L’allarme lanciato dal direttore dei consorzi di bonifica
Mantovani: «Riattiveranno pozzi nel Ferrarese. La subsidenza è in agguato»
Quello che si temeva è alla fine accaduto! Mentre la Regione Veneto si sta opponendo alla ricerca di idrocarburi, la Regione Emilia Romagna ha revocato la sospensione delle trivellazioni decisa nel 2014. Questo ha comportato che è stata in poco tempo autorizzata la trasformazione di due pozzi esplorativi in pozzi di estrazione di metano a Copparo e Formignana, in provincia di Ferrara. «Meraviglia che proprio la Regione Emilia Romagna – commenta l’ingegnere Giancarlo Mantovani, direttore dei due consorzi di bonifica polesani – che ha usufruito per anni dei fondi nazionali per il ripristino dei danni causati dalla subsidenza ora dimentichi il tutto ed autorizzi le estrazioni di metano condannando il territorio ad ulteriore abbassamento. È pur vero che ciò sta avvenendo in un’altra regione ma la subsidenza non conosce confini amministrativi ». Aggiunge Mantovani: «Ricordo che proprio la Regione Veneto e il Ministero per l’Ambiente, con Decreto ministeriale del 3 dicembre 1999 dichiararono che per i singoli progetti di coltivazione deve
essere fissata ad una distanza pari ad almeno 10 chilometri dalla costa la soglia prudenziale in corrispondenza della quale non debba essere previsto dai modelli matematici previsionali più di 1 centimetro di subsidenza. Questo esclude di fatto che le estrazioni possano avvenire a terra». Ed ancora: «Tecnici e politici illuminati di allora hanno capito il problema, oggi sembra che della cosa non interessi a nessuno, che il futuro del territorio sia limitato solo alle prossime elezioni e non alle future generazioni, agli interessi economici immediati e non all’interesse comune del territorio. Non so quanto la subsidenza che si attiverà in quei territori ferraresi interesserà il Polesine e il Delta in
particolare, certamente non sarà pari a zero. I nostri canali di scolo, che hanno pendenze di pochi centimetri per chilometro, faranno la stessa fine di 50 anni fa quando la quota di valle era più alta di quella di monte a seguito della subsidenza. Non mi resta che auspicare una forte sinergia tra la Regione Veneto, gli enti e le associazioni, istituzionali e non, per riuscire ad evitare che questo possa succedere anche in Polesine e nel Delta “dove già i pesci nuotano anche a 4 metri, sopra il volo degli uccelli”, perchè, questo territorio non
è più in grado di subire ulteriori violenze nel silenzio colpevole di chi antepone gli interessi di pochi a quelli della stragrande maggioranza di cittadini».
gazzettino rovigo