“I contratti di fiume in Italia – dall’emergenza alla gestione condivisa”
La gestione pattizia dei beni collettivi e l’adozione di strumenti come i contratti di fiume (CdF) rappresentano oggi in Italia, una concreta alternativa al perdurare del rischio ed all’apparentemente “inevitabile” e progressivo degrado del territorio e dell’ambiente. Rappresentano una spinta dal basso pacifica e democratica, una ri-assunzione di responsabilità collettiva, una forma di democrazia diretta. Il successo dei contratti di fiume risiede, a mio parere, nel fatto che dalle piccole comunità locali fino al Governo Nazionale, si sta ormai facendo strada la consapevolezza che per trovare nuovi modelli di gestione servono nuovi strumenti governance. La gestione dell’emergenza, certamente aggravata dai cambiamenti climatici, è necessaria per tutelare vite e beni esposti al rischio, come i drammatici eventi che hanno colpito l’Italia in questi giorni dimostrano, ma altrettanto importante è la parallela costruzione di percorsi di prevenzione, di cambiamento reale, che ci consentano di ridurre e progressivamente uscire proprio da quel rischio. Una rinascita potrà avvenire solo se saremo in grado di ricercare nuovi valori collettivi, reagendo a quella sorta di “blackout della ragione”, verificatosi in poco meno di un secolo, all’interno della nostra società. Non è sufficiente costruire nuovi depuratori efficienti in una città, se le aree residenziali ed i distretti industriali a monte dello stesso fiume continuano a sverzare grandi quantità di inquinanti, se l’agricoltura non riduce l’uso di fertilizzanti chimici, se non si da il giusto valore alla continuità degli ecosistemi ed al loro ruolo depurativo naturale. (altro…)