Le piogge di aprile hanno interrotto un lungo periodo siccitoso. La piovosità del mese è nella media, ma le precipitazioni si sono concentrate in due periodi precisi. Per il resto, zero piogge. O quasi.
“La quantità di pioggia è sempre la stessa, il problema è che non piove come vorremmo”. Il presidente di ANBI Veneto Francesco Cazzaro commenta con una battuta i dati sull’andamento delle precipitazioni nel mese di aprile forniti da ARPAV e raccolti nel Bollettino di ANBI Veneto sulla Disponibilità della risorsa idrica, pubblicato su anbiveneto.it.
“Dal punto di vista delle precipitazioni – spiega Cazzaro – il mese di aprile riflette bene l’andamento annuale della piovosità tipico di quest’epoca di mutamenti climatici: le precipitazioni, in termini di volumi d’acqua, sono nella media ma si concentrano in pochi eventi di forte entità che interrompono periodi siccitosi talvolta molto lunghi.”
Gli apporti meteorici sul territorio in questo aprile si sono attestati perfettamente sulla media storica (1994-2020) del mese, pari cioè a 95 mm. Di questi, però, 73 mm (pari al 78% della piovosità del mese) si sono concentrati tra i giorni 11 e 13 e il resto si è concentrato soprattutto a fine mese, tra il 26 e il 27 e tra il 28 e il 30. Negli altri giorni zero, o quasi, precipitazioni: andamento atipico per un mese caratterizzato da clima variabile e piogge di debole intensità ma frequenti.
Dal punto di vista dell’agricoltura ve bene anche così: l’indice SPI che definisce il livello di siccità nelle campagne si attesta su valori di normalità dopo un marzo con siccità moderata e severa.
SFOGLIA IL BOLLETTINO
I fiumi registrano portate più basse rispetto alla media: -16% per l’Adige, – 41% per il Po, -21% per il Brenta, -24% per il Bacchiglione. Sono dati che però non suscitano preoccupazione perché a influire su questi valori vi è il lento scioglimento delle nevi in alta quota, a causa delle temperature basse. Nevi che peraltro sono cadute copiosamente nell’inverno. Significativo il dato sui depositi nivali al 30 aprile: l’indice di spessore delle nevi nelle Dolomiti era di 137 cm contro i 104 della media del periodo, mentre sulle Prealpi ammontava a 49 cm contro i 21 di media. Sempre in relazione al lento scioglimento delle nevi in quota, non preoccupano i dati relativi ai laghi alpini, che registrano volumi d’acqua invasata sotto la media del periodo (invasi sul bacino del Piave -40% rispetto alla media, e lago del Corlo sul bacino del Brenta a -73%).
Soddisfacente infine anche la presenza di acqua nelle falde freatiche, anche in virtù delle infiltrazioni di risorsa dovute allo scioglimento delle abbondanti nevicate a cavallo tra dicembre e gennaio.