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  • Trivellazioni Polesine Subsidenza

TRIVELLAZIONI, POLESINE: I CONSORZI DI BONIFICA DICONO NO

Anbi e i Consorzi di Bonifica del Polesine esprimono contrarietà per le misure di legge che possono preludere a nuove trivellazioni nell’Alto Adriatico. La provincia  di Rovigo sta ancora fronteggiando gli effetti disastrosi dei prelievi di gas metano avvenuti tra gli anni ’30 e ’60 dal secolo scorso.

Non si può rifinanziare, grazie ad un impegno politico trasversale da noi sollecitato, la cosiddetta Legge Ravenna, con lo stanziamento di 26 milioni di euro dal 2018 al 2024 per mitigare le conseguenze della subsidenza e contestualmente rischiare di riaccenderne le cause, creando le condizioni per  trivellazioni anche nell’Alto Adriatico”: a dichiararlo è Francesco Vincenzi, Presidente nazionale di Anbi, aderendo all’invito dei Presidenti dei  Consorzi di bonifica rodigini Adige Po e Delta del Po, i cui presidenti, Mauro Visentin e Adriano Tugnolo, dichiarano: “Non vogliamo più alluvioni, non vogliamo più che il territorio si abbassi. Le conseguenze sono state disastrose per il  Polesine.”

I territori delle province di Rovigo, Ferrara e del comune di Ravenna – ricorda Giancarlo Mantovani, Direttore dei Consorzi di bonifica polesani – sono stati interessati dallo sfruttamento di giacimenti metaniferi dal 1938 al 1964; l’emungimento di acque metanifere innescò un’accelerazione, nell’abbassamento del suolo, decine di volte superiore ai livelli normali: agli inizi degli anni ‘60 raggiunse punte di 2 metri ed oltre, con una velocità stimabile fra i 10 ed i 25 centimetri all’anno; misure successive hanno dimostrato che l’abbassamento del territorio ha avuto punte massime di oltre 3 metri dal 1950 al 1980. Successivi rilievi effettuati dall’Università di Padova hanno evidenziato un ulteriore abbassamento di 50 centimetri nel periodo 1983-2008 nelle zone interne del Delta del Po.

L’ “affondamento” del Polesine e del Delta Padano ha causato un grave dissesto idraulico e idrogeologico, nonché ripercussioni sull’economia e la vita sociale dell’area; il sistema di bonifica è attualmente costituito da un numero importante di centrali idrovore, che continuano a garantire l’indispensabile pompaggio per “sollevare” l’acqua verso il mare: 201 nel rodigino, 170 nel ferrarese e 144 impianti nel ravennate. La conseguenza dell’alterazione dell’equilibrio idraulico fu  lo sconvolgimento del sistema di bonifica. Tutti i corsi d’acqua si trovarono in uno stato di piena apparente, perché gli alvei e le sommità arginali si erano abbassate, aumentando la pressione idraulica sulle sponde ed esponendo il territorio a frequenti esondazioni. Gli impianti idrovori cominciarono a funzionare per un numero di ore di gran lunga superiore a quello precedente (addirittura il triplo od il quadruplo), con maggior consumo di energia e conseguente aumento delle spese di esercizio a carico dei Consorzi di bonifica.

Si è reso  inoltre indispensabile il riordino di tutta la rete scolante così come degli argini a mare.

I territori del delta del fiume Po – concludono all’unisono i Presidenti di ANBI e dei Consorzi di bonifica polesanida oltre mezzo secolo stanno subendo  le conseguenze di una scelta sbagliata;  il Polesine ha già dato e le conseguenze sono note a tutti.

  • Contratto di Area Umida per la Laguna di Caorle

CONSORZIO VENETO ORIENTALE: UN CONTRATTO DI AREA UMIDA PER LA LAGUNA DI CAORLE

Avviato il percorso per il primo Contratto di Area Umida d’Europa, servirà a tutelare la Laguna di Caorle. Si ispira ai contratti di Fiume e di Foce e vede in prima linea il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale.

