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RISCHIO ALLAGAMENTI: ACCORDO CON LA PROTEZIONE CIVILE

Sono 14mila gli ettari a rischio allagamento nell’area della provincia tra il Lago di Garda a ovest, il fiume Adige a Est e i confini provinciali a con Trento, Mantova e Rovigo

Verona, 17 novembre 2014. Un accordo tra Consorzio di Bonifica Veronese e Protezione Civile per la gestione delle emergenze idriche sul territorio nei 14mila ettari a rischio allagamento sui 162mila del comprensorio inclusi i 1000 ettari dell’area compresa tra Dolcè e il confine provinciale con Trento, da poco aggiunti. Gli uomini della Associazione Nazionale Alpini, rappresentanti dal presidente provinciale Luciano Bertagnoli, interverranno con uomini addestrati in affiancamento al personale del Consorzio.

“Piove sempre di più e sempre più spesso – ha affermato Antonio Tomezzoli, presidente del Consorzio di Bonifica Veronese – presentando la mappa della pericolosità idraulica ai sindaci del territorio intervenuti. Sono a rischio allagamento 14.400 ettari di cui a rischio elevato 4.000 e medio 9.600. A questi si aggiungono 10mila ettari a rischio di allagamento medio e 800 a rischio basso. IL rischio è senz’altro più contenuto rispetto ad altre zone venete e italiane, dato che abbiamo pochi fiumi a carattere torrentizio nel nostro territorio”.

Sono a rischio allagamento, in caso di piogge continue e intense, le aree abitate della Valle del Palù, in comune di Oppeano, dei Comuni di Ronco all’Adige, San Pietro di Morubio, Cerea, Bovolone, Salizzole (frazione di Bionde), la valle tra Isola della scala e Nogara, Trevenzuolo, Castelnuovo, Sant’Ambrogio, Arbizzano, Negrar e Bardolino (si veda in allegato la mappa della pericolosità idraulica).

In alcune zone il consorzio sta provvedendo a realizzare interventi per laminare, cioè contenere e far defluire le piene dei canali, come le casse di espansione da costruire a Bionde e Bovolone. In altre provvede diversamente utilizzando le idrovore, quando serve. Sono ancora molti gli interventi da attuare, già calendarizzati e i cui progetti preliminari sono pronti, ma al momento mancano i fondi  pubblici per realizzarli.

“La collaborazione con gli Alpini – ha spiegato il Direttore Generale, Roberto Bin – ci sarà utile soprattutto nel caso dovessimo impiegare le idrovore. Abbiamo predisposto delle postazioni fisse nei comuni di Legnago, Villabartolomea e Castagnaro. Scaricano l’acqua in eccesso in Fossa Maestra dai canali vicini. L’idrovora richiede assistenza continua, ventiquattr’ore su ventiquattro, anche di notte. Così facendo si liberano risorse per il monitoraggio di canali e manufatti della rete idraulica, controllo delle quote e gestione delle paratie. Una serie di azioni che consente di far defluire velocemente l’acqua in eccesso”.

“Il Consorzio di Bonifica è uno dei primi partner con cui le aziende agricole si devono confrontare. Frutto di collaborazione fattiva delle nostre organizzazioni assieme alla professionalità dei tecnici” hanno affermato i due presidenti delle associazioni di categoria: Claudio Valente per Coldiretti Verona e Paolo Ferrarese per Confagricoltura.

Alla presentazione hanno partecipato anche i rappresentanti, sindaci, assessori e responsabili degli uffici tecnici, dei Comuni di Oppeano, Bovolone, Dolcè, Nogarole Rocca, Povegliano Veronese, Concamarise e Negrar.

 

CONSORZIO DI BONIFICA VERONESE

 

IX TAVOLO NAZIONALE DEI CONTRATTI DI FIUME

Stato, Regioni, Comuni, enti territoriali, Consorzi di bonifica, ma anche società civile e privati, insieme per raggiungere obiettivi di sistema per la sicurezza del nostro Paese: è questo il messaggio lanciato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio nel corso dei recenti Stati Generali contro il Dissesto Idrogeologico; un messaggio che ben si sposa con il significato, che assumono i Contratti di Fiume anche per il nostro territorio come strumento di pianificazione partecipata, un’innovativa opportunità “dal basso”  per rispondere al crescente dissesto idrogeologico ed alla precarietà in un territorio reso drammaticamente vulnerabile dalla eccessiva cementificazione.

