sicurezza idraulica

MALTEMPO, SERVE UNA PRESA DI COSCIENZA

“La popolazione deve prendere coscienza che la soluzione agli eventi catastrofici che si verificano in tutta Italia, non risiede solo nel realizzare le grandi opere di difesa idraulica ma anche nel rispettare determinate regole di difesa del territorio:

Dobbiamo fermare l’urbanizzazione non governata, facendo si che si costruisca nella sostenibilità e rispetto del territorio, con un rispetto assoluto dei pareri di compatibilità idraulica nelle nuove urbanizzazioni, ovvero la possibilità di “cementificare” una determinata area solo se questa preveda anche un’opera “compensativa”; ricreare l’invarianza idraulica nelle aree già edificate; recuperare gli scoli nelle aree private, eliminati per incuranza e falsi fini ambientali come  per le piste ciclabili ed i giardini… infine, il recupero delle capacità di invaso anche nelle aree agricole, attraverso un miglioramento dei canali, delle canalette e delle scoline all’interno delle aree agricole private.

Il tutto attraverso un’azione comune che parta dal basso, che coinvolga tutti gli stakeholders interessati, dai Consorzi di bonifica, ai cittadini, ai Comuni, alla Regione…e attraverso il superamento del Patto di Stabilità.”

Questo il messaggio lanciato da Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche alla vigilia del IX Tavolo Nazionale dei Contrati di Fiume, che si terrà domani a Venezia Mestre, presso l’Hotel NH Laguna Palace e al quale parteciperanno anche Erasmo D’Angelis, capo unità di missione al Governo contro il dissesto idrogeologico e Chiara Braga, Responsabile Ambiente del Partito Democratico.

 

Buone notizie arrivano dal Governo. La sicurezza dei cittadini costi quel che costi: non può essere un limite il patto di Stabilità, né possono esserlo leggi. A dirlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio. “Uno Stato serio – dice – deve essere al fianco di coloro che ripristinano la sicurezza dei cittadini senza il timore di essere inquisiti o di non avere risorse. Le leggi esistono, ma prima viene la sicurezza delle persone”

 

I Consorzi di bonifica stanno già lavorando in prevenzione con un Piano Nazionale di riduzione del rischio idrogeologico e, in Veneto, con  130 cantieri a fronte di un investimento di 237 milioni di euro, per interventi direttamente cantierabili, che hanno previsto la laminazione delle piene di vari corsi d’acqua, il potenziamento degli impianti idrovori e delle opere idrauliche. “Lavorare in prevenzione significa spendere 5 volte meno di quanto necessita poi riparare i danni, tenendo conto che investire nella sicurezza idraulica del nostro Paese, significa generare nuovi posti di lavoro.”

A questo si aggiunge uno strumento di concertazione, ora attivo in tutta Italia: il Contratto di Fiume.

Massimo Bastiani, Coordinatore del Tavolo Nazionale dei CdF: “Il successo dei contratti di fiume risiede, a mio parere, nel fatto che dalle piccole comunità locali fino al Governo Nazionale, si sta ormai facendo strada la consapevolezza che per trovare nuovi modelli di gestione servono nuovi strumenti di partecipazione. La gestione dell’emergenza, certamente aggravata dai cambiamenti climatici, è necessaria per tutelare vite e beni esposti al rischio, come i drammatici eventi che hanno colpito l’Italia in questi giorni dimostrano, ma altrettanto importante è la parallela costruzione di percorsi di prevenzione, di cambiamento reale, che ci consentano di ridurre e progressivamente uscire proprio da quel rischio.”

RISCHIO ALLAGAMENTI: ACCORDO CON LA PROTEZIONE CIVILE

Sono 14mila gli ettari a rischio allagamento nell’area della provincia tra il Lago di Garda a ovest, il fiume Adige a Est e i confini provinciali a con Trento, Mantova e Rovigo

Verona, 17 novembre 2014. Un accordo tra Consorzio di Bonifica Veronese e Protezione Civile per la gestione delle emergenze idriche sul territorio nei 14mila ettari a rischio allagamento sui 162mila del comprensorio inclusi i 1000 ettari dell’area compresa tra Dolcè e il confine provinciale con Trento, da poco aggiunti. Gli uomini della Associazione Nazionale Alpini, rappresentanti dal presidente provinciale Luciano Bertagnoli, interverranno con uomini addestrati in affiancamento al personale del Consorzio.