Il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale (con sede a San Donà di Piave, in provincia di Venezia) ha sottoscritto lunedì 4 febbraio, in comune a Concordia Sagittaria (Ve), un documento d’intenti per la realizzazione del Contratto d’area umida che tuteli la Laguna di Caorle.

Tale contratto, inserito nel progetto europeo Weetnet punta, nelle parole del direttore del Consorzio Sergio Grego, “a diventare un’esperienza pilota in Europa”, si tratta infatti del primo caso di Contratto di Area Umida, e ricalca strumenti già esistenti come il Contratto di Fiume e il Contratto di Foce. Il Consorzio, grazie alla sua esperienza, è tra i capofila di questa iniziativa che raccoglie una cinquantina di soggetti tra Regione, comuni di Caorle, Concordia Sagittaria e San Michele al Tagliamento, organizzazioni economiche, associazioni di tutela e promozione territoriale.

Giorgio Piazza, Presidente del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, è un convinto sostenitore di questo metodo: “Credo che il sistema dei contratti d’area possa dimostrarsi vincente per relazionarsi all’ambiente in modo consapevole e sostenibile, perché, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, li rende parte attiva nel processo di salvaguardia, recependone le istanze e contemperandole con le esigenze ambientali, evitando così quelle decisioni calate dall’alto che vengono spesso mal digerite dalle comunità locali. Per questo il Consorzio, che ormai da anni ha messo al centro del proprio agire la sostenibilità ambientale (in tal senso abbiamo appena avviato una collaborazione con l’Università di Padova per avviare la sperimentazione di metodi volti a contrastare l’impoverimento e la desertificazione dei terreni agricoli), si sta impegnando al massimo delle proprie possibilità in questo progetto per cui ringrazio comunque la Regione Veneto per la regia, i comuni di Caorle, Concordia Sagittaria e San Michele al Tagliamento, Veneto Agricoltura e tutti gli altri soggetti per l’impegno e la sensibilità dimostrate.

Il gruppo di lavoro dovrà redigere un Piano strategico di medio lungo-termine e un Piano d’azione a breve termine (2-3 anni) finalizzati alla salvaguardia del paesaggio delle aree umide lagunari, alla tutela delle acque, alla mitigazione del rischio idraulico e alla valorizzazione delle produzioni agroalimentari. Questioni fondamentali sono anche il contrasto al fenomeno dell’interramento della laguna e la riqualificazione dell’area di Falconera. Tutte attività nelle quali il Consorzio è quotidianamente impegnato. “La mia speranza è che da queste azioni si possa innescare un circolo virtuoso che ci permetta di lasciare alle future generazioni un territorio in cui sia ancora bello vivere,” chiosa Piazza.

Alla firma del documento hanno partecipato anche il vice presidente della Regione del Veneto, Gianluca Forcolin, e l’assessore all’Agricoltura e alla Bonifica, Giuseppe Pan, che nell’occasione ha affermato: “Si tratta non solo di proteggere la laguna ma anche far sì che la laguna possa diventare non solo un’attrattiva turistica, ma anche ambientale e allo stesso tempo un’area di opportunità legate a importanti segmenti della pesca.

 

Scopri di più sul sito del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale

  • obiettivo acqua 2019

OBIETTIVO ACQUA: UN CONCORSO FOTOGRAFICO PER RACCONTARE IL RAPPORTO TRA ACQUA DOLCE, TERRITORI E PERSONE

“Obiettivo Acqua” è il concorso fotografico nazionale che racconta ambiente, agricoltura e bonifica attraverso il loro comune denominatore: l’acqua dolce.

Promosso e organizzato da Coldiretti, Anbi e Fondazione Univerde, “Obiettivo Acqua”, quest’anno alla prima edizione, è il concorso fotografico dedicato ai molteplici e differenziati aspetti, ambientali e sociali, collegati all’acqua dolce. E’ rivolto a tutti, la partecipazione è gratuita. Le foto più belle saranno esposte a Roma, nello splendido Palazzo Rospigliosi. L’iniziativa è patrocinata dal Ministero dell’Ambiente. C’è tempo fino  al 31 marzo per aderire, tutte le info su www.obiettivoacqua.it .

