vacante.”

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“IL VERO PROBLEMA NON E’ L’ACQUA PER GLI ALIMENTI, MA E’ L’ACQUA NECESSARIA PER TELEFONINI E MAGLIETTE”

“L’importante concetto di impronta ecologica idrica va aggiornato con nuovi parametri, sui quali stiamo studiando e che non potranno prescindere dal contesto, nel quale l’acqua viene utilizzata.” E’ quanto annunciato da Alessandro Manzardo, ricercatore del Centro Studi Qualità e Ambiente del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, intervenuto, ad Expo Milano, al convegno “Nutrire il pianeta, acqua per la vita”.
Presente anche il Presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi Gestione Tutela Territorio ed Acque Irrigue (ANBI), Francesco Vincenzi, che commenta: “E’ un importante annuncio da parte di una delle più autorevoli fonti italiane, che accredita quanto da sempre sosteniamo: la water footprint va contestualizzata.
Il primo problema, infatti, non è l’acqua utilizzata per produrre alimenti ed il cui uso efficiente è perseguito dai Consorzi irrigui, perchè resta comunque nel ciclo vitale, pur essendo necessaria una riflessione sugli stili di vita nutrizionali; il problema sono i quasi 10.000 litri d’acqua necessari per un paio di jeans o i quasi 2.500 necessari per una t-shirt, senza considerare quella necessaria per realizzare telefonini od automobili, perché viene restituita all’ambiente con qualità peggiore di come viene prelevata.
Non solo: la delocalizzazione fa sì che tali produzioni avvengano spesso in Paesi già a forte deficit idrico, peggiorando così la “sete” di quelle popolazioni e ponendo la questione fondamentale della localizzazione di attività idroesigenti.
Ancora una volta cercare la sensazionalizzazione della notizia parlando dell’agricoltura e del settore agroalimentare, che ne consegue, serve a distogliere ed a confondere l’attenzione dai veri interessi, che condizionano presente e futuro del Pianeta!”

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