In uno scenario generale di emergenza sanitaria causata dal Coronavirus, l’avvio della stagione irrigua – che in Veneto inizia ufficialmente il 15 aprile – è caratterizzato anche da un problema ben noto e ormai sempre più frequente in questa parte dell’anno: la siccità.
Riunitosi il 10 aprile, l’Osservatorio permanente per le emergenze idriche istituito presso l’Autorità di Bacino delle Alpi Orientali – al quale prende parte anche Anbi Veneto in rappresentanza dei Consorzi di Bonifica – ha evidenziato che la situazione riguardante la risorsa idrica è molto simile a quella registrata nella primavera del 2017, l’anno più siccitoso degli ultimi due secoli (fonte ISAC – CNR).
Unici aspetti che permettono di tratteggiare un quadro leggermente migliore sono i depositi nivali in alta quota, in gran parte eredità delle forti nevicate dello scorso novembre, e il buon livello d’acqua invasata nei laghi alpini.
Qualora la situazione dal punto di vista della mancanza di precipitazioni dovesse proseguire, l’Osservatorio – che si riunirà nuovamente il 24 aprile per analizzare gli effetti sulle portate dei fiumi dei prelievi irrigui – potrebbe riconoscere e attivare lo “scenario di severità idrica bassa”. Tale scenario prevede la predisposizione, da parte di amministrazioni, consorzi di bonifica e gestori di impianti idroelettrici, di piani (da applicare in caso di “severità idrica media”) per la riduzione del prelievo idrico, e, per amministrazioni e consorzi, anche azioni di informazione verso i cittadini e gli agricoltori per un utilizzo più efficiente dalla risorsa.
Dal Consorzio Veronese al Veneto Orientale la situazione nelle campagne è comunque difficile già in questi giorni. La siccità e le alte temperature costringono alcune aziende a irrigare già in questa stagione anche campi coltivati a frumento e erba medica. Ma ad aver soprattutto necessità d’acqua sono i trapianti e le semine di mais, soia, orticole e nonché i frutteti che hanno anticipato la fase fenologica e sono in fioritura. La siccità è particolarmente marcata nel Comprensorio di Bonifica Veronese do l’irrigazione, fanno sapere dal Consorzio, inciderà sulla redditività delle aziende agricole.
“Dagli operatori idroelettrici agli agricoltori sono numerosi i soggetti che necessitano di utilizzare acqua – spiega il Direttore di Anbi Veneto Andrea Crestani – , ma tra le esigenze di ciascuno di questi soggetti, tutte importanti, bisogna capire che l’agricoltura sta al primo posto perché i campi hanno bisogno di acqua subito pena la perdita di un’intera stagione agricola che di fatto si decide in questi 20-25 giorni. Considerando le restrizioni legate al Covid e le conseguenti limitazioni sul trasporto di merci e prodotti alimentari dovremo fare affidamento principalmente sui prodotti agricoli del nostro territorio ed è per questo che la stagione irrigua di quest’anno appare importante quando mai prima ”.
Dal punto di vista delle portate dei fiumi la situazione più critica è quella registrata dal Brenta i cui livelli in questi giorni sono ben al di sotto della media del periodo, mentre sono sostanzialmente su valori tipici di questo periodo le portate di Adige, Piave e Bacchiglione però in mancanza di derivazioni.
La situazione è difficile per il canale LEB, principale arteria irrigua della regione: gli attuali 21 mc/s d’acqua che preleva dall’Adige (secondo la concessione Regionale) non riescono infatti a soddisfare la richieste di risorsa del suo bacino che interessa 102 comuni su 82mila ettari tra le province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. Per questo motivo, il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo di concerto con i Consorzi Alta Pianura Veneta, Bacchiglione e Leb, ha chiesto all’Assessorato all’Agricoltura della Regione di aumentare la concessione di prelievo del Leb dall’Adige e permettere così di derivare subito i 34 mc/s d’acqua che secondo il decreto di concessione dovrebbero essere prelevati nei mesi di maggio e giugno.
Dal Consorzio Piave (che serve la marca trevigiana e piccole parti delle province di Padova e Venezia) è invece partito un appello verso gli agricoltori affinché non vengano utilizzati impianti irrigui tra loro adiacenti vista l’attuale difficoltà della rete di alimentarli tutti. Il Consorzio ha chiesto agli agricoltori di attivare i prelievi solo su indicazione del personale consortile o almeno quando in un raggio di 500m non sono in uso altri irrigatori.
Anche il Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, dove i fiumi Livenza e Tagliamento registrano portate al di sotto della media del periodo, lamenta una necessità irrigua eccezionale per questo periodo,“in anticipo di 40-60 giorni rispetto alle annate ordinarie”; per far fronte alla mancanza di piogge sono già stati avviati alcuni impianti e attivati sostegni irrigui.
Nel Comprensorio di Bonifica Acque Risorgive stanno provenendo dagli agricoltori numerose richieste di attivare i pozzi in gestione al Consorzio. Il livello delle acque dei fiumi dipende dalle risorgive che si alimentano con le irrigazioni che avvengono più a nord pertanto bisognerà attendere qualche giorno per avere dati significativi a riguardo.
La situazione è particolarmente delicata anche nel Po (fiume che non rientra nel Bacino delle Alpi Orientali) in appena cinque giorni (da martedì 7 aprile alla domenica di Pasqua) il livello medio d’acqua nell’asse polesano è scesa di ben 30 cm.