 

Il tema

La risorsa idrica è un fattore strategico per l’agricoltura italiana, per la produttività del settore e per la permanenza delle imprese agricole sul territorio, ma costituisce anche un imprescindibile elemento di qualità e di sicurezza alimentare.

D’altra parte, l’accessibilità all’acqua, la disponibilità di risorsa in quantità e qualità adeguata, nonché l’efficienza idrica (intesa come complesso delle operazioni che riguardano l’irrigazione, dal prelievo alla fonte, all’efficienza nella distribuzione, fino all’efficienza nell’erogazione alle colture), garantiscono anche benefici economici, ambientali e sociali in termini di presidio del territorio, difesa idrogeologica, conservazione della biodiversità, mitigazione ed adattamento ai cambiamenti climatici.

Con il Concorso in oggetto, le Organizzazioni promotrici intendono anche valorizzare e promuovere la conoscenza delle peculiarità dei sistemi irrigui collettivi italiani ed il valore aggiunto e le esternalità positive derivanti dall’impiego dell’acqua in agricoltura, in termini ambientali, paesaggistici, di tutela del territorio, di multifunzionalità delle imprese agricole e di sviluppo rurale.

 

Il concorso prevede due sezioni:

1) ACQUA, ETERNO SCORRERE…

L’acqua dolce dei canali, degli invasi, dei laghi, dei fiumi, del sottosuolo e l’acqua salmastra delle lagune che caratterizza ambienti naturali modellati dall’uomo e dall’agricoltura capaci di ospitare biodiversità, flora, fauna ed economia.

Le Cattedrali dell’acqua come meravigliosa simbiosi che da “vanga e badile” sino alle più sofisticate tecniche di ingegneria naturalistica, nel corso dei secoli, hanno sempre assicurato all’uomo la difesa dall’acqua e all’acqua la tutela dall’uomo.

2) ACQUA E’ …

  • Acqua è… Arte… ingegneria ed eleganza nell’anno di Leonardo;
  • Acqua è… Declivio… senza pendii l’acqua sarebbe immobile: acqua, uomo e montagna: un rapporto da ricostruire e custodire (dissesto idrogeologico ed abbandono dei territori montani);
  • Acqua è… Città… una ricchezza da riscoprire;
  • Acqua è… Madre… “dalla terra nasce l’acqua, dall’acqua nasce l’anima…” (cit. Eraclito);
  • Acqua è… Cibo… irriguo.

 

Tutte le info su www.obiettivoacqua.it

  • Ecomuseo di Gangaion

IL CONSORZIO VERONESE INAUGURA L’ECOMUSEO DEL FIUME BUSSÉ E DELLE VALLI RONCO E TOMBA

Il Consorzio di Bonifica Veronese apre alla comunità una delle sue storiche idrovore. Nasce a Ronco all’Adige, a metà strada tra Verona e Legnago, l’Ecomuseo del fiume Bussé e delle Valli Ronco e Tomba.

E’ stato recentemente presentato a stampa, autorità e associazioni cittadine l’EcoMuseo del fiume Bussé e delle Valli Ronco e Tomba nella sede nel manufatto idraulico di proprietà del Consorzio di Bonifica Veronese a Ronco all’Adige, in località Gangaion. La struttura sarà aperta al pubblico prossimamente, le info utili per la visita saranno fornite anche attraverso i canali di comunicazione di Anbi Veneto.

Promotore del progetto è il Consorzio stesso che ha affidato la gestione all’Associazione Culturale Humanitas Act. 

L’EcoMuseo si propone come un aggregatore per le forze migliori del territorio: enti, associazioni e imprese che si occupano di tutela di ecosistemi locali”, ha spiegato Antonio Tomezzoli presidente del Consorzio Veronese – . Verranno elaborati progetti e azioni di promozione della cultura e della tutela del paesaggio attraverso attività didattiche, esperienze formative, visite guidate, eventi culturali privati e aziendali, progetti di rete con e per il territorio e collaborazioni con enti, associazioni e imprese che si occupano della tutela degli ecosistemi locali.”

