Non solo i sindaci di Badia Polesine e di Barbona in provincia di Padova protestano per la progettata diga sull’Adige per produrre energia elettrica, ma anche il direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po, ingegnere Giancarlo Mantovani, «per la mancata informazione». Il 26 maggio Mantovani ha inviato una lettera al Dipartimento Difesa Suolo e Foreste – sezione Bacino Idrografico Adige Po – di Rovigo la lettera “Con riferimento all’iniziativa in oggetto Istanza della Lagarina Hidro Srl per autorizzazione e concessione per derivazione di mod. medi 1.532,299 (pari a 153 metri cubi al secondo, ndr.) di acqua pubblica dal fiume Adige in località La Rosta del comune di Badia Polesine, per uso idroelettrico …”, della quale questo Consorzio non è stato informato nonostante sia noto il problema delle conseguenze derivanti dalla risalita del cuneo salino e del trasporto solido che può compromettere l’equilibrio delle zone di costa, al fine di poter analizzare il progetto e formulare le proprie (doverose e competenti, ndr.) considerazioni circa le importantissime conseguenze sugli aspetti irrigui ed ambientali in caso di realizzazione di tale opera sul fiume Adige a monte della Provincia di Rovigo, si chiede con la massima tempestività copia, anche in formato digitale, del progetto presentato dalla ditta Lagarina Hidro srl. Succesivamente verrà inoltrata la richiesta di avere copia degli eventuali altri pareri già espressi da altre amministrazioni». Il progetto richiesto dal direttore Mantovani e stato inviato al Consorzio Delta del Po solo il 28 maggio. Ora, gli uffici consorziali stanno esaminandolo per verificare se lo stesso tiene conto delle conseguenze sulla risalita del cuneo salino, il trasporto solido e la possibilità di continuare a derivare acqua irrigua utilizzando le esistenti strutture irrigue consorziali, che possono danneggiare non solo il delta con le sue specificità naturali-ambientalistiche e produttive, ma anche tutti i territori a valle della progettata barriera.