Si attendono nuove perturbazioni ma l’emergenza è ormai parzialmente superata, merito di un grande lavoro e impegno messo in campo dai Consorzi di bonifica, che hanno mobilitato 500 uomini e un migliaio di macchine operatrici, presenti notte e giorno lungo le rive dei nostri canali, ovvero una rete di 26mila chilometri, in cui operano 400 impianti idrovori, tradotto 1000 pompe che hanno dato vita ad un’incessante attività di pompaggio delle acque verso mare da 1milione e mezzo di litri d’acqua al secondo.
Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche: “Si tratta di un’attività che svolgiamo da sempre in pieno coordinamento e collaborazione con la Regione Veneto, i Geni Civili e la Protezione Civile, a cui va la nostra stima e il nostro appoggio. È grande, quindi, il ringraziamento che rivolgo a tutti i dipendenti dei Consorzi di bonifica e agli uomini messi in campo in questi giorni dalla Regione e dalla Protezione Civile. Nell’emergenza oramai si lavora all’unisono per mettere in sicurezze le persone, le attività e il territorio.”
Ora il tempo, in lieve miglioramento, permette di tirare un sospiro di sollievo, di contare i danni subiti e ripartire per la grande sfida che i Consorzi hanno davanti: la sicurezza idraulica del Veneto.
Continua Romano: “Per mettere in sicurezza il nostro Veneto è giunto il momento che lo Stato dia ascolto alle richieste di una regione a cui spettano di diritto, a fronte di quanto versa ogni anno nelle sue casse. Sono dispiaciuto nell’osservare come, a Roma, Senatori della Repubblica veneti siano estranei a ciò che capita nella loro terra, dimostrandosi lontani dai bisogni della gente e assolutamente privi di conoscenza del lavoro e dell’efficienza che viene quotidianamente messa in campo dai Consorzi di bonifica. Nessuno si rende conto di quante risorse, grazie ai cittadini, si investono in manutenzioni e opere idrauliche senza gravare sui conti della Regione e dello Stato, garantendo efficienza e trasparenza, di quanto è dura la lotta contro il tempo per portare avanti centinaia di interventi per la sicurezza e di quanto fanno i Consorzi per continuare a pagare le imprese che realizzano le opere pubbliche, le cui risorse sono bloccate dai Patti di Stabilità.”
“Invece di fare squadra per difendere la loro terra, chiedendo, presentando e sostenendo emendamenti e provvedimenti per ridare al Veneto parte di quello che paga e chiedere di liberarci dal Patto di Stabilità per la messa in sicurezza del territorio, si permettono di presentare emendamenti che poco hanno a che vedere con questo”.
Conclude Romano: “Noi a questo gioco non ci stiamo. Dobbiamo dare delle risposte ai cittadini che ci hanno eletto e alle Amministrazioni Comunali con cui collaboriamo tutti i giorni. Chiediamo pertanto fortemente di liberare le risorse dal Patto di Stabilità per il finanziamento delle opere necessarie per le sicurezza idraulica del Veneto.”