Abbiamo accettato questa proposta di gestione degli spazi dell’EcoMuseo del fiume Bussé e delle Valli Ronco e Tomba voluto dal Consorzio di Bonifica Veronese, perché ha come vocazione il coinvolgimento attivo delle comunità, delle istituzioni culturali e scolastiche, delle Pro Loco e di altre forme associative, nonché di imprenditori locali – ha affermato Isabella Bertolaso, presidente dell’Associazione Culturale Humanitas Act -, attività che sono in linea con la nostra mission associativa che intende favorire, sostenere e alimentare il dialogo e la collaborazione tra il pubblico e il privato, tra la scuola e la società”.

Il Consorzio di Bonifica Veronese, che fornisce l’acqua di irrigazione a più di settanta Comuni della provincia scaligera e che si occupa di tutela idrogeologica del territorio, da sempre opera infatti anche per la promozione ambientale e culturale dei territori dove svolge la propria attività.

Vai al sito del Consorzio di Bonifica Veronese

 

 

 

 

 

OSSERVATORIO DELLE RISORSE IDRICHE: LA SCARSITÀ D’ACQUA DESTA ATTENZIONE

Si è riunito questa mattina l’Osservatorio delle Risorse Idriche. Romano (Anbi Veneto): “Più risorse e meno burocrazia per gli invasi”

Niente allarmismi ma la scarsità di precipitazioni che sta caratterizzando questo primo mese d’inverno ha comportato un abbassamento dei livelli d’acqua dei fiumi veneti che comincia a destare attenzione”, ad affermarlo è Giuseppe Romano, presidente di Anbi Veneto, l’associazione che riunisce i consorzi di bonifica della Regione. “La stagione delle irrigazioni è ancora lontana ma ad oggi la situazione generale è vicina a quella registrata nel 2017, l’anno più siccitoso degli ultimi due secoli“.

Romano commenta così i dati emersi questa mattina nella prima riunione dell’anno dell’Osservatorio delle Risorse Idriche, che riunisce Autorità di Bacino Distrettuale Alpi Orientali, Arpa di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino e le Anbi del Nord Est (i Consorzi di Bonifica), e che rappresenta lo strumento ufficiale di analisi e gestione delle crisi idriche.

Giuseppe Romano, presidente di Anbi Veneto

Non solo mancanza di piogge dunque, a influire sulle portate dei corsi d’acqua è anche il generale impoverimento delle riserve nivali delle montagne del Veneto e del Trentino. Il manto nevoso, del tutto assente sotto i 1.500 metri raggiunge livelli coerenti con le medie stagionali solo a partire da quota 1.700. In Veneto il serbatoio nivale del bacino del Piave equivale attualmente a 80 milioni di metri cubi d’acqua, valori al di sotto della media seppur non di molto.

Sostanzialmente nella media è la risorsa idrica invasata nei laghi trentini, che contribuisce in maniera fondamentale alla portata dell’Adige e in parte del Brenta. L’invaso di Santa Giustina, il più importate per capienza, è al 70%, sostanzialmente in linea con la media del periodo. In linea con la media stagionale è anche il lago di Forte Buso, al 50% della sua capacità, mentre un po’ sotto alla media è l’invaso di Stramentizzo, in questi giorni pieno al 30%.

In Veneto i laghi del Bacino del Piave (Santa Croce il più importante) sono al 60% della capacità d’invaso, un po’ meno rispetto alla media del periodo.

L’Invaso del Corlo, che alimenta il Brenta, desta la maggiore attenzione. Al 60% della propria capacità d’invaso segna di fatto un – 25% rispetto alla media del periodo.

Sono infine nella media, grazie alle precipitazioni dello scorso autunno, i valori delle falde acquifere.

E’ evidente che stiamo risentendo dei cambiamenti climatici in atto, con situazioni che appaiono surreali: si pensi che siamo passati dall’emergenza alluvionale ad una situazione di quasi siccità in appena due mesi  – ha affermato Giuseppe Romano -. È necessario che lo Stato investa maggiori risorse sugli invasi e sull’efficientamento della rete irrigua e che al contempo velocizzi la burocrazia per aprire i cantieri delle opere già finanziate nel Piano Invasi”.

