Parte dal Veneto, e nello specifico dal comprensorio del fiume Brenta, la prima rilevante segnalazione nazionale di criticità idrica.

Con 15 metri cubi di acqua al secondo la portata del fiume Brenta è scesa in questi giorni a un valore minimo di attenzione. Alla luce di tal dato il Consorzio di Bonifica Brenta, con sede a Cittadella, sta gestendo con particolare attenzione le derivazioni nelle rogge per preservare l’aspetto igienico-sanitario, la sopravvivenza di fauna e flora (in particolare quelle acquatiche), l’alimentazione dei bacini, la ricarica di falda e gli usi industriali.

Francesco Vincenzi, presidente nazionale Anbi

Nel complesso, la situazione di prolungata siccità riguarda tutto il Nord Italia.

La portata del fiume Po è al di sotto della media stagionale, così come i livelli idrici dei laghi di Como e di Iseo; in discesa anche gli indici del lago Maggiore mentre in Emilia Romagna gli invasi del Tidone e del Molato, nel piacentino, hanno scorte idriche dimezzate. Situazione capovolta nel Mezzogiorno dove i bacini segnano dati di riempimento ben superiori rispetto all’anno scorso.

“Non facciamo allarmismi ma la situazione è preoccupante soprattutto in previsione dei mesi più caldi – ha commentato Francesco Vincenzi, presidente nazionale di Anbi – ; per ora la campagna riposa ma, in assenza di manto nevoso, rischiamo di non avere riserve idriche per i momenti di necessità.”

Per ora abbiamo evitato interventi drastici – ha affermato Enzo Sonza, il presidente del Consorzio Brentama l’assenza di neve e la mancanza di precipitazioni potrebbero incidere negativamente nella stagione irrigua.

E pensare che solo due mesi fa il Brenta rischiava di esondare ed il territorio venne salvaguardato dal bacino del Corlo, che trattenne le acque di piena. Il paradosso è che per prevenire ulteriori emergenze alluvionali, l’invaso è stato successivamente svuotato, rilasciando verso il mare un patrimonio idrico.

Per evitare il ripetersi di simili situazioni – spiega Vincenzi – chiediamo al MIT (Ministero Infrastrutture e Trasporti) che al più presto siano evase le necessarie burocrazie per aprire i cantieri dei 30 progetti, finanziati  nell’ambito del Piano Nazionale Invasi. È solo un primo stralcio e perciò sollecitiamo il Governo a finanziare altri progetti definitivi ed esecutivi, che i Consorzi di bonifica mettono al servizio del Paese per contribuire concretamente alla prima opera pubblica, di cui il Paese abbisogna: la sistemazione del territorio, prevenendo emergenze idrogeologiche. L’estremizzazione degli eventi climatici ne testimonia la necessità.”