Irrigazione

Consorzio di bonifica Piave: allarme siccità

piave-siccita-2

Il Piave è in secca e l’emergenza idrica diventa sempre più realistica. Non piove e in montagna non nevica, l’inverno particolarmente siccitoso sta pregiudicando la possibilità irrigua per il 2017.
Qui siamo a Quero, ponte di Fener.
L’anomalia è l’assenza di precipitazioni, ma che d’inverno piova poco è normale.
Il Piave è in regime di magra, anche se appare “in secca”, come è scontato sia in questo periodo, è garantito il minimo deflusso vitale (DMV) stabilito e le nostre derivazioni di Fener e Nervesa si adeguano alle condizioni imposte dalla norma. Oggi abbiamo una riduzione delle portate derivate a Fener del 35% e a Nervesa del 70%.
Ci apprestiamo nei prossimi giorni a chiudere progressivamente altri canali derivati, al fine di garantire il DMV nel Piave.

 

 

 

piave-siccita

“NUOVO CLIMA ITALIA: CONVIVONO FREDDO, NEVE E SICCITA’ ”

Il clima sta cambiando. La percezione mediatica  di un’Italia assediata da freddo e neve contrasta con la realtà di ampi territori anche meridionali, colpiti dalla siccità: l’analisi è dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) che indica, come esempio, i roghi della Liguria, ma fiamme sono divampate anche in Lombardia e l’allarme incendi è stato lanciato in Veneto, dove le precipitazioni, nell’ultimo mese, sono calate del 97% e tutti i fiumi sono vicini ai minimi storici ad eccezione singolarmente del Po, che ancora gode delle precipitazioni cadute in Novembre sul Piemonte.  E’ il primo esempio di una inusuale fotografia “a macchia di leopardo ” della situazione idrica del Paese, dove le nevicate dei giorni scorsi anche sul Centro-Nord hanno solamente lenito la “sete” dei terreni senza, però, apportare sostanziali benefici a deficitari bilanci idrici. Da questa situazione, però, si smarca il lago di Garda, l’unico dei grandi laghi settentrionali sopra la media stagionale, mentre i livelli degli altri (Maggiore, ma soprattutto Iseo e Como) sono largamente deficitari. (altro…)

Tag: |

NON PIOVE, IN VENETO SI TEME UN ALTRO INVERNO SICCITOSO

I Consorzi di bonifica del Veneto mostrano preoccupazione riguardo all’andamento climatico: negli ultimi due mesi, secondo dati ARPAV, le precipitazioni sono state in calo del 97% rispetto alla media. Una situazione già vista l’anno scorso che mette in serio pericolo le nostre coltivazioni.

2 millimetri: Questa la quantità di pioggia caduta dal cielo lo scorso dicembre. Il mese di gennaio non ha segnato una svolta, anzi, solo precipitazioni modeste: mm 10-25 sul Veneto centrale, mm 2-10 sulle Prealpi, mm 1-10 nella parte meridionale veneta.

Un film già visto nel 2015 che ha fatto scattare la paura di un’altra stagione invernale siccitosa. Se analizziamo la media stagionale (1994-2015) nel trimestre ottobre-dicembre del 2016 gli apporti precipitazionali sono stati di 228 millimetri ovvero del 30% inferiori alla media. (altro…)

Consorzio di bonifica Delta del PO – 1,9 milioni per adeguare gli impianti irrigui obsoleti

È ritornato il sereno al Consorzio di bonifica delta del Po per l’arrivo dalla Regione di due importanti finanziamenti per complessivi 1 milione e 900 mila euro, finanziamenti che stanno ritornando ad essere concretamente visibile per l’importanza del Consorzio di bonifica per il territorio deltizio.

