Bacini per raccogliere la risorsa idrica, sempre più preziosa in un’epoca caratterizzata da lunghi periodi siccitosi, ma anche bacini per mitigare il rischio idraulico, ed evitare cioè che in caso di forti piogge l’acqua invada centri abitati e campagne. Perché tra i problemi legati alla disponibilità di risorsa vi è il fatto che quando serve ce n’è poca e quando magari serve meno – come in autunno e in inverno quando l’agricoltura rallenta – arrivano le forti piogge, con smottamenti e allagamenti, se non vere e proprie alluvioni, che creano danni e purtroppo, troppo spesso, anche vittime.

L’Assemblea ANBI 2020, tenutasi quest’anno il 7 e 8 luglio in video collegamento nel rispetto del distanziamento fisico dovute al Covid-19, si è articolata sul doppio binario dei mutamenti climatici e di un piano articolato e ambizioso – ma basato su numeri, dati e costi concreti – per la realizzazione e la manutenzione di opere per la sicurezza idraulica e la bacinizzazione di risorsa. Infrastrutture che favoriscono lo scolo delle acque piovane in eccedenza, infrastrutture che favoriscano lo stoccaggio della stessa per utilizzarla quando serve, con priorità ovviamente all’agricoltura che produce cibo, lavoro e PIL. Nonché gran parte del prestigio che l’Italia gode all’estero dove Made in Italy è sinonimo di altissima qualità, lifestyle e benessere.

“La necessità d’invaso per soddisfare le varie esigenza che l’Italia aveva negli anni ’70 – ’80 era stimata in almeno 17 miliardi di metri cubi d’acqua, quello che oggi riusciamo effettivamente a immagazzinare grazie a 534 dighe sparse nel territorio nazionale è appena 11,9 miliardi” spiega il presidente di ANBI Francesco Vincenzi facendo ben capire che rispetto a 40-50 anni fa, il fabbisogno è sicuramente aumentato. “Ogni anno vengono utilizzati 20 miliardi di metri cubi di acqua per irrigare, soprattutto nel Nord Italia, 3.300.000 ettari di campagna – continua Vincenzi –, ma la richiesta d’irrigazione sta crescendo in molte aree del Paese per migliorare la competitività delle aziende sui mercati e perché le lunghe stagioni siccitose e il rialzo delle temperature sono alla base, per molte produzioni agricole, della necessità irrigare per tutto l’arco dell’anno.”

 

UN PIANO NAZIONALE DI ADATTAMENTO AI MUTAMENTI CLIMATICI

Da questa considerazione prende il via il Piano Nazionale per la Manutenzione Straordinaria e l’Infrastrutturazione di Opere per la Difesa Idrogeologica e la Raccolta delle Acque, redatto da ANBI sulla base delle segnalazioni provenienti da tutti i Consorzi di Bonifica del Paese, e che proprio da ANBI, per voce del presidente Francesco Vincenzi e del direttore Massimo Gargano, è stato presentato nei giorni dell’Assemblea a una vasta platea di rappresentanti delle Istituzioni – in primis la Ministra all’Agricoltura Teresa Bellanova – e delle Organizzazioni Agricole, oltre, ovviamente, a tutti i Consorzi di Bonifica e alle ANBI regionali.

Il piano è poderoso: 3.869 progetti, un valore complessivo che sfiora gli 11 miliardi di euro (10.946 milioni per l’esattezza), 54.700 posti di lavoro che possono essere generati. Una sostanziosità che si evince già dal lungo nome, che però ANBI stessa riassume in Piano di Adattamento ai Mutamenti Climatici, e dall’articolazione dello stesso in 4 sezioni fondamentali dove la parte principale è dedicata alla difesa idrogeologica. Tale sezione (Opere di Manutenzione Straordinaria per la Difesa Idrogeologica) conta infatti ben 3.685 interventi, per 8,4 miliardi di euro, in gran parte concentrati a Nord (2.015 interventi, ai quali si sommano i 1.224 del Centro e i 419 del Sud).

Le altre tre sezioni raccolgono progetti di invasi per immagazzinare risorsa idrica fondamentale per l’Irrigazione. Non stupisce pertanto che sia il Sud, che sconta clima più caldo e siccitoso ma anche una generale difficoltà nell’attrarre risorse (questa volta) economiche, in testa sia per gli invasi incompiuti e quindi da completare sia per gli invasi che richiedono la manutenzione straordinaria. La quarta sezione è invece dedicata ai nuovi invasi, quelli cioè da realizzare per rispondere alle nuove esigenze irrigue dei territori: sono 30 per il Nord Italia (per una capacità d’invaso prevista di 100.345.000 metri cubi d’acqua, che richiedono 633 milioni di euro), 17 per il Centro, 8 per il Sud.

 

UN GREEN NEW DEAL PER L’ITALIA CHE VERRA’, LE CONSIDERAZIONI DELLA MINISTRA BELLANOVA

Di fronte a un mondo politico che a ogni livello (comunitario, nazionale e regionale) esprime tutti i giorni, nelle parole, attenzione agli effetti dei mutamenti climatici, ANBI, insomma, si fa trovare pronta, scopre le carte e presenta le progettualità in grado di fornire un’importante risposta all’Italia – e al clima – che verrà.

