È questa l’affermazione di Giuseppe Romano, mentre il Paese è nuovamente alle prese con le alluvioni, questa volta in Sardegna, che mettono in evidenza come la mancanza di risorse per mettere al sicuro un territorio così fragile sia la vera priorità nazionale, Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche: “Innanzitutto esprimiamo la grande solidarietà dei nostri consorzi alla popolazione della regione Sardegna così gravemente colpita. Sono importanti le grandi opere, ma dobbiamo ricordare che non esistono solo quelle e i grandi fiumi. Non si può di fare sicurezza idraulica dimenticando gli interventi sulla rete idraulica minore, che costituisce ben l’85% dell’idrografia di pianura e collina.
I consorzi veneti gestiscono una rete di 26 mila chilometri di canali su cui dobbiamo garantire anche la manutenzione ordinaria. Per questa attività investiamo circa 120 milioni di euro derivanti dai contributi dei proprietari di terreni e immobili. Oltre a ciò i Consorzi di bonifica intervengono con manutenzioni straordinarie su reti e opere idrauliche. Negli ultimi anni, per effetto dei vincoli sul Patto di Stabilità, i tempi di pagamento sulle opere realizzate in concessione dalla Regione hanno generato notevoli difficoltà finanziarie anche ai Consorzi, che anticipano i pagamenti alle imprese.
In pratica, evidenziamo il quasi totale azzeramento dei capitoli sugli investimenti infrastrutturali relativi alle somme urgenze, che hanno comportato la nostra impossibilità a realizzare anche una minima parte della grande progettualità individuata per la messa in sicurezza del territorio. Ribadisco la necessita dell’annullamento del patto di stabilità per gli interventi di messa in sicurezza del territorio a tutti i livelli dalla Regione ai Comuni: è inacettabile che ciò non si possa fare vista la gravità e il continuo stato di emergenza e di grave dissesto idrogeologico del nostro territorio.
Per garantire la difesa idraulica veneta, infatti, i Consorzi di bonifica del Veneto hanno presentato, già dal 2010 e non solo, un piano quinquennale di difesa idraulica di 557 progetti e del valore di 1 miliardo e 400 milioni euro, che è inserito nel più grande piano di difesa idraulica della Regione. Si tratta di opere infrastrutturali necessarie come il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti idrovori, la realizzazione di casse di espansione per contenere le ondate di piena, la realizzazione di canali scolmatori o collettori, i consolidamenti arginali e le sistemazioni idrauliche; tutti interventi necessari la maggior sicurezza del territorio veneto.
“Ora mi chiedo come si possano realizzare detti interventi senza le risorse economiche sufficienti anche a garanzia della stessa quotidiana attività dei consorzi. E’ sufficiente pensare all’aumento dei costi energetici per il funzionamento degli impianti idrovori, specie nelle aree a maggior rischio idraulico. “Dovete sapere che i Consorzi sono grandi consumatori di energia elettrica e non godono, tuttavia, delle agevolazioni della grande industria. Noi, l’energia elettrica la usiamo per la messa in sicurezza del territorio tutto che significa sicurezza a 360°, dalle abitazioni civili alle attività produttive. Nella discussione collegata al DPF della Regione Veneto, ho chiesto che sul delicato tema della sicurezza idraulica, si inizi a prevedere investimenti pluriennali al fine di dettare un’agenda e una gestione programmatica sugli interventi di messa in sicurezza del territorio.
Alla mancanza di risorse si aggiunge l’eccessiva urbanizzazione di un territorio che vede ogni anno 4.950 ettari di suolo agricolo trasformarsi in cemento: anche su questo la posizione dei consorzi veneti è chiara, stop all’urbanizzazione selvaggia che con i cambiamenti climatici, rappresenta un mix esplosivo e destabilizzante per tutto il territorio.
Noi conosciamo l’alto rischio idraulico al quale il nostro territorio è sottoposto e mi chiedo: ma, cosa è necessario che accada ancora? Perché si decida di investire preventivamente sulla sicurezza invece di pagare cinque volte tanto in danni, e purtroppo non solo materiali ma anche con perdite di vite umane?”