“Piove sempre di più e sempre più spesso – ha affermato Antonio Tomezzoli, presidente del Consorzio di Bonifica Veronese – presentando la mappa della pericolosità idraulica ai sindaci del territorio intervenuti. Sono a rischio allagamento 14.400 ettari di cui a rischio elevato 4.000 e medio 9.600. A questi si aggiungono 10mila ettari a rischio di allagamento medio e 800 a rischio basso. IL rischio è senz’altro più contenuto rispetto ad altre zone venete e italiane, dato che abbiamo pochi fiumi a carattere torrentizio nel nostro territorio”.

Sono a rischio allagamento, in caso di piogge continue e intense, le aree abitate della Valle del Palù, in comune di Oppeano, dei Comuni di Ronco all’Adige, San Pietro di Morubio, Cerea, Bovolone, Salizzole (frazione di Bionde), la valle tra Isola della scala e Nogara, Trevenzuolo, Castelnuovo, Sant’Ambrogio, Arbizzano, Negrar e Bardolino (si veda in allegato la mappa della pericolosità idraulica).

In alcune zone il consorzio sta provvedendo a realizzare interventi per laminare, cioè contenere e far defluire le piene dei canali, come le casse di espansione da costruire a Bionde e Bovolone. In altre provvede diversamente utilizzando le idrovore, quando serve. Sono ancora molti gli interventi da attuare, già calendarizzati e i cui progetti preliminari sono pronti, ma al momento mancano i fondi  pubblici per realizzarli.

“La collaborazione con gli Alpini – ha spiegato il Direttore Generale, Roberto Bin – ci sarà utile soprattutto nel caso dovessimo impiegare le idrovore. Abbiamo predisposto delle postazioni fisse nei comuni di Legnago, Villabartolomea e Castagnaro. Scaricano l’acqua in eccesso in Fossa Maestra dai canali vicini. L’idrovora richiede assistenza continua, ventiquattr’ore su ventiquattro, anche di notte. Così facendo si liberano risorse per il monitoraggio di canali e manufatti della rete idraulica, controllo delle quote e gestione delle paratie. Una serie di azioni che consente di far defluire velocemente l’acqua in eccesso”.

“Il Consorzio di Bonifica è uno dei primi partner con cui le aziende agricole si devono confrontare. Frutto di collaborazione fattiva delle nostre organizzazioni assieme alla professionalità dei tecnici” hanno affermato i due presidenti delle associazioni di categoria: Claudio Valente per Coldiretti Verona e Paolo Ferrarese per Confagricoltura.

Alla presentazione hanno partecipato anche i rappresentanti, sindaci, assessori e responsabili degli uffici tecnici, dei Comuni di Oppeano, Bovolone, Dolcè, Nogarole Rocca, Povegliano Veronese, Concamarise e Negrar.

 

CONSORZIO DI BONIFICA VERONESE

 

Aggiornamento situazione allagamenti nel Portogruarese

13/11 ore 12.30

Tutti fuori al Consorzio di Bonifica Veneto Orientale: terza nottata consecutiva di lavoro per il personale, impegnato a seguire l’evolversi degli eventi alluvionali che hanno colpito il comprensorio.

Gli ingegneri hanno costantemente monitorato l’andamento delle quote e il funzionamento degli impianti idrovori dalla sala di telecontrollo, mentre sorveglianti e operai hanno presidiato il territorio per intervenire prontamente sulle opere di bonifica in caso di necessità.
La situazione si è gradualmente normalizzata nel corso della serata e della notte e si ritiene che entro la questa sera l’acqua dovrebbe defluire anche dalle ultime aree ancora allagate. (altro…)

“SUBITO L’APPROVAZIONE DELLA LEGGE CONTRO IL CONSUMO DEL SUOLO”

“Di fronte all’Italia allagata, che frana e che piange tre vittime in due giorni, c’è da chiedersi che fine ha fatto la legge contro il consumo indiscriminato di suolo, che fin dall’annuncio dell’allora Ministro, Catania, aveva raccolto il nostro consenso. Per questo, rinnovo l’appello lanciato agli Stati Generali contro il Dissesto Idrogeologico, affinchè i presenti, ad iniziare dal ministro, Galletti e dal sottosegretario, Delrio, si facciano parte attiva per approvare, in tempi rapidi, un provvedimento, che ostacoli la progressiva riduzione di suolo agricolo, aggravante di tutte le problematiche idrogeologiche.”