A tal proposito, ci si tornerà ad incontrare dopo un anno di esperienza e di crescita esponenziale in occasione del

IX TAVOLO NAZIONALE DEI CONTRATTI DI FIUME

che vedrà nella giornata di MARTEDì 18 NOVEMBRE, ore 14.30, presso l’Aula Tafuri, Palazzo Badoer, Scuola di Dottorato – Università IUAV di Venezia, la premiazione delle esperienze più significative dello scorso anno e

nella giornata di MERCOLEDÌ  19 NOVEMBRE, dalle 9.00,  presso la sala centro congressi dell’HOTEL LAGUNA PALACE, A VENEZIA MESTRE(viale Ancona, 2) il convegno sul tema “Un patto per i nostri fiumi:dalla politica dell’emergenza alla prevenzione”

presenti, tra gli altri, i rappresentanti dei Ministeri “Ambiente”, “Politiche Agricole Alimentari e Forestali”, “Sviluppo Economico” e della Struttura di Missione  #italiasicura presso la Presidenza del Consiglio, di cui ci sarà il capostruttura, Erasmo D’Angelis; è confermata anche la partecipazione di Chiara Braga, Responsabile Ambiente del Partito Democratico.

DALL’EMERGENZA ALLA PREVENZIONE

Lavorare in sinergia quando gli obiettivi sono unitari. Questo il messaggio ampiamente condiviso dalle Regioni, Consorzi di bonifica, Sindaci, Regioni, Stato, articolazioni della Repubblica, ma anche società civile e privati nel corso dei recenti lavori sugli Stati generali contro il dissesto idrogeologico, andati in scena martedì a Roma. Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche: “Un messaggio che ben si sposa con il significato che assumono i Contratti di Fiume per il nostro territorio, in quanto strumento di pianificazione partecipata del territorio, costituenti un’occasione di innovazione “dal basso”  per rispondere al preoccupante diffondersi del dissesto idrogeologico e della precarietà in un territorio reso drammaticamente vulnerabile dalla crescente cementificazione.” (altro…)

Aggiornamento situazione allagamenti nel Portogruarese

13/11 ore 12.30

Tutti fuori al Consorzio di Bonifica Veneto Orientale: terza nottata consecutiva di lavoro per il personale, impegnato a seguire l’evolversi degli eventi alluvionali che hanno colpito il comprensorio.

Gli ingegneri hanno costantemente monitorato l’andamento delle quote e il funzionamento degli impianti idrovori dalla sala di telecontrollo, mentre sorveglianti e operai hanno presidiato il territorio per intervenire prontamente sulle opere di bonifica in caso di necessità.
La situazione si è gradualmente normalizzata nel corso della serata e della notte e si ritiene che entro la questa sera l’acqua dovrebbe defluire anche dalle ultime aree ancora allagate. (altro…)

“SUBITO L’APPROVAZIONE DELLA LEGGE CONTRO IL CONSUMO DEL SUOLO”

“Di fronte all’Italia allagata, che frana e che piange tre vittime in due giorni, c’è da chiedersi che fine ha fatto la legge contro il consumo indiscriminato di suolo, che fin dall’annuncio dell’allora Ministro, Catania, aveva raccolto il nostro consenso. Per questo, rinnovo l’appello lanciato agli Stati Generali contro il Dissesto Idrogeologico, affinchè i presenti, ad iniziare dal ministro, Galletti e dal sottosegretario, Delrio, si facciano parte attiva per approvare, in tempi rapidi, un provvedimento, che ostacoli la progressiva riduzione di suolo agricolo, aggravante di tutte le problematiche idrogeologiche.”

Lo chiede Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), sottolineando che oltre  alla variabilità climatica, con il conseguente regime di piogge intense più concentrate nello spazio e nel tempo, la responsabilità di quanto sta subendo il territorio italiano è anche  da attribuire all’impetuosa urbanizzazione ed al disordine nell’uso del suolo.

Secondo l’ISPRA ogni secondo nel nostro Paese vengono occupati 8 metri quadrati di suolo (70 ettari al giorno). Va ricordata anche la forte pressione dell’impermeabilizzazione sulle risorse idriche. Un suolo può incamerare fino a 3.750 tonnellate di acqua per ettaro o circa 400 millimetri di pioggia. L’impermeabilizzazione riduce l’assorbimento di pioggia nel suolo, arrivando ad impedirlo completamente. Viceversa, l’infiltrazione di acqua piovana nei terreni fa sì che essa impieghi più tempo per raggiungere i fiumi, riducendo la portata e quindi il rischio di inondazioni.

