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60 MILIONI DI CREDITI E CONTRIBUTI SUI COSTI ENERGETICI QUASI AZZERATI

“NON POSSIAMO ESSERE LA BANCA DI NESSUNO” – L’ALLARME DEI CONSORZI DI BONIFICA

I Consorzi sono creditori di circa 60 milioni dalla Regione Veneto per opere in concessione già realizzate e pagate alle ditte, oltre a vedere una netta riduzione dei contributi regionali. 

Lancia l’allarme Giuseppe Romano, Presidente di Unione Veneta Bonifiche: “Saremo costretti a non fare più opere in concessione finché la Regione non coprirà i suoi debiti. Le opere sono state eseguite, i fornitori sono stati pagati, ma attendiamo ancora i soldi che abbiamo anticipato. Non possiamo essere la banca di nessuno.”.  (altro…)

#italiasicura 2010-2015 – RISCHIO IDROGEOLOGICO AUMENTATO DEL 37,5%

I Consorzi rispondono con 105 cantieri

Negli ultimi 5 anni è aumentata del 37,5% la necessità di investimenti sul territorio veneto per renderlo idraulicamente sicuro.

Questa la situazione attuale di un Veneto ancora fragile e che necessita di opere per metterlo in sicurezza. A dirlo l’Unione Veneta Bonifiche presente stamane alla Presidenza del Consiglio in occasione dell’incontro “Manutenzione Italia: azioni per #italiasicura” promosso dall’Associazione Nazionale Bonifiche ed Irrigazioni e finalizzato a presentare il Piano Nazionale per la riduzione del rischio idrogeologico.  (altro…)

#italiasicura: UVB A ROMA PRESENTERA’ IL PIANO DI RIDUZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICO VENETO

Aumentata del 17,5% la necessità di investimenti sul territorio veneto per renderlo idraulicamente sicuro.

Questa la situazione attuale di un Veneto ancora fragile e che necessita di opere per metterlo in sicurezza. A dirlo l’Unione Veneta Bonifiche che giovedì 5 febbraio, presso la Presidenza del Consiglio, parteciperà all’incontro “Manutenzione Italia: azioni per #italiasicura” promosso dall’Associazione Nazionale Bonifiche ed Irrigazioni e finalizzato a presentare il Piano Nazionale per la riduzione del rischio idrogeologico, che contiene tutti gli interventi proposti dai Consorzi di bonifica.

All’incontro sarà presente una delegazione dei Consorzi di bonifica del Veneto, che, nell’occasione, presenterà la propria progettualità, che si andrà ad inserire in una logica di programmazione pluriennale.

 Giuseppe Romano, presidente UVB: ”Nel 2015 i progetti necessari per un territorio idraulicamente sicuro sono 685, traducibili in un investimento da 1,7 miliardi di euro; l’aumento, rispetto al 2014, è del 17,5%”.

Giuseppe Romano, però rassicura: “In una situazione complicata, che ci mette di fronte ad alluvioni ed allagamenti sempre più frequenti, i Consorzi di bonifica hanno già inserito nel programma di #italiasicura una lista di 105 progetti direttamente cantierabili per 217milioni di euro. Progetti che riguardano la laminazione delle piene dei vari corsi d’acqua, il potenziamento degli impianti idrovori e delle opere idrauliche.”

Bilancio Veneto 2015: UVB in prima commissione

“I Consorzi sono creditori di circa 60 milioni dalla Regione per le opere in concessione”. Questo il messaggio lanciato dal Direttore di Unione Veneta Bonifiche Andrea Crestani, in occasione della recente audizione in commissione bilancio del Consiglio Regionale del Veneto. Nel corso dell’audizione hanno partecipato tutte le organizzazioni della società veneta chiamate ad esprimere un proprio parere sulla proposta di Legge di Stabilità regionale e di bilancio regionale 2015.   (altro…)

UVB PREMIATA AL IX TAVOLO NAZIONALE DEI CDF

Unione Veneta Bonifiche è stata premiata al IX Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume. Questo a seguito del grande impegno svolto per valorizzare questo strumento di condivisione su base volontaria di cui i Consorzi di bonifica veneti sono assoluti protagonisti nella loro realizzazione e diffusione, nelle sue varie forme, Foce, Falda, Fiume, Vallio Meolo Musestre, e Adige Euganeo.