Lo chiede Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni (A.N.B.I.), sottolineando che oltre  alla variabilità climatica, con il conseguente regime di piogge intense più concentrate nello spazio e nel tempo, la responsabilità di quanto sta subendo il territorio italiano è anche  da attribuire all’impetuosa urbanizzazione ed al disordine nell’uso del suolo.

Secondo l’ISPRA ogni secondo nel nostro Paese vengono occupati 8 metri quadrati di suolo (70 ettari al giorno). Va ricordata anche la forte pressione dell’impermeabilizzazione sulle risorse idriche. Un suolo può incamerare fino a 3.750 tonnellate di acqua per ettaro o circa 400 millimetri di pioggia. L’impermeabilizzazione riduce l’assorbimento di pioggia nel suolo, arrivando ad impedirlo completamente. Viceversa, l’infiltrazione di acqua piovana nei terreni fa sì che essa impieghi più tempo per raggiungere i fiumi, riducendo la portata e quindi il rischio di inondazioni.

L’ANBI ha più volte richiamato l’attenzione di Governo, Parlamento ed Istituzioni sulla diffusa fragilità del territorio del nostro Paese. Secondo dati del Ministero dell’Ambiente, sono 6.633 (82%) i comuni in pericolo per il dissesto idrogeologico; si tratta di una situazione di drammatica vulnerabilità.

Nei rapporti ufficiali vengono raccolti dati, che destano vivissima preoccupazione, se si considera che 6 milioni di persone abitano in un territorio ad alto rischio idrogeologico e 22 milioni in zone a rischio medio; si calcola che 1.260.000 edifici sono a rischio di frane ed alluvioni: 6.251 sono scuole mentre le strutture sanitarie sono 547. L’Italia è un Paese fortemente antropizzato con una densità media, pari a 189 abitanti per chilometro quadrato (in Francia: 114 abitanti; in Spagna: 89), ma con fortissime differenze nella distribuzione territoriale: ai 68 abitanti per chilometro quadrato della Sardegna si contrappongono i 379 abitanti per chilometro quadrato della Lombardia; la Campania arriva a 420 abitanti per chilometro quadrato. La fragilità del territorio è aggravata dall’intensa urbanizzazione.

Ne deriva la necessità di costanti ed organiche azioni di manutenzione, volte a garantire l’adeguamento e  l’efficienza delle reti di deflusso idraulico;  se è indispensabile intervenire in caso di emergenza, è altrettanto necessario agire preventivamente attraverso azioni e regole comportamentali, che determinino la riduzione del rischio idrogeologico.

“Il messaggio – conclude il Presidente A.N.B.I. – è meno emergenza, più prevenzione; la tutela ed il risanamento idrogeologico del territorio costituiscono priorità strategiche per garantire, al Paese, quelle condizioni territoriali indispensabili per la ripresa della crescita economica.”

Nubifagio ed allagamenti nel Portogruarese

Dopo le continue e incessanti piogge dei giorni scorsi che hanno completamente saturato il suolo, un nuovo violento nubifragio tra le 5 e le 7 di stamattina ha colpito il Portogruarese.

I dati sono ancora in corso di verifica, ma si stima che in quelle due ore siano caduti da un minimo di 70 mm ad oltre 200 mm di pioggia come apparso dalle prime e immediate letture dei dati radar svolte.

Il nubifragio ha allagato numerosissime abitazioni, strade, campagne nei comuni di Portogruaro, Concordia Sagittaria, Gruaro e Fossalta di Portogruaro con gravi danni che potranno essere completamente quantificati solo al termine dell’emergenza, essendo l’evento di piena ancora in corso.

I tecnici, gli operai e i sorveglianti del Consorzio sono incessantemente all’opera già dalla giornata di ieri a causa di un evento simile che ha colpito l’area nordorientale del comprensorio fra Alvisopoli e Villanova della Cartera, dove la situazione è stata direttamente monitorata tutta la notte.

Inoltre, per fare fronte alle segnalazioni di emergenza meteo provenienti dall’ARPAV, è continuamente attivo il servizio di monitoraggio h24 dell’intero comprensorio da parte dei tecnici consorziali attraverso la sala telecontrollo computerizzata degli impianti, da cui è peraltro stato certificato il costante e regolare funzionamento degli impianti idrovori.

