La prima Assemblea Nazionale di ANBI in presenza, dopo due anni di riunioni online causa Covid, coincide con una delle più gravi siccità della storia del Paese.
Una siccità che non ha risparmiato nessuna regione e che si sta facendo sentire con particolare durezza al nord, in Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Friuli Venezia Giulia, regioni per le quali, il 4 luglio, il Governo ha dichiarato lo Stato di Emergenza.
Il Bollettino ANBI Veneto sulla disponibilità di Risorsa idrica relativo al mese di giugno fotografa i dati di una situazione insostenibile con tutti gli indicatori in rosso scuro: nevi, falde, portate dei fiumi, piovosità e indice SPI di siccità sui campi.
Fino all’80% di precipitazioni in meno rispetto alla media del periodo, portate dei fiumi ai minimi con l’Adige al -58% (a Boara Pisani), Brenta a -60% (a Barziza), Bacchiglione a -75% (a Montegalda) e Po -81% (a Lagoscuro). Acque sotterranee ai minimi ovunque, risorgive asciutte, depositi nivali quasi esauriti con la prima quindicina di giugno che registra la 6^ temperatura più calda dal 1990: +2,4° C rispetto alla media del periodo 1991-2000.
“Bene lo stato di emergenza ma non possiamo vivere nell’emergenza, serve progettualità e programmazione. I Consorzi di bonifica hanno i progetti e sono venuti a Roma, per consegnarli alle istituzioni” I consorzi di Bonifica del Veneto arrivano a Roma, per l’annuale assemblea nazionale di ANBI (5 e 6 luglio), testimoniando i danni della siccità e proponendo risposte concrete “Mettiamo a disposizione il lavoro fatto negli anni e affinato in questi tempi di straordinaria siccità – spiega il presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro – . Si tratta di programmare e non accettare la logica dell’emergenza. La politica deve decide da che parte andare, se accettare la logica di rimedio al danno o prevenire il danno con investimenti mirati. Il Piano Laghetti presentato alle istituzioni da ANBI e Coldiretti è un’opportunità per tutto il Paese.” Il dato a cui porre rimedio è ormai ben conosciuto “solo il 5% dell’acqua piovana è trattenuto nel territorio, il resto è disperso a mare, una situazione insostenibile in epoca di siccità”.
C’è molto Veneto in questa Assemblea Nazionale, non solo per la presenza compatta di tutti gli 11 Consorzi.
Si celebrano infatti quest’anno i 100 anni dal congresso delle bonifiche di San Donà di Piave nel quale si diede impulso, nel 1922, alla bonifica moderna. L’evento è ricordato nei grandi pannelli che indicano “100” disseminati nell’hotel Sheraton di Parco de’ Medici, nella grande scenografia della sala Assemblee e, dai relatori, nella sessione d’apertura. “Oggi come allora si deve fare i conti con la guerra – spiega il direttore di ANBI Veneto Andrea Crestani – nel 1922 era la lunga coda della Prima Guerra Mondiale, con la necessità di recuperare terre dalle paludi per consegnarle all’agricoltura da cui deriva cibo e lavoro, oggi con la guerra in Ucraina dobbiamo aumentare la produzione agricola nel nostro Paese verso una maggiore autonomia alimentare”. Ci sono anche differenze sostanziali. “Nel 1922 l’esigenza primaria era favorire il deflusso a mare dell’acqua per evitare impaludamenti; oggi con i lunghi periodi siccitosi effetto dei mutamenti climatici, serve trattenere acqua il più possibile, per utilizzarla nelle campagne quando non piove.”
All’Assemblea nazionale di ANBI hanno partecipato numerose istituzioni nazionali ed è stata occasione per i Consorzi di Bonifica, rappresentati dal presidente nazionale Francesco Vincenzi e dal direttore generale Massimo Gargano, e per Coldiretti, rappresentata dal presidente nazionale Ettore Prandini, per consegnare nelle mani del Governo, rappresentato dal Ministro per l’agricoltura Stefano Patuanelli, e dalla viceministra alle Infrastrutture, Teresa Bellanova, il Piano Laghetti, per la realizzazione di invasi in tutto il territorio nazionale in grado di trattenere l’acqua piovana e utilizzarla nei periodi siccitosi.
Si tratta idealmente di 10.000 laghetti, 223 invasi hanno progetti esecutivi già pronti e sono in attesa di finanziamenti, sono disseminati nel territorio nazionale per una totale capacità di invaso di 652.467.021 mc di acqua a garanzia di irrigazione per 434.978 ettari.