Le tante progettazioni redatte dall’Ufficio tecnico dell’ente consortile, esecutive e previsionali, cominciano ad essere finanziate per cui saranno realizzati dei lavori di natura urgente ed indifferibile per la difesa e tutela del territorio. Il Consorzio di bonifica Delta del Po è l’unica vera garanzia per la vivibilità del territorio fortemente abitato e coltivato in maniera tradizionale e specializzata, anche nelle lagune, ma soltanto se a questo ente saranno garantite le risorse per il mantenimento della sicurezza idraulica che per il delta non vuol dire solamente arginature solide ma anche l’espulsione delle acque superflue dovute sia alle piogge e quelle che escono per filtrazione dagli argini dei canali e dei fiumi Po e Adige essendo un territorio, a causa della subsidenza, sotto il livello del medio mare anche di 4 metri. (altro…)

Consorzio di bonifica Veronese – sistemato il fosso storto a Ronco d’Adige

Il Consorzio di Bonifica Veronese ha iniziato lo scorso maggio i lavori di sistemazione e riqualificazione del Fosso Storto, nel tratto che fiancheggia la strada comunale in località Colombarotto. Il Fosso Storto, che si trova sul confine tra i Comuni di Ronco all’Adige e di Palù, ha origine in località Albaro e dopo un percorso rettilineo verso sud attraversa il comune di Oppeano, dove piega bruscamente verso est descrivendo un sinuoso semicerchio, immettendosi nel Bussè a nord del Bastiello.

Tra il 1194 e il 1199 venne realizzata la bonifica integrale del Comune di Palù. La maggior parte delle acque che defluivano dall’area bonificata si immettevano nel Fosso Storto, che ne costituiva il limite sud-orientale. Successivamente confluirono nel Fosso Storto anche le colaticce delle nuove irrigazioni. La situazione odierna rispecchia quella del passato. A monte del tratto oggetto di intervento, confluiscono nel Fosso Storto, la Fossa Sagramosa Tramarine, lo scolo Mirandolo e lo scolo Bolognese.

Lo scolo Mirandolo, fu scavato tra il 1194 e 1199 in occasione sempre della bonifica integrale di Palù. Ha origine da una sorgente situata in contrada Rivalunga in Comune di Zevio e, dopo aver costeggiato i confini settentrionali-orientali di Palù, si immette nel Fosso Storto in contrada Motte, dopo aver superato la pila omonima ormai dismessa.

La rete idraulica in questa zona è frutto di un’azione di bonifica che ha avuto inizio nel 1200. Risolto il problema dello scolo delle acque, la rete successivamente è stata integrata con corsi d’acqua aventi lo scopo di veicolare le portate per l’irrigazione. Con l’evoluzione dell’agricoltura, i mulini e le pile, presenti in questa zona hanno perso la loro funzionalità e con loro anche la rete di collettori necessari al loro funzionamento.

A questo vanno aggiunti, i diversi lavori che si sono resi necessari negli ultimi anni, per estendere il servizio irriguo che hanno portato a modificare parte della rete a servizio del bacino del Fosso Storto.

Il presidente

La condizione attuale – spiega il Presidente del Consorzio di Bonifica Veronese Antonio Tomezzoli – creava però problemi per il deflusso, perché la vicinanza della strada e gli esili argini, che dividono il fosso Storto dagli altri corsi d’acqua, causavano frane che ne riducevano la sezione e che non potevano essere sistemate per l’impossibilità di accedere sugli argini, che sono in parte privati e che hanno soprattutto dimensioni troppo esigue per il transito dei mezzi operativi.

L’intervento di ripristino della funzionalità idraulica del Fosso Storto – prosegue il Presidente del Consorzio che ha sede in Strada della Genovesa a Verona – ha rappresentato quindi anche l’occasione per porre in sicurezza la strada comunale e, al tempo stesso, ha anche permesso un importante intervento di riqualificazione ambientale del corso d’acqua.

Tra i vari interventi eseguiti dal Consorzio di Bonifica Veronese sul Fosso Storto, si è provveduto alla rimozione degli argini e al deposito del terreno per la chiusura degli scoli Turchetto delle Motte e Scolo delle Canne, alla realizzazione della nuova sponda sinistra del corso d’acqua con conseguente allargamento della strada e creazione di una banchina stradale e all’esecuzione di opere di ricomposizione ambientale, che consistono nella creazione di una fascia alberata lungo tutto lo sviluppo dell’intervento sul lato campagna.

I lavori sono terminati in dicembre, ma si è dovuto aspettare qualche giorno per riaprire la strada per attendere il perfetto compattamento della nuova banchina.

I lavori hanno avuto un costo complessivo di 280mila euro, dei quali 230mila a carico del Comune di Ronco all’Adige e 50mila a carico della Regione del Veneto.

