“I Consorzi di bonifica del Veneto sono in prima linea per sostenere la possibilità che vengano allentati i vincoli sul patto di stabilità per gli interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio. Solo grazie alla nostra contribuenza, riusciamo a far fronte a tali oneri finanziari, reinvestendo la totalità delle risorse a favore del territorio. Mi preme sottolineare che siamo enti in piena Autonomia funzionale e finanziaria, ovvero che non gravano sulle risorse dello Stato; per questo ci candidiamo a diventare i protagonisti della nuova fase di sviluppo e di crescita sostenibile del Paese”. Questo il messaggio lanciato dal Presidente dell’Unione Veneta Bonifiche (UVB), nel corso della IX Conferenza nazionale organizzativa Anbi, tenutasi a Venezia dal 19 al 21 marzo. 

Per tre giorni, oltre 350 rappresentanti delle bonifiche e stakeholders del comparto, arrivati a Venezia da tutta Italia, si sono confrontati approfonditamente su temi di grande attualità riguardanti l’ottimizzazione d’uso delle risorse idriche (dal loro risparmio alla produzione di mini e micro idroelettrico), le “best practises” per l’irrigazione (dal “progetto acqua virtuosa” al sistema Irriframe studiato dagli esperti), la salvaguardia idrogeologica (dai contratti di fiume ai Protocolli con le Amministrazioni Pubbliche), le opportunità della Politica Agricola Comune (dai partenariati ai Piani di Sviluppo Rurale).

L’Assessore veneto all’ambiente e alla difesa del suolo, presente all’inaugurazione della conferenza nazionale Anbi, sottolinea che è stata l’occasione per mettere a confronto esperienze e soluzioni viste dagli attori della bonifica dei diversi territori del paese. Gli approfondimenti emersi nel corso della tre giorni hanno consentito lo scambio di know-how per una questione, quella della sicurezza idrogeologica, che riguarda l’intero paese. Piena sintonia è emersa anche nel ritenere che i vincoli del patto di stabilità non possono gravare sulla sicurezza e l’incolumità di persone e cose e che pertanto dev’essere rivisto al più presto.

I 40 milioni di euro messi a disposizione recentemente dalla Regione del Veneto per gli interventi urgenti, necessari a fronteggiare gli effetti dell’alluvione dello scorso febbraio, di cui 5,5 in prevenzione, per il presidente dell’UVB sono “sinonimo di una tendenza che sta cambiando, a favore di una volontà condivisa nel generare un territorio più sicuro”. Tuttavia, sono solo una boccata d’ossigeno: “è un primo passo per risolvere le criticità idrogeologiche a cui il nostro territorio è annualmente soggetto, ma che fungeranno esclusivamente da tampone alle prossime ondate di maltempo. Per la sicurezza delle nostre aziende e dei nostri cittadini è necessario un investimento serio in prevenzione, che permetterà di risparmiare cinque volte rispetto all’intervenire in fase di emergenza. Chiediamo pertanto a gran voce un intervento da parte del neo governo insediato. Solo liberando risorse dal Patto di Stabilità il Veneto potrà portare a compimento le opere necessarie per la sua definitiva sicurezza idraulica, rilanciando così il mercato occupazionale ed agro-alimentare italiano”.

L’assessore regionale da parte sua fa rilevare che per reperire le risorse per gli interventi urgenti necessari a fronteggiare gli effetti della alluvione dello scorso febbraio nella Legge finanziaria regionale è stato fatto uno sforzo straordinario ma necessario anche se, per contrastare tutti i danni diretti e indiretti causati dall’acqua in due settimane di pioggia pressoché continua, le risorse regionali da sole non sono sufficienti.