ASSEMBLEA ANBI 2018: ANCHE I CONSORZI VENETI CHIEDONO ALLE ISTITUZIONI TEMPI CERTI

Anbi Veneto e  i suoi undici consorzi di bonifica hanno partecipato, il 3 e il 4 luglio, all’Assemblea nazionale Anbi che si è tenuta all’hotel Sheraton Parco De’ Medici di Roma.

Il messaggio forte che è uscito dall’Assemblea è un appello verso le Istituzioni per snellire la burocrazia che sta ostacolando l’apertura di cantieri fondamentali per l’irrigazione e per la sicurezza idrogeologica di tutto il Paese.

Per il Veneto quello dei tempi di cantierizzazione è un tema fondamentale vista l’importanza che l’opera di bonifica ha per la regione: sono 1.056.335 (su 1.839.900 complessivi) gli ettari di superficie che necessitano del lavoro dei Consorzi di bonifica per restare asciutti; di questi, 513 mila ettari necessitano anche di opere di irrigazione a favore dell’agricoltura. Gli argini a fiume o a mare sono 2.069 km, oltre un quinto del totale di argini di tutta Italia (che sono 9.233 km).

Di fatto, risorse economiche per realizzare invasi, bacini di laminazione, argini, impianti di sollevamento, pur non bastando a soddisfare tutte le progettualità, ci sono. Il rischio è che a causa dei ritardi dei cosiddetti “tempi di attraversamento” ovvero l’iter burocratico necessario per realizzare le opere pubbliche, tali risorse vengano restituite all’Unione Europea, o dirottate su altre emergenze del Paese.

Un paio di esempi danno la misura del problema.

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha approvato il bando di selezione delle proposte progettuali del Piano di Sviluppo Rurale Nazionale (P.S.R.N.) 2014-2020, che prevede un finanziamento destinato ai Consorzi di bonifica di tutta Italia per infrastrutture irrigue pari a 291 milioni di euro. A tal proposito sono stati presentati dai Consorzi 84 progetti per oltre un miliardo di euro ma l’iter di approvazione delle opere da finanziare ad oggi non risulta ancora completato.

Inoltre nulla è stato realizzato per attivare procedure di spesa dei 295 milioni di euro (ormai già ridotti a 245 per altre “emergenze Paese”) previsti dal Fondo Sviluppo e Coesione (F.S.C.) per altre opere di irrigazione: anche l’utilizzo di tale finanziamento, infatti, è penalizzato dal ritardo dell’attuazione del P.S.R.N.

Quella per i tempi burocratici è dunque una battaglia che vede uniti tutti i consorzi del Paese a partire dai consorzi di bonifica del Veneto e dall’Anbi regionale.