 

Ufficio stampa

Consorzio di bonifica Veronese

Terrevolute – Un progetto per valorizzare il patrimonio materiale e immateriale nelle aree di bonifica del Veneto

Padova, 20 dicembre. Terre “evolute”, perché frutto di un secolare processo di evoluzione e miglioramento produttivo, economico e sociale, e terre “volute”, perché fortemente desiderate, ritenute indispensabili per le esigenze di una popolazione in continua crescita. È dunque un gioco di parole il nome del progetto scientifico Terrevolute. Valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale nelle aree di bonifica del Veneto realizzato dal Laboratorio di storia orale del Dipartimento di Scienze Storiche Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova sotto la responsabilità scientifica della prof.ssa Elisabetta Novello, con il cofinanziamento di Consorzio di bonifica Bacchiglione e Consorzio di bonifica Adige Euganeo e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, i cui risultati sono stati presentati oggi nel corso di un convegno a Palazzo Bo, sede centrale dell’Ateneo patavino. (altro…)

Convegno: TERREVOLUTE Valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale nelle aree di bonifica del Veneto

Martedì 20 dicembre 2016

dalle 9.30 presso l’Archivio Antico di Palazzo Bo, a Padova

si terrà il convegno scientifico di presentazione dei risultati finali del progetto di ricerca:  

“TerrEvolute. Valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale delle aree di bonifica del Veneto”.

 Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione di ANBI Veneto, dei Consorzi di bonifica Bacchiglione e Adige Euganeo, della Fondazione Cariparo e del Laboratorio di storia orale (LabOr) del DiSSGeA.

Per l’occasione verrà presentato il Portale Terrevolute grazie al quale è possibile individuare e consultare documenti, immagini, cartografie, fonti orali e molte altre informazioni relative al territorio di bonifica.

Sarà inoltre proiettato il documentario “Terrevolute. Gli uomini della bonifica”, regia di Michele Angrisani, soggetto e ricerca storica di Elisabetta Novello.

IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA

convegno-scentifico-terrevolute-20-12-2016

Tag: |

IL CIPE CONFERMA 295 MILIONI PER L’IRRIGAZIONE ITALIANA. SIAMO SODDISFATTI PERCHE’ E’ UNA SCELTA LUNGIMIRANTE

“Dobbiamo rendere merito per  i 295 milioni  destinati ad infrastrutture irrigue, stanziati definitivamente dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e che si aggiungono ai 300 milioni, previsti dal Programma di Sviluppo Rurale Nazionale.”
A dirlo è stato Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi  Gestione  Tutela  Territorio ed Acque Irrigue (ANBI), che ha espresso la soddisfazione del mondo dei Consorzi di bonifica e di irrigazione per un provvedimento, che significa il riavvio del Piano Irriguo Nazionale.

“Ampliare e migliorare l’irrigazione nel nostro Paese vuol dire non solo incrementare la qualità dei prodotti agricoli, ma incrementare la ricaduta ambientale di un uso produttivo della risorsa acqua, dalla cui disponibilità già oggi dipende l’84% del made in Italy agroalimentare” ha chiosato Massimo Gargano, Direttore Generale ANBI. L’Italia è tra i Paesi europei, che maggiormente fanno ricorso all’irrigazione: è seconda in termini di superficie irrigata solo alla Spagna (circa 2,4 milioni di ettari contro i 3 milioni di ettari iberici) e quarta in termini di incidenza della superficie irrigata sulla S.A.U. (Superficie Agricola Utile) con circa il 9%, dopo Malta, Cipro e Grecia, che irriga circa il 20% ! della S.A.U. 

