“E’ giusto che la Regione ponga il cambiamento climatico tra le priorità, questo richiede pianificazione e risorse economiche adeguate.” ANBI Veneto è intervenuta in Commissione Bilancio lo scorso 30 ottobre.
ANBI Veneto ha partecipato alle audizioni sul bilancio della Prima Commissione riunitasi presso il Consiglio Regionale lo scorso 30 ottobre.
Nell’intervento del direttore Andrea Crestani è stato posto l’accento sulla necessità di dotazioni finanziarie adeguate per far fronte agli effetti di un cambiamento climatico che si sta manifestando in tutta la sua drammaticità.
“I nubifragi che hanno colpito il nostro Paese in questo 2024 straordinariamente piovoso, così come l’alluvione di Valencia, confermano la grave minaccia che il cambiamento climatico rappresenta per tutti noi. La risposta, nel breve periodo, va posta nella capacità di mettere in atto processi di adattamento climatico non più rinviabili, che richiedono una visione ad ampio orizzonte e dotazioni finanziarie adeguate. – ha spiegato il direttore Crestani che ha esordito ricordando le peculiarità geografiche del Veneto, regione storicamente a forte rischio idraulico, sia per la presenza di molti fiumi a carattere torrentizio, sia per la particolare conformazione del suolo, in gran parte sotto il livello del mare.
Per questo motivo, il paesaggio odierno è il frutto di interventi plurisecolari atti a regimare le acque “un lavoro nel quale i consorzi di Bonifica svolgono il fondamentale compito di tenere in efficienza 26 mila chilometri di corsi d’acqua su oltre1,2 milioni di ettari di territorio ricadente sotto comprensorio di bonifica, tenuto asciutto grazie a oltre 400 idrovore prevalentemente concentrate nella fascia costiera. Si tratta – ha ricordato Crestani – di un patrimonio di infrastrutture idrauliche che deve essere quotidianamente manutentato e adeguato alle nuove esigenze.”
I recenti dati raccolti nel bollettino ANBI Veneto sulla disponibilità della risorsa sono stati evidenziati da Crestani per ribadire l’eccezionalità di questo periodo storico: l’anno idrologico ottobre 2023 – settembre 2024 è stato il secondo più piovoso degli ultimi 30 anni con 1.595 mm di pioggia contro i 1.110 della media, un +44 % che ancora una volta ci ricorda quanto sia importante potenziare le idrovore, creare bacini di contenimento, risezionare i fiumi, potenziare le opere di difesa idraulica e procedere con gli interventi di somma urgenza per ripristinare i franamenti arginali.
Ma fronteggiare il cambiamento climatico significa anche ammodernare la rete irrigua e realizzare invasi in grado di trattenere la risorsa per riutilizzarla nei periodi siccitosi. “È evidente che questa sfida, che include anche il contrasto alla fauna selvatica in primis le nutrie, può essere condotta solo con dotazioni finanziare importanti – ha spiegato Crestani -. Ogni ente è chiamato a fare la sua parte, a partire dalla Regione del Veneto che per investire nella sicurezza e nella gestione della risorsa irrigua deve porre questi temi al vertice delle proprie priorità. Si tratta di garantire l’incolumità delle persone e dei loro beni, preservare attività produttive – a partire dall’agricoltura – , l’ambiente e paesaggio. Gli 800 mila euro previsti dal bilancio regionale del 2025 agli 11 consorzi di bonifica sono evidentemente insufficienti.”
Crestani ha concluso il suo intervento evidenziando come i consorzi di Bonifica del Veneto stiano dimostrando di anno in anno la loro capacità nel tradurre le risorse in opere fondamentali per i cittadini. “Attualmente le risorse che il sistema utilizza sono prevalentemente stanziate a livello nazionale. Dal 2018 i Consorzi hanno attratto finanziamenti PSRN, PNRR e, ultimi dal punto di vista temporale, PNISSII, il piano incardinato in tre ministeri che finanzia solo progetti cantierabili e che, già nella prima tranche da 900 milioni, è pronto a finanziare progetti dei consorzi veneti.”