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VILLAGGIO COLDIRETTI VENEZIA: “L’ACQUA È AMICA” NEL CONVEGNO COLDIRETTI E ANBI

Acqua, agricoltura, ambiente. A unire queste tre parole è un rapporto virtuoso: l’acqua utilizzata per l’agricoltura genera infatti paesaggio e servizi ecosistemici a beneficio di tutti i cittadini. Il tema è stato oggetto di un seguitissimo incontro, venerdì 29 giugno, al Villaggio Coldiretti di Venezia, dal titolo “Acqua amica” promosso da Coldiretti stessa, con ANBI e ANBI Veneto.

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ANCORA PIOGGE RECORD IN VENETO, ANCORA DANNI ALLE COLTURE

Una nuova ondata di maltempo ha colpito il Veneto nella giornata del 25 giugno, con precipitazioni anche intense che hanno causato allagamenti in diversi territori. Il presidente ella Regione Luca Zaia ha predisposto la dichiarazione per lo stato di emergenza regionale.

Particolarmente colpiti i comprensori di bonifica Piave (sede a Montebelluna, TV) e Adige Po (sede a Rovigo), con le maestranze dei rispettivi Consorzi di bonifica impegnate a far fronte, ancora una volta, a piogge record.

Nel comprensorio Piave, che copre sostanzialmente tutta la Marca trevigiana, la situazione più difficile si è verificata nel territorio di Castelfranco Veneto, dove sono caduti fino a 120 mm di pioggia nell’arco di 4 ore. il fiume Avenale, che attraversa la città, è esondato causando allagamenti.

Nel comprensorio di Bonifica Adige Po si sono registrate punte di 160 mm di piogge cadute in poche ore con allagamenti a Rovigo, Badia Polesine, Lendinara, Lusia e Adria. A complicare il quadro, sono state le grandinate e i forti venti: tra la Bassa Padovana e il Polesine, nella tarda mattinata di martedì 25 giugno una tromba d’aria ha scoperchiato un centro commerciale, diverse abitazioni e capannoni, sradicando alberi e segnali stradali. Non si registrano vittime ma, ancora una volta, nelle zone maggiormente interessate dal maltempo, sono significativi i danni alle coltivazioni. Decine di ettari di campagne del Polesine sono stati allagati per ore, con rischio asfissia per mais, orticole, soia. Il fango rende complicate le operazioni di raccolta nei frutteti.

Ancora una volta, il clima che cambia, assume caratteristiche tropicali.

IL VILLAGGIO COLDIRETTI ARRIVA A VENEZIA! ANBI E ANBI VENETO PROTAGONISTI CON UN TALK DEDICATO AD AGRICOLTURA E AMBIENTE; OVVIAMENTE, NEL SEGNO DELL’ACQUA

Approda a Venezia, dal 28 al 30 giugno 2024, il Villaggio Coldiretti, il grande momento di incontro con il pubblico promosso da Coldiretti per valorizzare verso cittadini e istituzioni le eccellenze della produzione agroalimentare italiana e sensibilizzare sul grande lavoro che l’agricoltura svolge quotidianamente a servizio del Made in Italy. In Riva Sette Martiri e presso i Giardini Napoleonici si terranno tre giorni di confronti tra operatori del settore primario e istituzioni, mercati di Campagna Amica, eventi per bambini e attività di conoscenza rivolti al grande pubblico sul mondo dell’agricoltura.

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BOLLETTINO! MAGGIO RECORD, PIOGGIA +134% RISPETTO ALLA MEDIA DEL PERIODO

Con tre eventi meteo estremi, maggio 2024 – per il Veneto – passerà agli annali come uno dei mesi più piovosi: +134% di precipitazioni rispetto alla media degli ultimi 30 anni. Il dato fa ben sperare per la stagione irrigua anche se permane il “caso Polesine” dove, in ampie aree, si registrano precipitazioni sotto la media. (altro…)

IL DELTA DEL PO È SEMPRE PIÙ LABORATORIO DI SPERIMENTAZIONE PER LE ATTIVITA’ PRODUTTIVE COSTIERE

Tra cambiamento climatico, subsidenza, desertificazione e risalita del cuneo salino le attività produttive nel Delta del Po assumono sempre più una “dimensione eroica”. Se n’è parlato nel corso di un convegno tenutosi durante la Settimana della Bonifica nell’ex idrovora di Ca’ Vendramin, simbolo di una terra unica dal punto di vista paesaggistico ambientale, giovane e già in pericolo.

 

Tra cambiamento climatico, desertificazione e risalita del cuneo salino le attività produttive nelle zone costiere assumono sempre più una “dimensione eroica”; la vasta letteratura scientifica dedicata vede nel Delta del Po un laboratorio di sperimentazione e un caso studio internazionale nel rapporto tra agricoltura, acquacoltura e cambiamento climatico, in un contesto gravato dal fenomeno della subsidenza.