L’ANBI ha più volte richiamato l’attenzione di Governo, Parlamento ed Istituzioni sulla diffusa fragilità del territorio del nostro Paese. Secondo dati del Ministero dell’Ambiente, sono 6.633 (82%) i comuni in pericolo per il dissesto idrogeologico; si tratta di una situazione di drammatica vulnerabilità.

Nei rapporti ufficiali vengono raccolti dati, che destano vivissima preoccupazione, se si considera che 6 milioni di persone abitano in un territorio ad alto rischio idrogeologico e 22 milioni in zone a rischio medio; si calcola che 1.260.000 edifici sono a rischio di frane ed alluvioni: 6.251 sono scuole mentre le strutture sanitarie sono 547. L’Italia è un Paese fortemente antropizzato con una densità media, pari a 189 abitanti per chilometro quadrato (in Francia: 114 abitanti; in Spagna: 89), ma con fortissime differenze nella distribuzione territoriale: ai 68 abitanti per chilometro quadrato della Sardegna si contrappongono i 379 abitanti per chilometro quadrato della Lombardia; la Campania arriva a 420 abitanti per chilometro quadrato. La fragilità del territorio è aggravata dall’intensa urbanizzazione.

Ne deriva la necessità di costanti ed organiche azioni di manutenzione, volte a garantire l’adeguamento e  l’efficienza delle reti di deflusso idraulico;  se è indispensabile intervenire in caso di emergenza, è altrettanto necessario agire preventivamente attraverso azioni e regole comportamentali, che determinino la riduzione del rischio idrogeologico.

“Il messaggio – conclude il Presidente A.N.B.I. – è meno emergenza, più prevenzione; la tutela ed il risanamento idrogeologico del territorio costituiscono priorità strategiche per garantire, al Paese, quelle condizioni territoriali indispensabili per la ripresa della crescita economica.”

Nubifagio ed allagamenti nel Portogruarese

Dopo le continue e incessanti piogge dei giorni scorsi che hanno completamente saturato il suolo, un nuovo violento nubifragio tra le 5 e le 7 di stamattina ha colpito il Portogruarese.

I dati sono ancora in corso di verifica, ma si stima che in quelle due ore siano caduti da un minimo di 70 mm ad oltre 200 mm di pioggia come apparso dalle prime e immediate letture dei dati radar svolte.

Il nubifragio ha allagato numerosissime abitazioni, strade, campagne nei comuni di Portogruaro, Concordia Sagittaria, Gruaro e Fossalta di Portogruaro con gravi danni che potranno essere completamente quantificati solo al termine dell’emergenza, essendo l’evento di piena ancora in corso.

I tecnici, gli operai e i sorveglianti del Consorzio sono incessantemente all’opera già dalla giornata di ieri a causa di un evento simile che ha colpito l’area nordorientale del comprensorio fra Alvisopoli e Villanova della Cartera, dove la situazione è stata direttamente monitorata tutta la notte.

Inoltre, per fare fronte alle segnalazioni di emergenza meteo provenienti dall’ARPAV, è continuamente attivo il servizio di monitoraggio h24 dell’intero comprensorio da parte dei tecnici consorziali attraverso la sala telecontrollo computerizzata degli impianti, da cui è peraltro stato certificato il costante e regolare funzionamento degli impianti idrovori.

1 MILIARDO DI EURO L’ANNO PER RIDURRE IL RISCHIO IDROGEOLOGICO

I Consorzi di bonifica veneti agli Stati Generali sul dissesto idrogeologico a Roma

 

Lavorare assieme, senza che vi siano poteri competitivi quando gli obiettivi sono unitari. “Consorzi di bonifica, Sindaci, Regioni, Stato, articolazioni della Repubblica, ma anche società civile e privati, insieme per raggiungere obiettivi di sistema, per la sicurezza del nostro Paese”.

Ha aperto così i lavori degli Stati generali contro il dissesto idrogeologico, oggi a Roma, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano del Rio.

 

“Le risorse ci sono, spenderemo oltre 1 miliardo di euro l’anno”. Questo invece il messaggio lanciato da Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, che in pochi mesi, ha visto avviare 300 cantieri sui 1500 programmati.

