Tra cambiamento climatico, subsidenza, desertificazione e risalita del cuneo salino le attività produttive nel Delta del Po assumono sempre più una “dimensione eroica”. Se n’è parlato nel corso di un convegno tenutosi durante la Settimana della Bonifica nell’ex idrovora di Ca’ Vendramin, simbolo di una terra unica dal punto di vista paesaggistico ambientale, giovane e già in pericolo.
Tra cambiamento climatico, desertificazione e risalita del cuneo salino le attività produttive nelle zone costiere assumono sempre più una “dimensione eroica”; la vasta letteratura scientifica dedicata vede nel Delta del Po un laboratorio di sperimentazione e un caso studio internazionale nel rapporto tra agricoltura, acquacoltura e cambiamento climatico, in un contesto gravato dal fenomeno della subsidenza.
Se n’è parlato nel pomeriggio di venerdì 24 maggio al Museo Regionale della Bonifica di Ca’ Vendramin a Taglio di Po nel convegno “Il Delta del Po: tra resilienza e cambiamento” promosso da ANBI Veneto, Consorzio di Bonifica Delta del Po e Fondazione Ca’ Vendramin alla presenza di rappresentanti istituzionali, mondo agricolo, ingegneri, architetti, agronomi, agrotecnici e studenti.
L’incontro, evento di punta del programma regionale della Settimana della Bonifica e dell’Irrigazione di ANBI e di #PoDeltaSWEEK / La Settimana della Sostenibilità del Delta del Po (20-26 maggio 2024), ha avuto un forte taglio scientifico con interventi dei docenti del Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF) dell’Università di Padova Paolo Tarolli (idraulica agraria) e Marco Borga (idrologia e idraulica); a introdurre le loro relazioni è stato il direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po Giancarlo Mantovani che ha presentato “Il contesto Delta del Po”. Proprio all’ingegner Mantovani è spettato così il compito di evidenziare le numerose soluzioni e forme di resilienza avviate per far fronte alle criticità: l’adeguamento delle barriere anti sale per commisurarle ai nuovi livelli di portata sempre più bassi a causa di siccità e aumento dei prelievi a monte; il progetto di realizzazione di una nuova diga mobile sul Po di Venezia; il grande invaso di Volta Vaccari, l’ansa del Po in grado di trattenere 1 milione di mc d’acqua dolce a zero impatto ambientale; e, ancora, il risezionamento dei canali della rete promiscua per aumentarne la capacità d’invaso dotando il territorio di un bacino diffuso.
“Grazie alla capacità progettuale del Consorzio e in ragione della fragilità idraulica del territorio, stanno arrivando molte risorse attraverso più linee di finanziamento regionali e ministeriali; tuttavia, il lavoro di adattamento al cambiamento climatico e alla subsidenza è enorme e richiede molta pianificazione”, ha affermato Adriano Tugnolo presidente del Consorzio di Bonifica Delta del Po. Per Andrea Crestani, direttore di ANBI Veneto che ha moderato l’incontro: “È fondamentale guardare avanti con un progetto ampio che disegni il territorio che sarà tra 50 anni. Non possiamo agire solo sulla base delle emergenze e degli eventi calamitosi; dobbiamo ripensare il territorio che chi ci ha preceduto ha saputo costruire, perché sta cambiando il contesto ambientale e climatico”.
L’assessore al Territorio della Regione del Veneto ha ricordato lo stanziamento di 14 milioni di euro da parte della Regione per la vivificazione delle lagune del Delta del Po. “È essenziale – ha detto l’Assessore – uno sforzo coordinato per il futuro del settore, del Delta e del territorio”.
Il convegno – che ha visto anche la partecipazione di Luigi Di Marco, referente per ASVIS degli Obiettivi Ambientali dell’Agenda 2030 dell’ONU – si è concluso con la presentazione, ad opera dei vertici del Consorzio Delta del Po e Adige Po, della proposta di rifinanziamento della Legge sulla Subsidenza. La sottoscrizione, ad opera di sindaci, rappresentanti istituzionali e attività produttive è iniziata lo scorso 17 maggio a Rovigo con la raccolta firme.
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