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MALTEMPO IN VENETO: UOMINI E MEZZI DEI CONSORZI DI BONIFICA IN SOCCORSO DEI TERRITORI DISASTRATI DI MONTAGNA

Sempre a servizio del Veneto, anche quando si tratta di operare fuori dai territori consortili. I Consorzi di Bonifica sono a fianco della Protezione Civile e della Regione nel fronteggiare i danni causati dall’eccezionale ondata di maltempo nei territori di montagna.

 

 

 

 

 

 

 

Dalla pianura al Bellunese devastato dal maltempo. Anche i Consorzi di Bonifica del Veneto, dopo avere monitorato e verificato gli effetti arrecati dal maltempo sui propri territori di competenza, hanno fatto la loro parte nelle montagne violentemente colpite, tra fine ottobre e inizio novembre, dalla pioggia e dai forti venti. 30 operai con esperienza in situazioni critiche, provvisti di motoseghe e supportati da 5 escavatori cingolati con pinza per il taglio degli alberi e da 10 autocarri con gru e ragno per il carico e il trasporto di materiali, hanno infatti operato nel bellunese per rimuovere pietre, terra e legname, e mettere in sicurezza il territorio.

Lo sforzo si è protratto per diversi giorni dato che i Consorzi hanno messo a disposizione ulteriori squadre destinate anche all’Altipiano dei Sette Comuni (Asiago). Il tutto è avvenuto in collaborazione con la Protezione Civile, mentre in pianura, in coordinamento con i Geni Civili, si è provveduto a monitorare i livelli dei corsi d’acqua per raccogliere dati preziosi in ottica di prevenzione.

I Consorzi di Bonifica, nel loro ruolo di manutentori dei territori di pianura, hanno sviluppato negli anni ottime competenze nella gestione di situazioni critiche dovute al maltempo, purtroppo sempre più frequenti a causa dei mutamenti climatici – ha affermato Giuseppe Romano, il presidente di Anbi Veneto l’associazione che riunisce gli 11 consorzi di bonifica regionali -. È naturale che in una situazione di estrema difficoltà come quella che ha colpito le montagne venete anche gli operatori della bonifica diano il proprio contributo in coordinamento con la Protezione Civile e i Geni”.

La bonifica veneta dimostra così, ancora una volta in modo concreto, la propria attenzione per tutto il territorio regionale, comprese quelle aree di montagna che non rientrano nei propri territori di competenza. Gli 11 consorzi infatti operano in un’area di 12.000 Km² pari al 65% dei complessivi 18.000 Km² di superficie regionale: in pratica in tutti i territori pianeggianti, collinari e pedemontani. La provincia di Belluno, per la sua conformazione montuosa, è l’unica a non rientrare in territori consortili.

In questi giorni forti precipitazioni in pianura – spiega Romano – non si sono riscontrate criticità alla rete dei canali consortili, questo anche in virtù del fatto che sono state prontamente adottate tutte le misure messe a punto in seguito all’alluvione del 2010. Sempre di concerto con la Protezione Civile e con Geni Civili, e sotto la regia della Regione , – continua Romano – nei giorni precedenti alle forti precipitazioni della settimana scorsa, grazie a previsioni effettuate con sistemi di allertamento all’avanguardia, abbiamo infatti svuotato gli invasi e la rete di canali, pronti, all’occorrenza, ad accogliere le onde di piena”.

 

Venezia, 6 novembre 2018

 

Ufficio stampa Anbi Veneto: Mauro Poletto | 041 716533 | [email protected]

LA COMMISSIONE AGRICOLTURA DEL SENATO HA INCONTRATO I CONSORZI DI BONIFICA DEL VENETO

Una delegazione della Commissione Agricoltura del Senato, guidata dal presidente, il trevigiano Gianpaolo Vallardi, ha incontrato in missione ufficiale i rappresentanti della bonifica del Veneto nel Delta del Po.

Foto, da sx a dx: Gianpaolo Vallardi,  pres. Commissione Agricoltura del Senato; Giancarlo Mantovani, dir. Consorzi di Bonifica Delta del Po e Adige Po; Francesco Vincenzi, pres. Anbi; Giuseppe Romano, pres. Anbi Veneto; Francesco Mollame, segr. Commissione Agricoltura del Senato; Andrea Crestani, dir. Anbi Veneto; Giancarlo Serafini, vicepres. Commissione Agricoltura del Senato; Mauro Visentin, pres. Consorzio Adige Po; Adriano Tugnolo, pres. Consorzio Delta del Po; Giancarlo Salone, Consigliere Parlamentare.

