È stata una notte di duro lavoro quella tra martedì 2 e mercoledì 3 luglio per gli uomini del Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta e del Consorzio LEB.

Insieme ad Arpav, Protezione civile e Vigili del Fuoco, i Consorzi di Bonifica hanno dovuto operare in situazione di emergenza per scongiurare che l’inquinamento delle acque dovuto all’incendio dello stabilimento Isello Vernici di lunedì a Brendola potesse estendersi – anche a causa delle forti piogge di martedì – oltre il fiumicello Brendola e il Guà ed estendersi alla Bassa Padovana nei fiumi e nei canali del bacino Fratta Gorzone.

Gli uomini dei Consorzi hanno infatti dovuto lavorare in massima velocità per apporre sacconi assorbenti che trattenessero sostanze inquinanti e mettere in sicurezza il canale LEB, principale arteria irrigua del Veneto. Gli invasi di raccolta dell’acqua usata dai pompieri per domare il rogo già martedì avevano ceduto a causa della pioggia battente e se il rischio di un allargamento dell’area inquinata è stato scongiurato molto si deve all’intuizione degli uomini del Consorzio Alta Pianura Veneta che, come racconta il presidente Silvio Parise, intuendo che le barriere sintetiche potessero non bastare hanno recuperato erba falciata da altri canali per buttarla in acqua utilizzandola come assorbente naturale.

Dal giorno successivo (mercoledì 3) i Consorzi hanno poi provveduto sia allo sfalcio dell’erba delle rive venute a contatto con l’acqua inquinata sia al triste compito di raccogliere migliaia di pesci morti a causa della mancanza di ossigeno nel fiume.

Arpav, dopo essersi confrontata con il Genio Civile, ha emesso un’ordinanza che vieta sia la pesca, sia il prelievo di acqua irrigua nella zona interessata, la situazione, monitorata costantemente da Arpav, dovrebbe tornare alla normalità nelle prossime ore fermo restando il fatto che ci vorrà molto tempo e molto lavoro prima che i corsi d’acqua tornino a rigenerarsi e con essi tutto l’ecosistema.

La Protezione Civile informa che “è stato scongiurato il pericolo che l’inquinamento potesse estendersi oltre la zona circoscritta tra Brendola e corso del fiume Guà.”  La Regione del Veneto, area tutela e sviluppo del territorio, fa sapere che “rimangono solo tracce di sostanze inquinanti, l’inquinamento è rimasto circoscritto ad una limitata porzione del Guà, che sarà monitorato per un’altra settimana”.

Per l’assessore all’Ambiente e alla Protezione civile della Regione Gianpaolo Bottacin “controllare l’inquinamento in un corso d’acqua in regime turbolento, a seguito di un evento idraulico estremo è una cosa quasi tecnicamente impossibile e, invece, ci siamo riusciti”.