FIUME BRENTA, PORTATE RIDOTTE. VINCENZI (ANBI NAZIONALE): NIENTE ALLARMISMI MA SITUAZIONE PREOCCUPANTE, SERVONO INVASI

Parte dal Veneto, e nello specifico dal comprensorio del fiume Brenta, la prima rilevante segnalazione nazionale di criticità idrica.

Con 15 metri cubi di acqua al secondo la portata del fiume Brenta è scesa in questi giorni a un valore minimo di attenzione. Alla luce di tal dato il Consorzio di Bonifica Brenta, con sede a Cittadella, sta gestendo con particolare attenzione le derivazioni nelle rogge per preservare l’aspetto igienico-sanitario, la sopravvivenza di fauna e flora (in particolare quelle acquatiche), l’alimentazione dei bacini, la ricarica di falda e gli usi industriali.

Francesco Vincenzi, presidente nazionale Anbi

Nel complesso, la situazione di prolungata siccità riguarda tutto il Nord Italia.

La portata del fiume Po è al di sotto della media stagionale, così come i livelli idrici dei laghi di Como e di Iseo; in discesa anche gli indici del lago Maggiore mentre in Emilia Romagna gli invasi del Tidone e del Molato, nel piacentino, hanno scorte idriche dimezzate. Situazione capovolta nel Mezzogiorno dove i bacini segnano dati di riempimento ben superiori rispetto all’anno scorso.

“Non facciamo allarmismi ma la situazione è preoccupante soprattutto in previsione dei mesi più caldi – ha commentato Francesco Vincenzi, presidente nazionale di Anbi – ; per ora la campagna riposa ma, in assenza di manto nevoso, rischiamo di non avere riserve idriche per i momenti di necessità.”

Per ora abbiamo evitato interventi drastici – ha affermato Enzo Sonza, il presidente del Consorzio Brentama l’assenza di neve e la mancanza di precipitazioni potrebbero incidere negativamente nella stagione irrigua.

E pensare che solo due mesi fa il Brenta rischiava di esondare ed il territorio venne salvaguardato dal bacino del Corlo, che trattenne le acque di piena. Il paradosso è che per prevenire ulteriori emergenze alluvionali, l’invaso è stato successivamente svuotato, rilasciando verso il mare un patrimonio idrico.

Per evitare il ripetersi di simili situazioni – spiega Vincenzi – chiediamo al MIT (Ministero Infrastrutture e Trasporti) che al più presto siano evase le necessarie burocrazie per aprire i cantieri dei 30 progetti, finanziati  nell’ambito del Piano Nazionale Invasi. È solo un primo stralcio e perciò sollecitiamo il Governo a finanziare altri progetti definitivi ed esecutivi, che i Consorzi di bonifica mettono al servizio del Paese per contribuire concretamente alla prima opera pubblica, di cui il Paese abbisogna: la sistemazione del territorio, prevenendo emergenze idrogeologiche. L’estremizzazione degli eventi climatici ne testimonia la necessità.”

  • Populus Alba al Consorzio Acque Risorgive

ACQUE RISORGIVE VINCE IL PREMIO “POPULUS ALBA” RISERVATO ALLE PA CHE SI SONO DISTINTE IN MATERIA AMBIENTALE

Il premio “Populus Alba” conferma l’eccellenza del Consorzio Acque Risorgive nella fitodepurazione.

Il consorzio Acque Risorgive (con sede a Mestre-Venezia) ha ricevuto a Monfalcone (Go) il premio “Populus Alba” che annualmente l’associazione ambientalista “Eugenio Rosmann” assegna alle pubbliche amministrazioni che si sono distinte dal punto di vista ambientale.

La giuria, composta da docenti universitari e professionisti e presieduta dal professore Livio Poldini dell’Università di Trieste, ha premiato gli innovativi interventi mirati a preservare la naturalità e la diversità biologica in un territorio artificioso frutto del lavoro di bonifica. 