Secondo l’elenco fornito dalle Regioni, sono circa 7 mila le opere che servono al Paese, ma D’Angelis è sicuro: “Noi contiamo di finanziarle tutte e di poterle concludere, grazie anche all’impegno dei Consorzi  di bonifica nell’arco di 7 anni.” La pianificazione delle opere farà leva anche sui fondi europei di sviluppo e coesione.

Nel solo Veneto, i Consorzi di bonifica ne hanno in cantiere già 130 per un valore di 237 milioni di euro. Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche, che ha preso parte all’incontro, a rappresentanza del Veneto, ricorda che oltre ai cambiamenti climatici che hanno sicuramente inciso sugli ultimi disastrosi eventi, si deve tener conto dell’eccessiva urbanizzazione di un territorio che ha impermeabilizzato negli ultimi anni 4950 ha all’anno di terreno, generando la necessità assoluta di creare opere di compensazione idraulica.

Romano, condivide le 3 linee programmatiche lanciate da Vincenzi, Presidente A.N.B.I. (Associazione Nazionale dei Consorzi di bonifica): “Nel segno dell’operatività, che ci caratterizza, chiediamo la creazione di una cabina di regia per monitorare lo stato di avanzamento e l’effettiva realizzazione degli interventi necessari, per i quali, entro il 2015, dovranno essere spesi circa 2 miliardi e sarà stanziato annualmente 1 miliardo nei 7 anni a seguire. Chiediamo poi una forte azione collettiva, affinchè venga approvata la legge contro l’indiscriminato consumo di suolo, causa dell’aumentato rischio idrogeologico. Infine, indichiamo l’utilizzo delle cooperative sociali nella manutenzione del suolo, giacchè ciò permetterebbe di accedere agli oltre 10 milioni di euro, disponibili sul Fondo Sociale Europeo di cui oltre 4 miliardi per l’occupazione sostenibile”.

“Ad inizio del nuovo anno – continua il Presidente A.N.B.I. – presenteremo il 6° Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico che, nel 2014, prevedeva oltre 3.300 interventi per quasi 8 miliardi di euro, finanziabili con mutui quindicennali; iniziare un grande piano di prevenzione significherebbe non solo risparmiare vite umane, ma spendere 5 volte meno di quanto necessita poi per riparare i danni.”

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130 CANTIERI PER UN VENETO SENZA ALLAGAMENTI

130 cantieri in fase di realizzazione per la sicurezza idraulica del Veneto, dietro un investimento di 237 milioni di euro. Questa la risposta dei Consorzi di bonifica all’emergenza allagamenti che attanaglia la nostra regione in questi giorni. Giuseppe Romano, Presidente di Unione Veneta Bonifiche, traccia lo stato dell’arte dei cantieri per ridurre il rischio idraulico in Veneto. “In una situazione complicata, che ci mette di fronte ad alluvioni ed allagamenti sempre più frequenti, i Consorzi di bonifica, hanno stilato un piano di interventi direttamente cantierabili, che hanno previsto la laminazione delle piene di vari corsi d’acqua, il potenziamento degli impianti idrovori e delle opere idrauliche.”

Tra le opere maggiori emergono la realizzazione dello scolmatore di piena Limenella Fossetta, che garantirà, entro il 2017, la difesa idraulica della zona di Padova Nord, essendo in grado di sottrarre, in piena, una portata di circa 10 mᵌ/s determinando un notevole alleggerimento dei deflussi a valle e riducendo in modo apprezzabile il rischio idraulico dei quartieri Arcella e Montà. L’investimento di 18,5 milioni di euro sarà suddiviso tra Regione del Veneto, Comune di Padova, Consorzio di bonifica Bacchiglione e Commissario delegato D.P.C.M 21/01/2011.

Altra opera di rilievo in fase di realizzazione, riguarda le opere di laminazione delle piene del fiume Agno-Guà attraverso l’adeguamento dei bacini demaniali di Trissino e Tezze di Arzignano in provincia di Vicenza.

“Si tratta di un bacino con capacità di invaso pari a 3,5 milioni di metri cubi e sorgerà nell’area demaniale di 80 ettari delle rotte del Guà. Il termine dei lavori è previsto a fine 2016 e prevede 15 milioni di euro di investimento, messi a disposizione dal Consorzio Alta Pianura Veneta e dalla Regione del Veneto.”