1 MILIARDO DI EURO L’ANNO PER RIDURRE IL RISCHIO IDROGEOLOGICO

I Consorzi di bonifica veneti agli Stati Generali sul dissesto idrogeologico a Roma

 

Lavorare assieme, senza che vi siano poteri competitivi quando gli obiettivi sono unitari. “Consorzi di bonifica, Sindaci, Regioni, Stato, articolazioni della Repubblica, ma anche società civile e privati, insieme per raggiungere obiettivi di sistema, per la sicurezza del nostro Paese”.

Ha aperto così i lavori degli Stati generali contro il dissesto idrogeologico, oggi a Roma, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano del Rio.

 

“Le risorse ci sono, spenderemo oltre 1 miliardo di euro l’anno”. Questo invece il messaggio lanciato da Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, che in pochi mesi, ha visto avviare 300 cantieri sui 1500 programmati.

Secondo l’elenco fornito dalle Regioni, sono circa 7 mila le opere che servono al Paese, ma D’Angelis è sicuro: “Noi contiamo di finanziarle tutte e di poterle concludere, grazie anche all’impegno dei Consorzi  di bonifica nell’arco di 7 anni.” La pianificazione delle opere farà leva anche sui fondi europei di sviluppo e coesione.

Nel solo Veneto, i Consorzi di bonifica ne hanno in cantiere già 130 per un valore di 237 milioni di euro. Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche, che ha preso parte all’incontro, a rappresentanza del Veneto, ricorda che oltre ai cambiamenti climatici che hanno sicuramente inciso sugli ultimi disastrosi eventi, si deve tener conto dell’eccessiva urbanizzazione di un territorio che ha impermeabilizzato negli ultimi anni 4950 ha all’anno di terreno, generando la necessità assoluta di creare opere di compensazione idraulica.

Romano, condivide le 3 linee programmatiche lanciate da Vincenzi, Presidente A.N.B.I. (Associazione Nazionale dei Consorzi di bonifica): “Nel segno dell’operatività, che ci caratterizza, chiediamo la creazione di una cabina di regia per monitorare lo stato di avanzamento e l’effettiva realizzazione degli interventi necessari, per i quali, entro il 2015, dovranno essere spesi circa 2 miliardi e sarà stanziato annualmente 1 miliardo nei 7 anni a seguire. Chiediamo poi una forte azione collettiva, affinchè venga approvata la legge contro l’indiscriminato consumo di suolo, causa dell’aumentato rischio idrogeologico. Infine, indichiamo l’utilizzo delle cooperative sociali nella manutenzione del suolo, giacchè ciò permetterebbe di accedere agli oltre 10 milioni di euro, disponibili sul Fondo Sociale Europeo di cui oltre 4 miliardi per l’occupazione sostenibile”.

“Ad inizio del nuovo anno – continua il Presidente A.N.B.I. – presenteremo il 6° Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico che, nel 2014, prevedeva oltre 3.300 interventi per quasi 8 miliardi di euro, finanziabili con mutui quindicennali; iniziare un grande piano di prevenzione significherebbe non solo risparmiare vite umane, ma spendere 5 volte meno di quanto necessita poi per riparare i danni.”

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130 CANTIERI PER UN VENETO SENZA ALLAGAMENTI

130 cantieri in fase di realizzazione per la sicurezza idraulica del Veneto, dietro un investimento di 237 milioni di euro. Questa la risposta dei Consorzi di bonifica all’emergenza allagamenti che attanaglia la nostra regione in questi giorni. Giuseppe Romano, Presidente di Unione Veneta Bonifiche, traccia lo stato dell’arte dei cantieri per ridurre il rischio idraulico in Veneto. “In una situazione complicata, che ci mette di fronte ad alluvioni ed allagamenti sempre più frequenti, i Consorzi di bonifica, hanno stilato un piano di interventi direttamente cantierabili, che hanno previsto la laminazione delle piene di vari corsi d’acqua, il potenziamento degli impianti idrovori e delle opere idrauliche.”