A tal proposito la Regione del Veneto, ha istituito il Tavolo Regionale di Coordinamento dei Contratti di Fiume a cui siederà anche Unione Veneta Bonifiche in rappresentanza dei Consorzi di bonifica.

I Consorzi di bonifica, per la loro natura di enti democratici, eletti dai consorziati, dotati di autogoverno e autonomia finanziaria, realizzano di fatto un sistema di concertazione ed equilibrio degli interessi espressi dai cittadini che rappresentano e quindi soggetti rilevanti per l’attuazione di uno strumento come il Contratto di Fiume.

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AUTORI: Andrea Crestani1, Lisa Milan2, Gabriele Pasetti3

SESSIONE 1 / TEMA A

 

1 Direttore di Unione Veneta Bonifiche

2 Responsabile Centro Studi di Unione Veneta Bonifiche

3 Responsabile Ufficio Comunicazione di Unione Veneta Bonifiche

 

 

RIASSUNTO _Unione Veneta Bonifiche, in accordo con i Consorzi di bonifica del Veneto che associa, ha fortemente voluto partecipare ad un importante confronto di conoscenza su un tema innovativo qual’ è “il Contratto di fiume” che ha il proprio fondamento sull’importanza del rapporto stretto con il territorio e sul coinvolgimento delle comunità locali nei processi decisionali.

Il Territorio, infatti, è sempre stato il punto di forza dell’attività dei Consorzi di bonifica che oggi, anche alla luce della riorganizzazione operata dalla Legge Regionale del Veneto n.12/2009, e delle più ampie funzioni ad essi assegnate, risultano importanti attori nella gestione delle tematiche che vanno dal rischio idraulico alla difesa del suolo, fino a ricomprendere il più ampio concetto di tutela ambientale della risorsa idrica.

Tra le molte realtà nazionali coinvolte, ciò che può rendere unica l’esperienza del Veneto è la peculiarità del suo territorio che, oltre ad essere solcato dai due maggiori fiumi italiani, Adige e Po, con i loro estesi sbocchi a mare, e da una capillare rete idrografica, presenta anche un’ampia fascia di risorgiva compresa tra Pedemontana e bassa pianura ed un altrettanto estesa fascia costiera che affaccia sul mare Adriatico, comprensiva dei sistemi vallivo-lagunari e litoranei, soggiacente al livello del medio mare.

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MALTEMPO, SERVE UNA PRESA DI COSCIENZA

“La popolazione deve prendere coscienza che la soluzione agli eventi catastrofici che si verificano in tutta Italia, non risiede solo nel realizzare le grandi opere di difesa idraulica ma anche nel rispettare determinate regole di difesa del territorio:

Dobbiamo fermare l’urbanizzazione non governata, facendo si che si costruisca nella sostenibilità e rispetto del territorio, con un rispetto assoluto dei pareri di compatibilità idraulica nelle nuove urbanizzazioni, ovvero la possibilità di “cementificare” una determinata area solo se questa preveda anche un’opera “compensativa”; ricreare l’invarianza idraulica nelle aree già edificate; recuperare gli scoli nelle aree private, eliminati per incuranza e falsi fini ambientali come  per le piste ciclabili ed i giardini… infine, il recupero delle capacità di invaso anche nelle aree agricole, attraverso un miglioramento dei canali, delle canalette e delle scoline all’interno delle aree agricole private.

Il tutto attraverso un’azione comune che parta dal basso, che coinvolga tutti gli stakeholders interessati, dai Consorzi di bonifica, ai cittadini, ai Comuni, alla Regione…e attraverso il superamento del Patto di Stabilità.”