Se n’è parlato nel pomeriggio di venerdì 24 maggio al Museo Regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin a Taglio di Po nel convegno “Il Delta del Po: tra resilienza e cambiamento” promosso da ANBI Veneto, Consorzio di Bonifica Delta del Po e Fondazione Ca’ Vendramin alla presenza di rappresentanti istituzionali, mondo agricolo, ingegneri, architetti, agronomi, agrotecnici e studenti.

L’incontro, evento di punta del programma regionale della Settimana della Bonifica e dell’Irrigazione di ANBI e di #PoDeltaSWEEK / La Settimana della Sostenibilità del Delta del Po (20-26 maggio 2024), ha avuto un forte taglio scientifico con interventi dei docenti del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF) dell’Università di Padova Paolo Tarolli (idraulica agraria) e Marco Borga (idrologia e idraulica); a introdurre le loro relazioni è stato il direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po Giancarlo Mantovani che ha presentato “Il contesto Delta del Po”. Proprio all’ingegner Mantovani è spettato così il compito di evidenziare le numerose soluzioni e forme di resilienza avviate per far fronte alle criticità: l’adeguamento delle barriere anti sale per commisurarle ai nuovi livelli di portata sempre più bassi a causa di siccità e aumento dei prelievi a monte; il progetto di realizzazione di una nuova diga mobile sul Po di Venezia; il grande invaso di Volta Vaccari, l’ansa del Po in grado di trattenere 1 milione di mc d’acqua dolce a zero impatto ambientale; e, ancora, il risezionamento dei canali della rete promiscua per aumentarne la capacità d’invaso dotando il territorio di un bacino diffuso.

“Grazie alla capacità progettuale del Consorzio e in ragione della fragilità idraulica del territorio, stanno arrivando molte risorse attraverso più linee di finanziamento regionali e ministeriali; tuttavia, il lavoro di adattamento al cambiamento climatico e alla subsidenza è enorme e richiede molta pianificazione”, ha affermato Adriano Tugnolo presidente del Consorzio di Bonifica Delta del Po. Per Andrea Crestani, direttore di ANBI Veneto che ha moderato l’incontro: “È fondamentale guardare avanti con un progetto ampio che disegni il territorio che sarà tra 50 anni. Non possiamo agire solo sulla base delle emergenze e degli eventi calamitosi; dobbiamo ripensare il territorio che chi ci ha preceduto ha saputo costruire, perché sta cambiando il contesto ambientale e climatico”.

L’assessore al Territorio della Regione del Veneto ha ricordato lo stanziamento di 14 milioni di euro da parte della Regione per la vivificazione delle lagune del Delta del Po. “È essenziale – ha detto l’Assessore – uno sforzo coordinato per il futuro del settore, del Delta e del territorio”.

Il convegno – che ha visto anche la partecipazione di Luigi Di Marco, referente per ASVIS degli Obiettivi Ambientali dell’Agenda 2030 dell’ONU – si è concluso con la presentazione, ad opera dei vertici del Consorzio Delta del Po e Adige Po, della proposta di rifinanziamento della Legge sulla Subsidenza. La sottoscrizione, ad opera di sindaci, rappresentanti istituzionali e attività produttive è iniziata lo scorso 17 maggio a Rovigo con la raccolta firme.

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L’AGRICOLTURA È LA GRANDE VITTIMA DELL’ONDATA DI MALTEMPO DI MAGGIO

Due eventi estremi ravvicinati: tra il 15 e il 17 e il 20 e il 21 maggio. Una regione martoriata: il Veneto. Una vittima sacrificale: l’agricoltura.

L’esempio drammatico è la Bassa Padovana:  7.000 ettari di campi rimasti sott’acqua più di una settimana a causa dell’impossibilità del Fratta Gorzone, sovraccarico, di ricevere l’acqua della rete idraulica minore.  Una situazione estrema, con le idrovore del Consorzio di Bonifica Adige Euganeo costrette a lavorare a singhiozzo: ferme addirittura 3 giorni (dalle 11.30 di mercoledì 15 alle 18 di sabato 18), poi al 50% della potenza. Risultato: una vasta area della  pianura Veneta è tornato allo stato primordiale, quando non vi erano né argini né sollevamento meccanico delle acque, una palude di acqua stagnante e malsana a perdita d’occhio.

Nei comuni allagati –  Vighizzolo D’este, Piacenza D’Adige, Megliadino San Vitale, Masi, Montagnana, Merlara, Casale di Scodosia – i raccolti sono persi, gli allevamenti in ginocchio: un danno enorme per l’agricoltura di un’area che già in più occasioni ha pagato la fragilità di un sistema idraulico alle prese con il cambiamento climatico. Ma è tutta la regione a rischio, sono oltre 10 le rotture arginali che si sono verificate un po’ ovunque, in una settimana di maltempo.