Tra le opere maggiori emergono la realizzazione dello scolmatore di piena Limenella Fossetta, che garantirà, entro il 2017, la difesa idraulica della zona di Padova Nord, essendo in grado di sottrarre, in piena, una portata di circa 10 mᵌ/s determinando un notevole alleggerimento dei deflussi a valle e riducendo in modo apprezzabile il rischio idraulico dei quartieri Arcella e Montà. L’investimento di 18,5 milioni di euro sarà suddiviso tra Regione del Veneto, Comune di Padova, Consorzio di bonifica Bacchiglione e Commissario delegato D.P.C.M 21/01/2011.

Altra opera di rilievo in fase di realizzazione, riguarda le opere di laminazione delle piene del fiume Agno-Guà attraverso l’adeguamento dei bacini demaniali di Trissino e Tezze di Arzignano in provincia di Vicenza.

“Si tratta di un bacino con capacità di invaso pari a 3,5 milioni di metri cubi e sorgerà nell’area demaniale di 80 ettari delle rotte del Guà. Il termine dei lavori è previsto a fine 2016 e prevede 15 milioni di euro di investimento, messi a disposizione dal Consorzio Alta Pianura Veneta e dalla Regione del Veneto.”

Per quanto riguarda lo snodo idraulico di Castelfranco Veneto, il Consorzio di bonifica Piave sarà gestore  della cassa di espansione sul torrente Muson nei Comuni di Riese Pio X e Fonte (Treviso). Un’opera la cui capacità di invaso si attesta su 1 milione di metri cubi d’acqua e che vedrà il suo compimento entro due anni, dietro un investimento di 8,6 milioni di euro da parte della Regione Veneto. L’opera permetterà di mettere in sicurezza tutta l’asta del Muson, da Castelfranco, Camposampiero, Loreggia, fino a Cadoneghe.

Il Consorzio sta inoltre realizzando 2 casse di espansione da 50 mila metri cubi di invaso l’una sul Rio Dosson, per salvaguardare l’area a sud di Treviso (Preganziol, Quinto di Treviso). L’investimento è di 2,2 milioni di euro. Sono, infine, in corso i lavori di costruzione della cassa d’espansione di Sernaglia della Battaglia (60mila metri cubi d’acqua) lungo il torrente Patean, con un investimento di 1 milione di euro.

 

“Queste sono solo alcune delle opere, – conclude Romano- al quale va aggiunta la continua opera di manutenzione da parte dei Consorzi alla rete consortile e agli impianti idrovori, senza la quale neanche le grandi opere ci salverebbero”.

Inaugurazione del 3° gruppo idrovoro di Jesolo

Il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale presenterà ufficialmente al pubblico sabato 8 novembre, alle ore 10.30, presso l’idrovora di Jesolo in Via Tiepolo, un nuovo e importante elemento del complesso sistema di opere idrauliche preposte alla salvaguardia idraulica del Bacino Cavazuccherina, su cui sorge l’abitato di Jesolo Paese.

Sarà infatti inaugurata alla presenza delle autorità la nuova postazione idrovora della portata di 10.000 litri al secondo, che andrà ad affiancarsi all’esistente impianto idrovoro di Via Tiepolo.

Con questa nuova pompa la portata complessiva dell’Idrovora di Jesolo raggiungerà il ragguardevole valore di 23.000 litri al secondo.

La realizzazione di quest’opera, progettata dalla struttura tecnica del Consorzio di bonifica e finanziata dalla Regione Veneto, è costata complessivamente un milione di euro.

Il nuovo gruppo idrovoro è completamente automatizzato e, tramite sonde idrometriche, è in grado di modulare la portata a seconda del livello dei canali.

L’idrovora ha dimostrato in maniera più che soddisfacente le proprie potenzialità durante l’eccezionale nubifragio dello scorso 29-30 luglio, quando in poche ore 100 millimetri di pioggia si sono scaricati sui 6000 ettari del bacino Cavazuccherina. In quell’occasione l’impianto è entrato in funzione con l’intera potenzialità riducendo drasticamente il sovralzo dei livelli idrometrici e i tempi di smaltimento della piena anche grazie a interventi di adeguamento della rete di canali principali del bacino che ora andranno estesi al resto della rete posta più a monte, in modo tale da renderla idonea all’aumentata capacità di smaltimento resa possibile dal potenziamento dell’impianto.