Questo il messaggio lanciato da Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche alla vigilia del IX Tavolo Nazionale dei Contrati di Fiume, che si terrà domani a Venezia Mestre, presso l’Hotel NH Laguna Palace e al quale parteciperanno anche Erasmo D’Angelis, capo unità di missione al Governo contro il dissesto idrogeologico e Chiara Braga, Responsabile Ambiente del Partito Democratico.

 

Buone notizie arrivano dal Governo. La sicurezza dei cittadini costi quel che costi: non può essere un limite il patto di Stabilità, né possono esserlo leggi. A dirlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio. “Uno Stato serio – dice – deve essere al fianco di coloro che ripristinano la sicurezza dei cittadini senza il timore di essere inquisiti o di non avere risorse. Le leggi esistono, ma prima viene la sicurezza delle persone”

 

I Consorzi di bonifica stanno già lavorando in prevenzione con un Piano Nazionale di riduzione del rischio idrogeologico e, in Veneto, con  130 cantieri a fronte di un investimento di 237 milioni di euro, per interventi direttamente cantierabili, che hanno previsto la laminazione delle piene di vari corsi d’acqua, il potenziamento degli impianti idrovori e delle opere idrauliche. “Lavorare in prevenzione significa spendere 5 volte meno di quanto necessita poi riparare i danni, tenendo conto che investire nella sicurezza idraulica del nostro Paese, significa generare nuovi posti di lavoro.”

A questo si aggiunge uno strumento di concertazione, ora attivo in tutta Italia: il Contratto di Fiume.

Massimo Bastiani, Coordinatore del Tavolo Nazionale dei CdF: “Il successo dei contratti di fiume risiede, a mio parere, nel fatto che dalle piccole comunità locali fino al Governo Nazionale, si sta ormai facendo strada la consapevolezza che per trovare nuovi modelli di gestione servono nuovi strumenti di partecipazione. La gestione dell’emergenza, certamente aggravata dai cambiamenti climatici, è necessaria per tutelare vite e beni esposti al rischio, come i drammatici eventi che hanno colpito l’Italia in questi giorni dimostrano, ma altrettanto importante è la parallela costruzione di percorsi di prevenzione, di cambiamento reale, che ci consentano di ridurre e progressivamente uscire proprio da quel rischio.”

IX TAVOLO NAZIONALE DEI CONTRATTI DI FIUME

Stato, Regioni, Comuni, enti territoriali, Consorzi di bonifica, ma anche società civile e privati, insieme per raggiungere obiettivi di sistema per la sicurezza del nostro Paese: è questo il messaggio lanciato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio nel corso dei recenti Stati Generali contro il Dissesto Idrogeologico; un messaggio che ben si sposa con il significato, che assumono i Contratti di Fiume anche per il nostro territorio come strumento di pianificazione partecipata, un’innovativa opportunità “dal basso”  per rispondere al crescente dissesto idrogeologico ed alla precarietà in un territorio reso drammaticamente vulnerabile dalla eccessiva cementificazione.

A tal proposito, ci si tornerà ad incontrare dopo un anno di esperienza e di crescita esponenziale in occasione del

IX TAVOLO NAZIONALE DEI CONTRATTI DI FIUME

che vedrà nella giornata di MARTEDì 18 NOVEMBRE, ore 14.30, presso l’Aula Tafuri, Palazzo Badoer, Scuola di Dottorato – Università IUAV di Venezia, la premiazione delle esperienze più significative dello scorso anno e

nella giornata di MERCOLEDÌ  19 NOVEMBRE, dalle 9.00,  presso la sala centro congressi dell’HOTEL LAGUNA PALACE, A VENEZIA MESTRE(viale Ancona, 2) il convegno sul tema “Un patto per i nostri fiumi:dalla politica dell’emergenza alla prevenzione”

presenti, tra gli altri, i rappresentanti dei Ministeri “Ambiente”, “Politiche Agricole Alimentari e Forestali”, “Sviluppo Economico” e della Struttura di Missione  #italiasicura presso la Presidenza del Consiglio, di cui ci sarà il capostruttura, Erasmo D’Angelis; è confermata anche la partecipazione di Chiara Braga, Responsabile Ambiente del Partito Democratico.