Per più della metà della S.A.U. irrigata in Italia (1.300.000 ettari su 2.400.000) l’irrigazione è gestita in maniera collettiva  dai Consorzi. In uno studio svolto con l’Università di Trieste, il Mi.P.A.A.F. (Ministero Politiche Agricole Alimentari Forestali) ha stimato il valore dell’irrigazione a partire dall’effetto prodotto sul valore dei suoli agrari. Dall’analisi è emerso che il Valore Agricolo Medio (V.A.M.) delle colture più importanti dal punto di vista economico (seminativo, frutteto, orto, prato) si aggira sui 40.000 euro/ha, con un massimo al Nord pari a 52.000 euro/ha ed il minimo nel Centro: 20.000 euro/ha. ! La presenza dell’irrigazione incide significativamente sul valore, introducendo una differenza fra irriguo e non irriguo pari a 13.500 euro/ha. In termini percentuali tale differenza è più elevata al Centro-Sud (60-80%) rispetto al Nord (39%) a causa delle differenze climatiche.
Nei seminativi, mediamente, l’incremento di valore riconducibile all’irrigazione è pari a circa il 27%. Il contributo massimo si registra per i suoli a colture specializzate: frutteto (+35%) e orto (+82%). Significativo è pure il contributo fornito al valore dei prati (+48%) che, nel Nord, richiedono elevati volumi d’acqua. “Ne consegue – ha concluso il Presidente ANBI – che l’irrigazione contribuisce in modo significativo al valore agricolo e quindi al reddito di tutte le principali colture praticate in Italia, diminuendo al contempo il rischio economico legato ai fattori meteorologici. E’ evidente che, in un’economia globalizzata, l’irrigazione è essenziale per la sopravvivenza di sistemi agricoli ital! iani, basati sulle colture specializzate, al Nord come al Sud.”

Allagamenti a Noventa ecco il Piano delle acque

Lotta agli allagamenti e sicurezza idraulica, è pronto il nuovo Piano delle acque di Noventa di Piave. Sarà presentato oggi alle 18.30, in municipio, ai componenti della commissione consiliare urbanistica e lavori pubblici.

Un incontro aperto ai cittadini

La seduta sarà aperta a tutta la cittadinanza. “L’amministrazione ha ritenuto di consentire al pubblico di partecipare perché ritiene che anche per i cittadini possa essere utile conoscere le questioni legate ai problemi idraulici del territorio”, spiega l’assessore Stefano Buffolo, “si tratta dell’inizio di un percorso di studio dei rischi e delle problematiche relative all’aspetto idraulico, la manutenzione e la gestione di tutto il sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche nell’ambito comunale”. Il “Piano regolatore delle acque”, questa la dicitura esatta, sarà illustrato dai tecnici del Consorzio di bonifica Veneto Orientale, che ne hanno curato la stesura per conto del Comune.

I vari elaborati cartografici e le relazioni saranno quindi disponibili alla consultazione anche sul sito internet del Comune.

Il Consorzio di bonifica Piave vince la scommessa!
L’amministrazione consorziale, insediatasi nel 2014, ha da subito perseguito e fortemente voluto confrontarsi con i sindaci del comprensorio (93 comuni) proponendo la realizzazione dei “Piani delle acque” comunali mettendo a disposizione la consulenza gratuita e le banche dati consorziali
e a bilancio la somma di euro 83,876 (nel 2015, per la sottoscrizione di n. 12 convenzioni con 12 comuni) nel 2016 sono a disposizione 130.000 euro di cui già metà impegnata e impegni di convenzione con altri 3 comuni.

I comuni che hanno aderito e compreso l’importanza di superare lo “stato di emergenza” con la “pianificazione” stanno concretizzando con risultati tangibili la forza stragegica di questo nuovo strumento già con queste prime forti piogge di novembre.

 

Il Consorzio di bonifica incontra i 98 Comuni di competenza

Prenderanno il via, oggi, lunedì 14 novembre gli incontri promossi dal Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta nei 98 Comuni di competenza. “Questo è il nostro stile – spiega il presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, Silvio Parise – fatto di dialogo, trasparenza ed efficienza, le priorità che ci siamo dati, ma anche gli obiettivi che abbiamo in gran parte raggiunto. Confrontarsi con le amministrazioni locali significa avere la consapevolezza delle esigenze del territorio e cercare, con i mezzi e gli strumenti a disposizione, di soddisfarle al meglio, per il bene dei cittadini e delle imprese”. Gli incontri saranno raggruppati in cinque aree di riferimento e si concluderanno il 17 novembre.

“Il Consorzio, ente preposto alla salvaguardia del territorio ed alla difesa del suolo – aggiunge il presidente Parise – si confronta periodicamente con gli interlocutori locali per raccogliere eventuali osservazioni e lavorare sempre meglio con e nei territori, al fine di rendere compartecipi le amministrazioni comunali nelle scelte di manutenzione effettuate. Siamo 20 consiglieri in un territorio di 98 Comuni, perciò il punto di vista, le criticità e le aspettative sollevate dagli amministratori sono fondamentali per lavorare bene”. (altro…)

Tag: , |