Dalla siccità all’allarme allagamenti. Anche il Veneto, nelle giornate del 10 e 11 maggio, è stato colpito da un’ondata di maltempo che ha comportato diversi problemi in alcune aree, soprattutto nel Basso Veronese, nel Polesine e nella Bassa Padovana, dove in poche ore sono scesi 130-140 mm di pioggia con punte di oltre 180 mm.

Le situazioni più difficili si sono registrate nei comuni di Castagnaro e Villa Bartolomea, dove il Consorzio di Bonifica Veronese ha attivato gruppi idrovori per favorire il deflusso delle acque, e, poco più a valle, tra i comuni di Badia Polesine, Occhiobello e Salara, nel comprensorio di bonifica Adige Po. A Rovigo l’esondazione del canale Ceresolo ha comportato l’allagamento di alcune campagne in prossimità del centro abitato. Allagamenti anche nella Bassa Padovana, a Megliadino San Vitale e Monselice, con situazione di grande attenzione per il fiume Fratta.

In ripresa le portate dei grandi fiumi, che non destano particolare apprensione. Alle 16.00 di giovedì 11 maggio, il Piave ad Alano, ha toccato i 211 m3/s; il Brenta a Bassano del Grappa i 166,91 m3/s; il Bacchiglione a Montegalda i 29,87 m3/s; 528 m3/s per l’Adige a Verona.

In questo maggio dal sapore molto autunnale si registrano anche significative nevicate in montagna ma è ancora presto per capire come incideranno nel bilancio idrico regionale.

Quel che è certo, al di là dei disagi per gli allagamenti, è che dopo mesi di siccità ora l’acqua sta scendendo e sta correndo a mare, per l’impossibilità di trattenerla in adeguate opere d’invaso.