A 5 ANNI DA VAIA IL VENETO ANCORA COLPITO DA UNA STRAORDINARIA ONDATA DI MALTEMPO. LO SALVANO INVASI, MODELLI PREVISIONALI E UNA MACCHINA ORGANIZZATIVA CHE VEDE PROTAGONISTI ANCHE I CONSORZI DI BONIFICA
La grave ondata di maltempo che si è abbattuta su gran parte del Paese e che è culminata il 3 novembre con il colpo di coda del ciclone Ciaran non ha risparmiato il Veneto, colpito da forti piogge e venti che hanno causato l’ingrossamento dei fiumi ben al di sopra della soglia di attenzione e, in certi casi, tracimazioni e allagamenti. Diversi i fattori hanno evitato il disastro su vasta scala: si va dal funzionamento dei diversi bacini di laminazione sparsi nel territorio regionale all’alto livello di precisione dei sistemi di previsione e telecontrollo messi a punto negli anni. Per certo, ha funzionato la macchina organizzativa che vede il sistema dei Consorzi operare sempre a fianco e in coordinamento con la Regione del Veneto e della Protezione Civile. Migliaia di km di canali consortili svuotati per raccogliere le piogge intense, le 400 idrovore in funzione, piccoli e medi invasi a protezione di campagne e centri abitati: sono tutte misure che hanno mantenuto in sicurezza il territorio contenendo il più possibile i danni. Il Governatore del Veneto Luca Zaia ha chiesto lo stato di calamità; i danni, a bilancio ancora da redigere, appaiono comunque limitati in relazione alla violenza dei temporali.