 

 

Consorzio di bonifica Veneto Orientale

Scarica qui la locandina dell’evento

 

Idrovora di Brentelle potenziata e altre manutenzioni straordinarie

Il Consorzio di bonifica Brenta continua a lavorare nel territorio, in particolare con i seguenti cantieri di manutenzione straordinaria in corso:
– roggia Armedola, riprese della sponda sinistra con pietrame per un tratto di circa 60 metri in comune di Quinto Vicentino, località Lanzè, lungo via Armedola;
– roggia Calderara, sistemazione argine destro con pietrame in prossimità della presa lungo il torrente Longhella in comune di Bressanvido, località Poianela alla fine di via Calderara;
– scolo Giarina, ripresa della sponda destra con pietrame per un tratto di circa 30 metri e rialzo arginale per circa 80 metri in comune di Rubano, località Sarmeola, via Moiacche;
– canaletta pozzo Albereria, riposizionamento e sostituzione guarnizioni delle giunture per un tratto di 200 metri circa in comune di San Pietro in Gu, lungo via Postumia Vecchia;
– colatore Callalta, sistemazione di un tratto della sponda sinistra in via Monte Antelao in comune di Loria;
– scolo Paluella, sistemazione e rinforzo dell’argine destro per evitare tracimazioni durante i periodi di piena in comune di Montegalda lungo via Giuseppe Roi;
– canaletta pozzo Ospitale, manutenzione su un tratto di circa 100 metri causa continue perdite durante l’irrigazione in comune di Carmignano di Brenta via Ospitale;
– roggia Cornara Alta, realizzazione di due salti di fondo in via Carlessi in comune di Romano d’Ezzelino;
– manutenzione chiavica Idrovora Vecchia;
– idrovora Brentelle, riparazione elettropompa su collegamento con scolo Bisatto;
– adeguamento tubazione pluvirriguo Marchesane nell’ambito dei lavori della Superstrada Pedemontana Veneta;
– adeguamento tubazione pluvirriguo Marchesane in ambito Snam rete gas.
Il Consorzio inoltre sta provvedendo a varie manutenzioni ordinarie di canali, consistenti in operazioni di sfalcio dalle erbe infestanti. Sono operazioni altrettanto importanti e che si devono ripetere più volte all’anno per mantenere i corsi d’acqua nelle condizioni ideali per smaltire le acque, per la difesa idraulica del territorio. In questi giorni i diserbi riguardano gli ambiti seguenti: roggia Tergola a Bolzano Vicentino, bocchetto Piovego Torrerossa a Grisignano di Zocco, scolo Liminella Padovana a Camisano Vicentino, rio Voloncello a Mussolente, scolo Pozzon a Veggiano, roggia Puina a Quinto Vicentino, scolo Tromba a Piazzola sul Brenta, roggia Contarina a Piazzola sul Brenta, scarico roggia Balbi a Cassola.
Oltre ai citati lavori eseguiti in diretta amministrazione e con fondi propri, derivanti dalla contribuenza, il Consorzio sta anche eseguendo le seguenti opere con finanziamento pubblico:
– trasformazione irrigua di 593 ettari in zona pedemontana nei comuni di Bassano del Grappa, Pove del Grappa, Romano d’Ezzelino e Rosà (si tratta della trasformazione dell’irrigazione dal precedente sistema per espansione superficiale al più efficiente sistema per aspersione, con notevole risparmio idrico; tale intervento ha ottenuto il finanziamento del Ministero delle Politiche Agricole);- idrovora Brentelle a Padova: realizzazione impianto di riserva energetica per il funzionamento in assenza di alimentazione Enel, con costruzione di locali per il ricovero dei gruppi elettrogeni. Primo stralcio (in questo caso si tratta di un finanziamento della Regione);
– interventi idraulico-ambientali nella rete dei canali e specchi acquei che alimentano il contesto paesaggistico di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (finanziamento regionale); in particolare sono iniziati i lavori di recupero e valorizzazione del bacino di Isola;
– ripristino idraulico ed architettonico dei mulini Tacchi a Gazzo Padovano, Godi Piovene a Grumolo delle Abbadesse e Farina a Quinto Vicentino (finanziamento europeo nell’ambito del PIA-R del Medio Vicentino);
– realizzazione impianto idrovoro essenziale presso la chiavica Marzari sul fiume Tesina Padovano in comune di Veggiano (finanziamento regionale).
E’ recentemente pervenuto il decreto regionale di finanziamento del seguente intervento, che quindi a breve inizierà:
– idrovora di Brentelle a Padova: realizzazione impianto di riserva energetica e adeguamento impianti elettrici per la messa in sicurezza dell’idrovora. Secondo stralcio.
Sono in istruttoria regionale i seguenti ulteriori progetti recentemente completati dal Consorzio:
– ripristino del percorso pedonale lungo le sorgenti del Tesina in Comune di Sandrigo;
– riqualificazione di capifonte di risorgiva e realizzazione di aree di ricarica della falda tramite AFI (aree forestali di infiltrazione) nei comuni di Bressanvido e Pozzoleone, primo stralcio;
– interventi idraulico-ambientali nella rete dei canali e specchi acquei che alimentano il contesto paesaggistico di Villa Contarini a Piazzola sul Brenta. Secondo stralcio.
Inoltre il Consorzio ha ultimato il progetto di potenziamento dell’idrovora di Brentelle a favore della periferia nord ovest della città di Padova, duramente colpita dagli episodi meteorologici di febbraio scorso. E’ un progetto di cui si è parlato in una recente riunione con i sindaci interessati; insieme ad essi si deve studiare infatti un’azione di squadra per l’ottenimento dei fondi necessari.
Infine si sta completando la progettazione di un nuovo impianto pluvirriguo che prevede la chiusura di alcuni pozzi a Sandrigo e la riqualificazione di un tratto del torrente Chiavone a Breganze, in collaborazione con la Provincia di Vicenza, e si sta partecipando insieme ad altri partner ad un bando europeo Life per la riqualificazione delle risorgive di Bressanvido (con capofila il Comune).

