Si è svolto venerdì 21 ottobre presso il Centro Culturale Leonardo da Vinci di San Donà di Piave (Ve) il convegno intitolato “100 anni di Consorzi di Bonifica in Veneto. Esperienze, conoscenze e prospettive future” organizzato dalla Fai Cisl del Veneto in collaborazione con ANBI Veneto.

“Il 2022 è l’anno del centenario del Congresso Regionale delle Bonifiche Venete che pose le basi a livello nazionale della bonifica “integrale”, la moderna bonifica che unisce pratiche di sanificazione e sicurezza idraulica a pratiche irrigue e ambientali. Questi cento anni consegnano un patrimonio di esperienze e conoscenze che non va assolutamente disperso – ha ricordato nel suo intervento di apertura il Segretario Generale Fai Cisl Veneto Andrea Zanin – Non esageriamo se affermiamo che la transizione ecologica l’avevamo già inventata, ed è partita proprio dal Veneto. Ora però dobbiamo portarla avanti e per farlo bisogna rivendicare le capacità di autogoverno del mondo agricolo. Anche il PNRR può essere una grande occasione per mettere in campo investimenti e innovazione”

Sono 11 i Consorzi di Bonifica in Veneto che occupano circa mille lavoratori e servono un bacino di 4,3 milioni di abitanti, l’89% del totale regionale. 1milione 200mila ettari di superficie coperta dal servizio, il 65% regionale, 26mila chilometri di canali e 400 idrovore. Il 2022 è un anno di straordinaria siccità e costi energetici gravosi per i bilanci. Dal dibattito emerge come a fronte di un aumento del 15% dei consumi energetici, dovuto al maggior pompaggio di acqua irrigua, i consorzi di bonifica del Veneto, a fine anno, avranno una bolletta energetica superiore del 103%.

“La siccità – ha spiegato Francesco Cazzaro Presidente di ANBI Veneto – rischia di caratterizzare sempre più le nostre estati future, la strategia è trattenere acqua nel territorio attraverso un “Piano Laghetti”, a servizio di agricoltura e sicurezza idraulica”.

All’incontro sono intervenuti tra gli altri Franco Contarin, Direttore del dipartimento bonifica e irrigazione della Regione Veneto, Andrea Crestani Direttore di Anbi Veneto, Diego De Bortoli responsabile ambiente Fai Cisl Veneto, Gianmichele Passarini Presidente di Cia Veneto, Cinzia Bonan della segreteria Cisl Veneto,  Manuel Benincà di Coldiretti Veneto, Massimo Chiarelli Direttore di Confagricoltura Veneto, Thomas Alba Presidente di Terra Viva Veneto, Raffaella Buonaguro segretaria nazionale Fai Cisl e Giorgio Piazza Presidente del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale.

Ha concluso i lavori il Segretario Generale della Fai Cisl Onofrio Rota che ha ricordato come “in Italia 9 comuni su 10 sono a rischio idrogeologico, non facciamo innovazione sulle reti idriche, disperdiamo il 30% delle risorse e solo l’11% delle acque piovane viene raccolto. Per affrontare questa situazione è necessario richiamare l’attenzione su quelle che chiamiamo con orgoglio ‘tute verdi’, i lavoratori dell’agroalimentare, della bonifica, della forestazione, vere sentinella nel territorio.  Per uscire dalla logica emergenziale e governare i cambiamenti climatici in maniera strutturale serve il protagonismo delle parti sociali, con un’azione concertata tra sindacati, enti, imprese e istituzioni”.

Il convegno si è concluso con il gemellaggio tra le Fai Cisl del Veneto e del Lazio e Latina, ricordando i 18mila pionieri veneti che negli anni 1930-’40 raggiunsero le campagne dell’Agro Pontino, lavorando per contribuire allo sviluppo e alla crescita dell’agricoltura in quei territori.