La visita, svoltasi il 4 e il 5 ottobre, si pone in continuità con il lavoro di Anbi Veneto, l’associazione dei consorzi di Bonifica, nel sensibilizzare le istituzioni, anche nazionali, sulle tematiche fondamentali per il territorio Veneto, tematiche che i Consorzi affrontano, con gran sforzo, quotidianamente. La scelta del Delta è motivata dal fatto che questo territorio si trova ad affrontare gran parte delle questioni fondamentali per la bonifica: sicurezza idraulica e irrigazione in primis, ma anche pianificazione ambientale (si pensi alla vivificazione della laguna), contrasto al cuneo salino e subsidenza.

Nello specifico le istanze dei Consorzi, per voce del presidente nazionale di Anbi Francesco Vincenzi, del presidente regionale Giuseppe Romano, e del direttore regionale Andrea Crestani, sono state tre: l’alto costo dell’energia elettrica per il funzionamento degli impianti idrovori, la necessità di una legge nazionale sul consumo del suolo e la necessità di una posizione forte in ambito europeo per la ridefinizione dei criteri del deflusso ecologico, contenuto nella direttiva comunitaria acque, che prevede limiti al prelievo idrico dai fiumi su criteri basati sulle portate dei corsi d’acqua del nord Europa, ben diversi dai fiumi a carattere torrentizio tipici dell’Italia.

La delegazione – composta oltre che dal presidente Gianpaolo Vallardi dal vicepresidente Giancarlo Serafini, dal segretario Francesco Mollame e dal consigliere parlamentare Giancarlo Salone – ha visitato le idrovore di Ca’ Dolfin  e Ca’ Vendramin, successivamente ha potuto apprezzare, in barca, alcuni aspetti del delta del Po, osservando gli effetti della subsidenza nell’isola sommersa della Batteria e la barriera per il contrasto al cuneo salino sul Po di Tolle, all’altezza del porto di Scardovari. A far da guida, il direttore dei Consorzi Delta del Po e Adige Po, Giancarlo Mantovani, e i presidenti dei due consorzi, rispettivamente Adriano Tugnolo e Mauro Visentin.

Siamo consapevoli delle sfide che la bonifica e l’agricoltura in generale si troveranno ad affrontare nei prossimi mesi, soprattutto in Europa, dove il Governo intende farsi valere senza più atteggiamenti di sudditanza – ha affermato il presidente della Commissione Agricoltura al Senato Gianpaolo Vallardi – . Con il documento economico finanziario si aprirà una stagione di finanziamenti importanti, direi una sorta di rinascimento; la prossima settimana inoltre incardiniamo la legge sul consumo del suolo e la Pac (Politica Agricola Comune). Siamo inoltre consapevoli che uno dei temi fondamentali per la bonifica è il costo dell’energia elettrica necessaria per tenere attivi gli impianti. I Consorzi non possono pagare quanto un privato dato che a loro l’energia serve per tenere in sicurezza il territorio e chi lo abita; è un tema che qui in Veneto possiamo toccare direttamente con mano.

I Consorzi di Bonifica proseguono nel lavoro di relazione con le istituzioni per sensibilizzarle sui temi della sicurezza idrogeologica, dell’irrigazione e più in generale, dell’ambiente – ha affermato il presidente di Anbi Veneto Giuseppe Romano – In particolare abbiamo fatto presente che i consorzi del Veneto, con quasi 30 milioni di euro di spesa per l’energia elettrica all’anno, sono equiparabili a industrie energivore ma non beneficiano di agevolazioni fiscali. L’energia elettrica è fondamentale per la sicurezza del territorio.

Altro tema fondamentale è quello legato ai mutamenti climatici – aggiunge il presidente nazionale di Anbi Francesco Vincenzi -, ci troviamo troppo spesso ad affrontare problemi legati all’eccesso o alla scarsità di precipitazioni. È una partita che si gioca sia sul fronte culturale sia sul fronte delle infrastrutture basti pensare che solo il 10 % dell’acqua piovana è trattenuto dagli invasi di montagna, il resto viene disperso in mare. Ma la sfida più grossa è quella culturale che va affrontata in Europa. Mi riferisco alla direttiva quadro acque scritta da paesi del nord Europa senza tenere conto delle caratteristiche dei nostri fiumi e dei nostri torrenti. In particolare le disposizioni sul deflusso ecologico rischiano di creare ostacoli nell’utilizzo dell’acqua, e senz’acqua, per esempio, non ci può essere agricoltura.