Il presidente del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive Francesco Cazzaro alla consegna del premio

In particolar l’associazione Eugenio Rosmann ha riconosciuto il prezioso lavoro di depurazione delle acque dei corsi che si versano nella Laguna Veneta. Il premio segue di alcuni mesi un altro importante riconoscimento, sempre legato alla fitodepurazione, assegnato dal CIRF il Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale.

Un altro riconoscimento che premia le buone pratiche messe in atto in questi anni per favorire la fitodepurazione delle acque mediante gli interventi di rinaturalizzazione dei canali di bonifica realizzati grazie ai finanziamenti Regionali con il “Piano per la prevenzione dell’inquinamento e il risanamento delle acque del bacino idrografico immediatamente sversante nella laguna di Venezia” (Piano direttore 2000) e che collocano Acque Risorgive tra i consorzi all’avanguardia in questo settore” ha affermato il presidente del Consorzio Francesco Cazzaro, presente a Monfalcone per il ritiro del premio.

Il Consorzio di bonifica Acque Risorgive è impegnato già dagli anni ’90 nella gestione del reticolo idrografico di competenza secondo approcci e metodi che cercano di coniugare esigenze idrauliche ed ambientali. Il fine ultimo di salvaguardare la Laguna di Venezia, nella quale recapita il sistema idrografico del  comprensorio, è stato stimolo e opportunità per sperimentare e consolidare l’approccio della riqualificazione fluviale ove le condizioni locali consentono di applicarlo.

Vai al sito dell’Associazione Eugenio Rosmann

Vai alla pagina del Consorzio di Bonifica Acque Risorgive

FATTURAZIONE ELETTRONICA: INFORMAZIONI UTILI

Dal 1° gennaio decorre l’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica.

 

Riferimenti anagrafici e di indirizzamento per l’invio delle fatture elettroniche ad ANBI VENETO

A TUTTI I FORNITORI/PROFESSIONISTI

Come è noto, dal 1° gennaio 2019, decorre l’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica per tutte le cessioni di beni e prestazioni di servizi tra soggetti residenti o stabiliti nel territorio dello Stato; pertanto, anche ANBI VENETO potrà ricevere le fatture emesse a partire da tale data esclusivamente nel formato e con le regole stabiliti dalla normativa.

Al fine dell’acquisizione da parte di ANBI VENETO delle fatture elettroniche il Fornitore/Professionista dovrà utilizzare, per la trasmissione attraverso il Sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate (SDI), i seguenti riferimenti anagrafici e di indirizzamento:

Denominazione                ANBI VENETO

Codice Fiscale                  80012700276

Codice Destinatario          XL13LG4

Indirizzo PEC                    [email protected]

  • Unaga - consiglio nazionale in Anbi Veneto

GIORNALISMO AMBIENTALE, ANBI VENETO HA OSPITATO IL CONSIGLIO NAZIONALE DI UNAGA

Anbi Veneto ha ospitato sabato 1 dicembre nei propri uffici a Palazzo Calbo Crotta di Venezia la sessione conclusiva dei lavori del Consiglio nazionale di UNAGA l’Unione nazionale della stampa ambientale, dell’agricoltura e agroalimentare.

I giornalisti partecipanti sono stati circa una quarantina, presente anche il neo presidente dell’associazione Roberto Zalambani nonché i rappresentanti di ARGAV, l’articolazione veneta di Unaga. Oltre ai lavori del consiglio, negli uffici di Anbi Veneto si è tenuto anche il primo incontro del neo costituito Comitato scientifico di Unaga (presieduto da Mimmo Vita) e un momento conviviale offerto dalla rete Wigwam.

“Siamo lieti di aver accolto i rappresentanti della stampa ambientale italiana – ha affermato il direttore di Anbi Veneto Andrea Crestani – Riteniamo che nell’ottica di un corretto e costante dialogo con i cittadini i rapporti con la stampa specializzata, nel rispetto delle sue prerogative, siano sempre fondamentali. La nostra sede è sempre aperta per iniziative di questo genere.”

Il resoconto dei lavori