DALL’EMERGENZA ALLA PREVENZIONE

Lavorare in sinergia quando gli obiettivi sono unitari. Questo il messaggio ampiamente condiviso dalle Regioni, Consorzi di bonifica, Sindaci, Regioni, Stato, articolazioni della Repubblica, ma anche società civile e privati nel corso dei recenti lavori sugli Stati generali contro il dissesto idrogeologico, andati in scena martedì a Roma. Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche: “Un messaggio che ben si sposa con il significato che assumono i Contratti di Fiume per il nostro territorio, in quanto strumento di pianificazione partecipata del territorio, costituenti un’occasione di innovazione “dal basso”  per rispondere al preoccupante diffondersi del dissesto idrogeologico e della precarietà in un territorio reso drammaticamente vulnerabile dalla crescente cementificazione.” (altro…)

1 MILIARDO DI EURO L’ANNO PER RIDURRE IL RISCHIO IDROGEOLOGICO

I Consorzi di bonifica veneti agli Stati Generali sul dissesto idrogeologico a Roma

 

Lavorare assieme, senza che vi siano poteri competitivi quando gli obiettivi sono unitari. “Consorzi di bonifica, Sindaci, Regioni, Stato, articolazioni della Repubblica, ma anche società civile e privati, insieme per raggiungere obiettivi di sistema, per la sicurezza del nostro Paese”.

Ha aperto così i lavori degli Stati generali contro il dissesto idrogeologico, oggi a Roma, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Graziano del Rio.

 

“Le risorse ci sono, spenderemo oltre 1 miliardo di euro l’anno”. Questo invece il messaggio lanciato da Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, che in pochi mesi, ha visto avviare 300 cantieri sui 1500 programmati.

Secondo l’elenco fornito dalle Regioni, sono circa 7 mila le opere che servono al Paese, ma D’Angelis è sicuro: “Noi contiamo di finanziarle tutte e di poterle concludere, grazie anche all’impegno dei Consorzi  di bonifica nell’arco di 7 anni.” La pianificazione delle opere farà leva anche sui fondi europei di sviluppo e coesione.

Nel solo Veneto, i Consorzi di bonifica ne hanno in cantiere già 130 per un valore di 237 milioni di euro. Giuseppe Romano, Presidente Unione Veneta Bonifiche, che ha preso parte all’incontro, a rappresentanza del Veneto, ricorda che oltre ai cambiamenti climatici che hanno sicuramente inciso sugli ultimi disastrosi eventi, si deve tener conto dell’eccessiva urbanizzazione di un territorio che ha impermeabilizzato negli ultimi anni 4950 ha all’anno di terreno, generando la necessità assoluta di creare opere di compensazione idraulica.

Romano, condivide le 3 linee programmatiche lanciate da Vincenzi, Presidente A.N.B.I. (Associazione Nazionale dei Consorzi di bonifica): “Nel segno dell’operatività, che ci caratterizza, chiediamo la creazione di una cabina di regia per monitorare lo stato di avanzamento e l’effettiva realizzazione degli interventi necessari, per i quali, entro il 2015, dovranno essere spesi circa 2 miliardi e sarà stanziato annualmente 1 miliardo nei 7 anni a seguire. Chiediamo poi una forte azione collettiva, affinchè venga approvata la legge contro l’indiscriminato consumo di suolo, causa dell’aumentato rischio idrogeologico. Infine, indichiamo l’utilizzo delle cooperative sociali nella manutenzione del suolo, giacchè ciò permetterebbe di accedere agli oltre 10 milioni di euro, disponibili sul Fondo Sociale Europeo di cui oltre 4 miliardi per l’occupazione sostenibile”.

“Ad inizio del nuovo anno – continua il Presidente A.N.B.I. – presenteremo il 6° Piano per la Riduzione del Rischio Idrogeologico che, nel 2014, prevedeva oltre 3.300 interventi per quasi 8 miliardi di euro, finanziabili con mutui quindicennali; iniziare un grande piano di prevenzione significherebbe non solo risparmiare vite umane, ma spendere 5 volte meno di quanto necessita poi per riparare i danni.”

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