Previene il rischio idraulico, contribuisce a depurare le acque e al contempo rappresenta un’area di biodiversità: il nuovo bacino sul canale Lusore, in provincia di Venezia, è un ottimo esempio di come i Consorzi di Bonifica, con la realizzazione di un’unica opera, siano in grado di aiutare il territorio sotto più punti di vista.

Il Consorzio di Bonifica Acque Risorgive (con sede a Venezia-Mestre) ha recentemente ultimato il bacino anti-alluvione che salverà gran parte dei comuni di Santa Maria di Sala e Mirano, nel veneziano, dal rischio idraulico. L’opera, il cui costo si aggira intorno ai 2 milioni di euro, si articola in 5 bacini interconnessi che occupano un’area di 4 ettari. È situata alla confluenza tra due canali di scolo, il Lusore e il Fiumicello, in località Caltana a Santa Maria di Sala. Lo sbarramento, l’ingresso e l’intercettazione delle acque vengono garantiti dai due manufatti, uno per scolo, mentre l’uscita e la restituzione dell’area umida viene regolata da un terzo manufatto posto in corrispondenza della confluenza dei due canali.

Con il bacino nasce anche un’area umida con valenza ambientale. Grazie alla realizzazione di un canneto si favorirà infatti il processo di depurazione delle acque, con l’obiettivo di abbattere una quantità pari al 15% di azoto e al 10% di fosforo. Nella realizzazione del bacino sono state inoltre piantumate 2.300 piante di 16 specie diverse di alberi e arbusti tra i quali: l’acero campestre, l’ontano nero, l’olmo campestre, la farnia, il frassino, il biancospino, il nocciolo.

L’intervento – spiega il presidente del Consorzio di bonifica, Francesco Cazzaro – si inserisce nel più ampio progetto che stiamo portando avanti da tempo e che si ispira ad un modello di sviluppo sostenibile nella tutela e gestione delle acque. Esso si fonda sulla rimozione di rivestimenti di calcestruzzo che impediscono il contatto dell’acqua con l’ambiente circostante, allargando le sezioni e riducendo la pendenza delle sponde così da avere una maggiore varietà di specie vegetali nella zona riparia e favorire processi naturali di fitodepurazione. Attraverso la ricalibratura degli alvei miglioriamo l’effetto tampone sui nutrienti come azoto e fosforo che altrimenti finirebbero in laguna. Le aree umide, come quella che abbiamo realizzato anche sullo scolo Lusore a Santa Maria di Sala, trattengono l’acqua, rallentandone il deflusso, e favoriscono la complessità biologica dell’ambiente”.

Ma i lavori riguardanti l’area non finiscono qui:  utilizzando le economie risultanti dal ribasso d’asta, entro l’estate verranno realizzati ulteriori lavori complementari come la sistemazione della scarpata in certi tratti franata dei canali Lusore e Fiumicello e la posa di un cavidotto per l’allacciamento alla rete Enel per l’alimentazione delle opere elettromeccaniche. È in corso inoltre il progetto di queste ultime che permetteranno, insieme all’installazione del telecontrollo, la gestione e ottimizzazione del funzionamento del sistema idraulico e ambientale.

 

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Il nuovo bacino sullo scolo Lusore sorge tra Santa Maria di Sala e Mirano, in provincia di Venezia