“Ora dobbiamo passare dalle parole ai fatti” dice Vincenzi alla presenza della Ministra Bellanova; e chiede esplicitamente “un vero Green New Deal per il nostro Paese” con “procedure esecutive più rapide ma non meno controllate” e “maggiori risorse destinate ad incrementare la capacità di resilienza dei territori e delle loro comunità.”

La replica della Ministra si pone in linea con la visione espressa dai Consorzi di Bonifica “Per rispondere alle esigenze del settore agricolo è necessario agire su più fronti attraverso un quadro organico e coordinato di interventi strutturali, gestionali e normativi, che intervengano ai diversi livelli di uso dell’acqua, dall’approvvigionamento all’utilizzo in campo, per attuare azioni mirate ed integrate di uso efficiente della risorsa – spiega Bellanova -. Un quadro programmatorio e attuativo, che non può interrompersi, pena il riverberarsi negativamente sulle condizioni strutturali del settore”.

Bellanova entra poi nel merito delle azioni e dei finanziamenti: parte da un corposo elenco di quanto fatto nella prima metà dell’anno (pur nelle difficoltà causate dell’epidemia) e illustra le prossime mosse. “Nei prossimi mesi – spiega – partiranno gli investimenti del fondo infrastrutture strategiche che prevede interventi per circa 300 mln di euro in 10 anni. La programmazione è stata portata a termine nei mesi scorsi in accordo con le regioni ed entro settembre saranno adottati i decreti legge di concessione per i primi 12 progetti per complessivi 70,8 mln di euro. Altri 13 progetti per oltre 108 mln di euro partiranno nei primi mesi del 2021. Un ulteriore consistente programma di investimenti partirà a fine 2020, inoltre per dare respiro alla crisi di liquidità che ha colpito i consorzi di bonifica il ministero ha modificato le proprie linee guida incrementando al 20% il livello di contributo concedibile in fase di anticipazione. Abbiamo approvato al 21 settembre 2020 i termini di presentazione al bando per la selezione di proposte progettuali inerenti al piano operativo agricoltura, con una dotazione finanziaria pari a 86 mln di euro, di cui 83 mln non quota sud e 2,5 mln di quota centro nord. Un bando cui ci auguriamo che i territori meridionali sapranno rispondere in maniera positiva e proficua. Sta per essere poi emanato il bando da 12 mln di euro a sostegno della progettazione rivolto ai consorzi ed enti irrigui. Puntiamo in questo modo a sostegno della progettazione di interventi per rompere di approvvigionamento di schemi irrigui anche inter regionali.”

 

IL VENETO DELLA BONIFICA, TRA RISULTATI IMPORTANTI GIA’ OTTENUTI E NUOVE SFIDE

La consapevolezza da parte delle Istituzioni dell’importanza di investire nelle infrastrutture irrigue dunque c’è. Cominciano anche, un po’ alla volta, ad arrivare le risorse economiche, e il Veneto lo sa bene visto che tra il 2017 e il 2020 i Consorzi di Bonifica sono riusciti a ottenere, grazie unicamente alla loro capacità progettuale, ben 280 milioni di euro con i quali verranno realizzati ben 108 progetti. Quello che serve per il futuro è fare squadra e sensibilizzare sempre di più i cittadini sull’importanza della bonifica quale sistema portatore di interessi generali e non di parte.

“A causa dei mutamenti climatici, l’acqua sarà sempre più al centro di nuovi conflitti per il suo utilizzo – ha affermato il neo presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro durante l’Assemblea -. I Consorzi di Bonifica, che distribuiscono l’acqua all’agricoltura, devono ampliare la rete di alleanze perché l’acqua a uso irriguo oltre ad essere necessaria per produrre il cibo è preziosa anche dal punto di vista ambientale, con vantaggi per tutti. Per questo motivo dobbiamo diventare sempre più bravi a raccontare quello che facciamo e ben vengano dunque tutte le occasioni per far squadra, comunicare e confrontarsi con i cittadini”.

Il presidente di ANBI Veneto ha preannunciato una grande stagione di cantieri che dovrà essere debitamente valorizzata per dimostrare l’efficienza dei Consorzi di Bonifica nel tradurre velocemente i finanziamenti in opere. Il tema in molte parti del Paese rappresenta diverse fragilità per problematiche burocratiche come contenziosi e rallentamenti nelle gare di assegnazione dei lavori che comportano ritardi, anche di anni, tra il reperimento delle risorse e l’effettiva apertura dei cantieri. “Con i finanziamenti ottenuti in questi anni abbiamo dimostrato alla politica nazionale l’efficienza progettuale del sistema veneto della bonifica – ha affermato Cazzaro – ora dimosteremo la nostra concretezza e la nostra velocità nel tradurre le risorse finanziarie in cantieri e opere utili per tutti i cittadini” ha chiosato.