Regione, Consorzio APV e Servizio Forestale per la sicurezza idraulica del veronese

“La Regione, di concerto con il Consorzio Alta Pianura Veneta, il Servizio Forestale di difesa idrogeologica e le amministrazioni locali, ha svolto un lavoro eccellente per la messa in sicurezza del territorio di San Martino Buon Albergo e della Val Squaranto, che ha beneficiato di una serie di interventi di enorme importanza contro il rischio di nuovi allagamenti”. E’ quanto afferma il consigliere regionale della Lega Nord, Bruno Cappon, in merito alle opere di sistemazione idrografica finora realizzate tra San Martino Buon Albergo e Montorio Veronese, nelle aree più colpite dall’alluvione dei torrenti Squaranto, Fibbio e Rosella del maggio 2013. “Gli interventi ad oggi realizzati sono il frutto dell’interessamento della Regione, che in fase di bilancio ha stanziato una somma considerevole per la salvaguardia idrogeologica del territorio – spiega Cappon -. Le opere eseguite sono il risultato delle scelte condivise durante il tavolo tecnico istituito dal Comune di San Martino Buon Albergo, al quale hanno partecipato altri attori tra cui il Consorzio Alta Pianura Veneta, l’Autorità di Bacino del fiume Adige, il Servizio Forestale di difesa idrogeologica e il Comune di Verona e alcuni rappresentanti dei Comitati, e sono la dimostrazione della buona volontà e dell’impegno speso in questo tempo a difesa di un’area particolarmente sensibile dal punto di vista idrogeologico. A tutti questi soggetti e all’Assessore regionale all’ambiente, Maurizio Conte, va il mio ringraziamento per gli ottimi risultati ottenuti. Anzitutto – aggiunge l’esponente della LN –, si è fatto il ripristino della funzionalità degli alvei, sono stati ricostruiti e potenziati parti di argini del Fibbio, della Rosella e dello Squaranto, così da contenere le piene, e sono state installate delle paratoie motorizzate e sensori di livello per il controllo dello stato di apertura. Inoltre, a breve, sarà realizzata una briglia filtrante in località Rocchetta che impedirà il passaggio di ramaglie e detriti, che ha valle potrebbero bloccare il deflusso dell’acqua. A rappresentare un ulteriore valido aiuto – continua Cappon – sono anche la stazione meteorologica finanziata dal Comune di Verona, che darà indicazioni sulle condizioni del tempo, e la telecamera che sarà installata in località Confin al fine di visionare il livello dello Squaranto, che sarà monitorato dalla sala operativa dei vigili del Comune di Verona, in modo tale da poter dare subito l’allerta alla Protezione civile e a tutti gli enti predisposti a intervenire in caso di necessità. Mi auguro che si continui ad operare in questa direzione – conclude Cappon – all’insegna della sinergia tra i vari enti e a favore della salvaguardia del territorio”.

Consiglio Regionale Veneto