Nel Fratta Gorzone confluiscono le acque di numerosi torrenti che scendono dalle Prealpi Vicentine, una delle aree più piovose del Veneto; a queste, in particolari momenti, si somma l’acqua dei bacini anti allagamento dell’Alto Vicentino che devono essere velocemente svuotati per preservare la sicurezza dei centri abitati in previsione di nuove precipitazioni. Il quadro è complicato ulteriormente dalla fragilità di argini sottoposti alla forte pressione dell’acqua in un contesto generale di cambiamento climatico con eventi estremi sempre più violenti.

La rete idraulica minore, che proprio sul Fratta Gorzone scarica le acque meteoriche, viene così sacrificata: si fermano le idrovore e si fa passare la piena. Intanto per le campagne si allagano, diventando, di fatto, il più grande bacino di espansione del Veneto, con buona pace di raccolti e allevamenti.

“È un intero sistema di campi e coltivazioni che viene trasformato in una enorme “cassa di espansione” che protegge sì dai disastri i centri abitati, ma a carissimo prezzo per l’economia agricola – spiega il direttore di ANBI Veneto Andrea Crestani -. Abbiamo situazioni in cui lo spegnimento delle idrovore è diventato ormai un classico. E attenzione: allagare a novembre o a febbraio non è come allagare a maggio, quando le semine ormai sono già state tutte fatte. Senza contare che magari poi ci troveremo a far soffrire quelle stesse colture anche per la siccità, perché non siamo stati capaci di trattenere abbastanza acqua di tutta l’enorme massa che è piovuta dal cielo”.

“La fragilità degli argini rappresenta uno dei principali punti critici nella difesa idraulica della regione – continua Crestani – ; il rischio crolli infatti costringe a rallentare e talvolta a fermare l’azione delle idrovore cui spetta il compito di scaricare la rete minore di canali che innerva la pianura veneta.”

Quando l’agricoltura diventa la vittima sacrificale, migliaia di ettari di territorio rischiano l’abbandono.

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AL VIA LA SETTIMANA DELLA BONIFICA – IL PROGRAMMA DEI CONSORZI DI BONIFICA DEL VENETO

Torna dal 18 al 26 maggio la “Settimana di Bonifica” promossa a livello nazionale da ANBI. In Veneto oltre 40 iniziative tra convegni, visite guidate, mostre e spettacoli ideati e promossi dai Consorzi di Bonifica.

In giorni così difficile per il Veneto colpito da una straordinaria ondata di maltempo, è particolarmente evidente l’importanza di una manutenzione e una cura del territorio che tenga quotidianamente conto del rapporto con l’acqua. La settimana della Bonifica, che ANBI da anni promuove a livello nazionale a maggio e che si apre domani sabato 18 anche in Veneto per concludersi domenica 26, rappresenta un momento di dialogo e contatto diretto tra Consorzi e cittadinanza inteso a raccontare con diversi linguaggi l’importanza che riveste la gestione di fiumi e canali per l’agricoltura, per la sicurezza idraulica, per l’ambiente e il paesaggio.

Nasce così un programma di iniziative rivolte alle famiglie, agli studenti ma anche ai rappresentanti istituzionali per raccontare i rispettivi territori dal punto di vista di chi vi opera quotidianamente per mantenere efficiente la rete idraulica. Convegni, visite guidate a impianti, incontri con gli studenti, spettacoli, mostre e concerti rappresentano la parte più significativa di un programma che al suo interno include anche attività istituzionali “di sistema” come convegni, seminari e incontri di formazione.

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FENOMENO ESTREMO, RETE IDRAULICA IN ALCUNI PUNTI SATURATA

“I Consorzi di Bonifica sono a lavoro giorno e notte per far fronte a un fenomeno meteorologico estremo. Nei territori più fragili siamo al lavoro da martedì per preparare i canali a raccoglie quanta più pioggia possibile ma con certi volumi è inevitabile che la rete idraulica vada in saturazione – ad affermarlo è Francesco Cazzaro, presidente di ANBI Veneto, l’associazione dei consorzi di bonifica che gestiscono la rete minore dei corsi d’acqua della Regione. “In alcune aree – continua Cazzaro – le idrovore si sono dovute fermare per l’impossibilità di scaricare l’acqua nei fiumi anch’essi al limite, questo ha comportato allagamenti temporanei alla campagne.”

Dopo la grande pioggia di fine febbraio, tra il 15 e il 17 maggio un altro fenomeno si abbatte in Veneto, soprattutto nel Vicentino e nella Bassa Padovana, con picchi di oltre 230 mm di pioggia in 24 ore che hanno causato sfondamenti arginali sulla rete regionale per sifonamenti dovuti dalla fauna selvatica e allagamenti.

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