Per quanto riguarda lo snodo idraulico di Castelfranco Veneto, il Consorzio di bonifica Piave sarà gestore  della cassa di espansione sul torrente Muson nei Comuni di Riese Pio X e Fonte (Treviso). Un’opera la cui capacità di invaso si attesta su 1 milione di metri cubi d’acqua e che vedrà il suo compimento entro due anni, dietro un investimento di 8,6 milioni di euro da parte della Regione Veneto. L’opera permetterà di mettere in sicurezza tutta l’asta del Muson, da Castelfranco, Camposampiero, Loreggia, fino a Cadoneghe.

Il Consorzio sta inoltre realizzando 2 casse di espansione da 50 mila metri cubi di invaso l’una sul Rio Dosson, per salvaguardare l’area a sud di Treviso (Preganziol, Quinto di Treviso). L’investimento è di 2,2 milioni di euro. Sono, infine, in corso i lavori di costruzione della cassa d’espansione di Sernaglia della Battaglia (60mila metri cubi d’acqua) lungo il torrente Patean, con un investimento di 1 milione di euro.

 

“Queste sono solo alcune delle opere, – conclude Romano- al quale va aggiunta la continua opera di manutenzione da parte dei Consorzi alla rete consortile e agli impianti idrovori, senza la quale neanche le grandi opere ci salverebbero”.

IX TAVOLO NAZIONALE DEI CONTRATTI DI FIUME

“Un patto per i nostri fiumi:

dalla politica dell’emergenza alla prevenzione”

VENEZIA

18/19 novembre 2014

 

La presente è per informare che, nei giorni 18 e 19 Novembre p.v., Venezia sarà sede del IX Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume (CdF).

I Contratti di Fiume (anche Contratti di Lago, Falda, Foce, Costa, Paesaggio Fluviale), che sono uno strumento di pianificazione partecipata del territorio, costituiscono un’occasione di innovazione “dal basso”  per rispondere al preoccupante diffondersi del dissesto idrogeologico e della precarietà in un territorio reso drammaticamente vulnerabile dalla crescente cementificazione.

La Comunità dei contratti di fiume torna così ad incontrarsi dopo un anno di crescita esponenziale sia in termini di numero che di  ampiezza evolutiva e di complessità dei processi.

La giornata del 18 novembre, che si terrà nella sede universitaria IUAV, sarà dedicata alla presentazione, nonchè alla premiazione delle esperienze e delle ricerche più significative per il 2014.

Il giorno dopo, all’hotel Laguna Palace di Mestre, i responsabili dei Contratti di Fiume presenteranno i risultati raggiunti e le attività sul territorio in un confronto con Regioni, rappresentanti dei Ministeri (Ambiente; Politiche Agricole Alimentari e Forestali; Sviluppo Economico), Unità di Missione  «Italia sicura» presso la Presidenza del Consiglio.

CASALE SUL SILE: INCARICO AL CONSORZIO DI BONIFICA PER LA REVISIONE DEL PIANO DELLE ACQUE

Avviati in questi giorni i lavori di ripristino spondale del collettore Serva nei comuni di Casale e Preganziol

Rischio idraulico, Comune di Casale sul Sile e Consorzio di bonifica Acque Risorgive hanno firmato mercoledì 5 novembre la convenzione per aggiornare il Piano comunale delle acque. La decisione è scaturita a seguito dell’introduzione di nuove norme che hanno reso necessario mettere mano al precedente piano del 2003, adottato dall’allora Amministrazione comunale per far fronte alle numerose situazioni di rischio presenti sul territorio.

“Il piano delle acque – spiega il direttore di Acque Risorgive, Carlo Bendoricchio – si sta dimostrando uno strumento efficace per la mappatura dei rischi presenti sul territorio e per individuare le soluzioni, oltre a consentire agli amministratori locali di poter meglio programmare lo sviluppo urbanistico e gli interventi di manutenzione dei corpi recettori e di regolamentazione delle acque”.

L’aggiornamento del Piano comunale di Casale sul Sile servirà quindi a migliorare lo studio sulle problematiche esistenti anche alla luce degli effetti prodotti sul territorio dal cambiamento climatico.

In questi giorni intanto il Consorzio di bonifica ha dato avvio ai lavori di ripristino spondale del collettore Serva nei comuni di Casale sul Sile e Preganziol. Il tratto interessato è quello posto a valle e a monte del passante autostradale, per un’estensione di circa 600 metri. L’importo dei lavori ammonta a 30 mila euro.

 

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